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Anthony Levandowski, il pioniere delle auto a guida autonoma, è accusato di aver rubato proprietà intellettuale a Google e di averla trasferita alla rivale Uber.

di Martin Giles

Secondo il “New York Times”, i pubblici ministeri federali hanno presentato 33 imputazioni nei confronti di Lewandowski e lo hanno anche accusato di tentato furto di segreti industriali. 

In caso di condanna, l’ex dirigente di Google e Uber potrebbe rischiare fino a 10 anni di prigione, più una serie di multe salate.

L’iniziativa giudiziaria prende il via da una causa legale promossa nel 2017 da Waymo, azienda controllata da Alphabet, proprietaria di Google, che lo ha accusato di essersi impossessato di segreti industriali e di averli trasmessi a Uber quando l’azienda ha acquisito Otto, una startup di camion a guida autonoma che Levandowski aveva lanciato dopo aver lasciato Google nel 2016.

Questi segreti includevano progetti per circuiti stampati per veicoli a guida autonoma e per l’utilizzo di una tecnologia nota come lidar,  ossia una tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser, per creare mappe 3D utilizzate per le auto a guida autonoma. 

Nella denuncia si accusa Levandowski di aver scaricato più di 14.000 file prima di uscire da Google.

Uber, che aveva in programma di sviluppare una flotta di taxi a guida autonoma, inizialmente era al fianco di Levandowski.

Ma dopo aver invocato il quinto emendamento per evitare l’autoincriminazione in tribunale, lo ha licenziato nel maggio 2017 e ha poi cercato di raggiungere un accordo extragiudiziale con un passaggio di azioni per risolvere il contenzioso.

Dopo la diffusione della notizia delle accuse, gli avvocati di Levandowski hanno rilasciato una dichiarazione in cui hanno affermato che il loro assistito ha scaricato i file in un momento in cui era autorizzato a disporre delle informazioni e che questi dati non sono stati trasmessi a nessun’altra azienda.

Battaglie legali sulla proprietà intellettuale sono comuni nella Silicon Valley, come i giorni nebbiosi in un’estate nella Bay Area.

Ma nel settore dei veicoli a guida autonoma, in cui le startup della Silicon Valley sono in conflitto con le case automobilistiche tradizionali alla ricerca di un rilancio, l’attrito è particolarmente intenso. 

Il caso Levandowski è il primo conflitto legale di alto profilo in questo settore, ma di certo non sarà l’ultimo.

Foto: Antonhy Lewandowsk iAP