Una nuova linea di abbigliamento di Adversarial Fashion trasmette dati spazzatura alle telecamere di sorveglianza, nel tentativo di rendere i loro database meno efficaci.
di Charlotte Jee
L’hacker e designer Kate Rose ha presentato la nuova gamma di abbigliamento alla conferenza sulla sicurezza informatica DefCon, a Las Vegas.
Nel suo intervento, ha spiegato che felpe con cappuccio, camicie, abiti e gonne attivano i lettori di targhe automatizzati (ALPR) in modo da far circolare dati inutili nei sistemi utilizzati per monitorare i cittadini.
I disegni a forma di targa su un indumento sono registrati come veicoli dai lettori, che spesso classificano erroneamente le immagini come targhe, spiega Rose.
L’idea è che l’immissione di più dati fasulli nei sistemi diminuirà la loro efficacia nel registrare i movimenti delle persone e aumenterà i costi del sistema di controllo.
Ci sono decine di migliaia di ALPR sparsi negli Stati Uniti, che leggono e registrano migliaia di targhe ogni minuto, e ogni giorno ne vengono aggiunti di nuovi.
Sono per lo più controllati da dipartimenti di polizia e agenzie governative, ma anche i privati possono acquistarli e gestirli.
I lettori rilevano e quindi fotografano le targhe di un veicolo e registrano il tempo, i dati e la posizione, e un algoritmo controlla i dati su un database di auto che la polizia sta cercando.
Questi sistemi sono stati criticati dai difensori della privacy, che li ritengono una forma legalmente discutibile di sorveglianza di massa.
Anche se è la prima volta che vengono presi di mira gli ALPR, il mondo della moda si è già schierato contro i sistemi di sorveglianza.
I ricercatori hanno escogitato forme di abbigliamento finalizzato a ingannare l’intelligenza artificiale, o trucchi che consentono di nascondere il viso dai sistemi di riconoscimento e persino un cappello che può indurre i sistemi a pensare di avere di fronte il musicista Moby.
Immagine: Kate Rose indossa uno degli abiti della sua collezione. Kate Rose
(rp)