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La nomina dei membri della nuova Commissione Europea da parte della presidente tedesca Ursula von der Leyen, ha suscitato un misto di stupore e ammirazione negli ambienti americani più sensibili ai problemi del Gender gap e del Women Empowerment.

di Alessandro Ovi

Non solo ha colpito il fatto del tutto nuovo, per quasi tutti gli organismi di governo del Mondo, che 14 membri su 28 sono donne, ma ha stupito il rilevare che la distribuzione dei portafogli ha messo in mano a donne oltre ad alcune competenze considerate soft (e vedremo perché erroneamente), anche alcune molto hard, come la Presidenza, la Ricerca e la Concorrenza.

Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea Wikipedia


La scelta della politica bulgara Mariya Gabriel (Ricerca, Innovazione e Gioventù) di sostituire il commissario alla ricerca Carlos Moedas ha visto l’istituzione scientifica fare affidamento sul suo background, la sua esperienza e i suoi collegamenti.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il digitale e Commissaria alla Concorrenza Wikimedia Commons

Alla domanda su cosa e chi rappresenti la 40enne bulgara,  viene data una risposta dal fatto che la parola “ricerca” è stata cancellata nella definizione Commissario per l’innovazione e la gioventù, ma non dalla sostanza.

Gabriel ovviamente conosce il modo in cui funziona la commissione, avendo lavorato come commissaria per l’economia digitale nella UE negli ultimi due anni, a Bruxelles.

Forse è meglio conosciuta come deputata al Parlamento europeo, tra il 2009 e il 2017, quando ha ospitato eventi speciali in difesa e in protezione delle api.
 
“Le api offrono un servizio unico a tutta l’umanità. Gli impollinatori sono un dono della natura che dobbiamo amare”, ha sostenuto a suo tempo Gabriel.

Nel suo paese, in Bulgaria, la nomina  della  Gabriel è vista come una grande opportunità per evidenziare i punti di forza della ricerca e della tecnologia del Paese nella vetrina del lavoro della commissione.

L’aspettativa è che la Gabriel “darà maggiore visibilità ai nuovi protagonisti dell’innovazione e della ricerca e porrà maggiormente l’accento sulla più equa distribuzione dei fondi per la ricerca nell’UE”.

All’università di Sofia si spera che la Gabriel possa allargare lo spazio riservato alle necessità e richieste dei membri più recenti e più poveri dell’UE.

“Sono convinto che Mariya Gabriel contribuirà a superare le differenze di opportunità offerte ai ricercatori dei diversi paesi europei”, ha affermato Anastas Gerdzhikov, rettore dell’Università di Sofia.

“La Gabriel ha già affermato che desidera che l’Europa centrale e orientale ottenga un posto dignitoso nel programma di ricerca Horizon Europe (2021-2027) e che lavorerà per il coinvolgimento attivo di ricercatori e aziende [centrali e orientali] nel programma. 

Si attende anche un budget in crescita rispetto al passato. Si pensi solo che le associazioni di ricerca hanno appena rafforzato  la richiesta di uno stanziamento di 120 miliardi di euro dai 7 precedenti,  per ‘Orizzonte Europa’ (una iniziativa di ricerca Scientifica che pianifica una spesa complessiva su 7 anni).

In questa rinnovata richiesta di più risorse, le  associazioni di ricerca sostengono che i due terzi dei fondi di Orizzonte Europa dovrebbero essere destinati alle sfide globali e all’aumento della competitività industriale.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il digitale e Commissaria alla ConcorrenzaWikimedia Commons


La commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha ricevuto un ruolo rafforzato con responsabilità nell’elaborazione di nuove normative per il settore tecnologico.

Vestager, una politica danese, ha assunto un doppio incarico. Già commissaria alla concorrenza nella precedenta squadra guidata da Juncker, mantiene la delega antitrust a cui si aggiunge quella di commissaria all’agenda digitale. Inoltre è stata nominata ieri vice presidente esecutivo della Commissione europea per il digitale.

Cosa significa? Oltre a far rispettare le leggi antitrust, Vestager supervisionerà ora la creazione e l’applicazione delle politiche dell’Unione europea in materia di sicurezza informatica, big data e fiscalità delle società digitali.

È un chiaro segnale che l’UE intende continuare a controllare  attentamente le grandi aziende tecnologiche come Google, Facebook, o Amazon,  e le loro pratiche commerciali. E non solo sul fronte della concorrenza, ma anche su quello della equità fiscale.

Da quando, nel 2014, è stata nominata commissaria alla concorrenza, Vestager è diventata famosa per aver comminato maxi multe alle grandi aziende tecnologiche. Complessivamente ha multato Google per oltre 9 miliardi di dollari dal 2017 per comportamenti anticoncorrenziali e  Apple per oltre 15 miliardi di dollari per un accordo fiscale illegale.

Negli Stati Uniti si è parlato moltissimo di antitrust e Big Tech, in particolare in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, ma finora si è fatto realmente poco. Nonostante le denunce di pregiudizio anti-USA, le iniziative della UE potrebbero aiutare a spingere i politici e i regolatori dall’altra parte dell’oceano a intraprendere una linea più dura, magari popolare anche con l’elettorato, il che non può far male.

Foto: Parlamento Europeo, a Strasburgo Pixabayv