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I software di trading potrebbero aver reagito esageratamente ai tweet riguardanti i commenti del presidente Hollande sulla Brexit.

di Jamie Condliffe

Nell’arco di una notte la sterlina britannica è crollata del 6 percento e gli analisti stanno puntando il dito contro un capro espiatorio finanziario sempre più familiare: gli algoritmi.

Anche se non è ancora stato associato definitivamente al trading algoritmico, l’Economist sostiene che la rapidità del crollo registrato lo scorso fine settimana sia indicativo di un errore dei software. Gli algoritmi finanziari – o algos, per gli operatori del settore – possono essere soggetti a spirali di vendita a velocità elevata, un fenomeno provocato da una anomalia nel software che comincia a vendere azioni, portando a un ribasso dei prezzi e alla reazione concatenata di altri programmi.

La sterlina britannica ha già subito un duro colpo nel mese di giugno a seguito al voto sulla Brexit. In questo caso, però, il crollo potrebbe essere dovuto a Internet. Business Insider ha pubblicato una ipotesi formulata da Kathleen Brooks, direttore delle ricerche presso City Index, secondo cui:

Oggigiorno alcuni algos operano sulla base delle notizie che compaiono nei siti online, siti inclusi siti di social media come Twitter … Apparentemente è stato un algoritmo guasto a scatenare questa svendita dopo aver rilevato i commenti da parte del presidente francese Francois Hollande sulla Brexit. Hollande aveva scritto che se Theresa May e co. volevano veramente la Brexit, allora avrebbero provato una dura Brexit.

Al momento del crollo, solamente il mercato asiatico, australiano e neozelandese erano aperti, come precisato dal Guardian, e le transazioni erano ridotte perché i commercianti attendevano la pubblicazione dei dati sulle assunzioni negli Stati Uniti. Con un numero di transazioni inferiore, la comparsa di transazioni associate alle notizie riguardanti la Brexit potrebbe aver avuto un impatto superiore alla norma.

Gli scambi che stavano abbattendo il prezzo della sterlina sono in seguito stati interrotti, e il valore è tornato a circa $1.24, non distante dal valore precedente.

Questo fenomeno non è certo il più grave ad essere stato registrato a seguito di un errore da parte di un algoritmo. L’infimo crash del 2010 aveva portato alla perdita di 1.000 punti in pochi minuti. Da allora, gli operatori sono stati molto impegnati a escogitare soluzioni per evitare che una vicenda simile si ripetesse. Evidentemente, il problema non è ancora stato risolto.