Prima di introdurre automobili a guida autonoma, occorrerà assicurarsi che queste sappiano dove stanno andando.
di Jamie Condliffe
Case automobilistiche e società tech vogliono disporre di mappe ad alta definizione per aiutare le loro automobili a guida autonoma a navigare per le strade delle città, anche se il modo migliore per produrle resta incerto. Questo è quanto si evince da un rapporto di Bloomberg.
Due approcci: “Un obiettivo è creare mappe complete e ad alta definizione che permettano alle automobili del futuro di percorrere le nostre strade in totale autonomia”, spiega Bloomberg. “Un altro è generare mappe un pezzo alla volta, utilizzando i sensori a bordo delle automobili di oggi”.
Eppure: Questi approcci tendono a operare in maniera differente. “Ciascuna mappa per la guida autonoma ha un aspetto differente perché dipende dall’insieme di sensori montati a bordo della vettura che ha permesso di crearla”, spiega Bloomberg.
Molti giocatori: Si ritiene che Waymo sia al primo posto nello sviluppo di queste mappe, ma altre società – fra cui Mobileye, Tesla e TomTom – sono nella mischia. Oltretutto, sostiene Bloomberg, “una manciata di startup sta approcciando il problema da angoli differenti, forti del sostegno di diverse società di venture capital”. Ciascun approccio è lievemente differente.
Chi vince prende tutto? Secondo Benedict Evans, partner di Andreessen-Horowitz, queste mappe avranno un effetto interconnesso: maggiore la flotta di auto facenti uso di una tipologia di mappa, migliore questa diventerà nel tempo, offrendo la possibilità di introdurre aggiornamenti più regolari e rapidi rispetto a quanto possibile per un gruppo più piccolo. Quanto alla mappa da utilizzare, almeno per il momento, c’è l’imbarazzo della scelta.