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Gli agenti conversazionali, vocali o testuali, presentano grande efficacia e potenzialità decisamente interessanti, solo parzialmente esplorate.

di Alice Maria Vivarelli

Le possibilità di applicazione di agenti conversazionali, vocali o testuali sono ampie e già diffuse in ambito consumer, con risultati che si perfezionano di giorno in giorno. Basti pensare all’home automation e alle diverse funzionalità correlate, presenti sugli smartphone. 

Oggi, la nuova sfida è quella di affinare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sugli agenti conversazionali dedicati al mondo delle imprese. Va in questa direzione l’impegno di Almawave – società del gruppo Almaviva, che ha piattaforme tecnologiche proprietarie di AI e di speech & text recognition, made in Italy, applicate al digital change di aziende private e PA -, nel progettare automi intelligenti in grado di rispondere alle nostre domande in maniera esaustiva, simulando efficacemente il ragionamento umano.

L’obiettivo da raggiungere sta nel rispondere in linguaggio naturale a domande specifiche che richiedono una elevata comprensione dell’ambiente enterprise e dello stesso linguaggio utilizzato. Il tutto, valorizzando la capacità di interrogazione di sistemi eterogenei.

“Un orizzonte particolarmente stimolante nel mondo della Pubblica Amministrazione e delle realtà aziendali, dove risiedono enormi moli di dati, caratterizzati, tuttavia, da peculiare quantità ed ampia eterogeneità che rendono lo scenario complesso”, spiega Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawave. “Più si entra in contesti specifici e nel dettaglio dei processi operativi, più occorre perfezionare le soluzioni tecnologiche per estrarre valore dalle informazioni”.

Attraverso interazioni in linguaggio naturale, sintetizzate con tecnologie di natural language processing ed il supporto dell’Intelligenza Artificiale, si può rispondere alle richieste di un cittadino sulla propria pensione o alla ricerca di dati in un sistema aziendale, come dare la possibilità a chi lavora sul campo di interrogare il sistema con la sola voce, per consultarsi sulla corretta procedura o sulle operazioni da effettuare.

“In questi casi di interazione uomo/macchina la tecnologia Almawave ha messo a punto complessi sistemi per poter applicare modelli di vertical AI a casi d’uso particolari. Si lavora con i cosiddetti augmented analytics, che operano su big data eterogenei e differenziati, interagendo con essi per estrapolare dai Big Data le corrette indicazioni utili a prendere le decisioni migliori in ogni organizzazione”, continua Sandei.

Almawave opera da anni in questo campo, anche attraverso i suoi laboratori in Italia, al fine di valorizzare capacità analitica e verticalizzazione delle applicazioni che consentano l’uso dell’Intelligenza Artificiale in tali scenari. La pandemia ha portato anche una forte spinta accelerativa nella necessità di digitalizzazione dei processi della PA, e oggi è di primaria importanza il corretto e ottimale utilizzo degli Open Data e Big Data, per la Pubblica Amministrazione e per le aziende. 

Si stima che il 70 per cento dell’informazione nei sistemi documentali e nei repository aziendali non sia utilizzabile automaticamente, sia nel settore finanziario e assicurativo che in quello dei servizi, o nella sanità e in generale nelle pubbliche amministrazioni. Una mole di dati che, con l’AI e l’utilizzo di strumenti di analisi delle informazioni, diventerebbe di supporto e di enorme valore nell’offerta di servizi.

Nei propri laboratori italiani, Almawave conduce una ricerca continua su tecnologie di natural language processing e ha di recente presentato alla 19esima conferenza dell’Associazione italiana per l’Intelligenza artificiale il suo ultimo lavoro sulla “explainable AI”, che opera sulla comprensione del linguaggio utilizzando meccanismi di modellazione simbolica della conoscenza e algoritmi di apprendimento automatico.