
Un nuovo modello di partecipazione energetica che unisce blockchain, sostenibilità e inclusione: ecco come funziona l’innovativo progetto lanciato da Enel e Conio.
Una piccola grande rivoluzione energetica sta nascendo; si chiama ebitts ed è il primo progetto di tokenizzazione dell’energia rinnovabile lanciato da Enel, con l’obiettivo di rendere ogni cittadino parte attiva della transizione energetica.
Il progetto nasce da un’intuizione interna ma cresciuta grazie al contributo di diverse funzioni aziendali e alla collaborazione con Conio, azienda specializzata in soluzioni blockchain. Il risultato, al termine di un percorso che ha visto la collaborazione delle due società, è un’innovazione che non riguarda solo la tecnologia, ma anche il modo in cui i cittadini possono vivere la transizione energetica.
“Ebitts abilita un nuovo modello di business in campo energetico: scalabile, digitale e che consente a ogni cittadino di diventare un prosumer virtuale, partecipando alla produzione rinnovabile e beneficiandone direttamente in bolletta – spiega Alessandro Nardi, Head of Demand and Pricing Retail Italy di Enel e inventore di ebitts.
Come funziona ebitts
Ebitts consente agli utenti di acquistare token digitali legati alla produzione reale di impianti rinnovabili – inizialmente eolici e solari, in futuro anche da altre fonti – e di utilizzarli per compensare direttamente i propri consumi elettrici, monitorabili in tempo reale ora per ora: l’energia prodotta viene sottratta dalla bolletta e le eccedenze valorizzate economicamente.
Il processo è pensato per essere semplice e accessibile. L’utente inserisce il proprio profilo di consumo e il sistema genera automaticamente tre offerte personalizzate, in base a parametri come consumo annuo, potenza impegnata, preferenza tra solare ed eolico, orizzonte temporale (da 10 a 20 anni). È possibile anche costruire una propria offerta su misura, decidendo ad esempio di acquistare una quota maggiore di eolico o di destinare parte dell’energia a più utenze (POD) – utile per chi ha più abitazioni come una seconda casa o un’abitazione di un familiare.
Una volta completato l’acquisto, l’utente riceve un link per scaricare un’applicazione che consente il monitoraggio in tempo reale dei consumi e dell’energia prodotta. Grazie alla tecnologia blockchain, tutto il processo è tracciabile, trasparente e sicuro. In pratica, il cliente diventa prosumer digitale: partecipa alla produzione, consuma energia pulita e, se genera un surplus, riceve un compenso per l’energia immessa in rete, valorizzata ai prezzi zonali del mercato elettrico.
L’investimento iniziale ha un tempo di rientro medio di 5-6 anni, competitivo rispetto a un impianto domestico tradizionale, ma con un vantaggio cruciale: nessun intervento fisico necessario.
A differenza di un impianto fisico, infatti, ebitts non richiede lavori o autorizzazioni. È un investimento flessibile, digitale, trasferibile. Se si cambia casa, si può facilmente trasferire il contratto. Se si hanno più abitazioni, è possibile redistribuire i token tra più POD. La tecnologia funziona anche con contatori di prima generazione, pur con un aggiornamento dei dati meno frequente.
Tecnologia, flessibilità e sostenibilità
Cuore tecnologico del progetto è la blockchain, che consente di tracciare l’energia prodotta in modo certificato e sicuro. Ma ebitts non è un prodotto speculativo: si tratta di un utility token, che dà diritto a ricevere energia e un ritorno in bolletta, senza fluttuazioni di mercato incontrollate. “Abbiamo volutamente escluso un mercato secondario liquido – spiega Nicola Rossi, Head of Innovation di Enel – per evitare fenomeni di speculazione. Vogliamo costruire un modello affidabile e sostenibile, non una bolla finanziaria”.
Il progetto è perfettamente allineato con il nuovo regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), entrato in vigore a fine 2024, e rappresenta una delle prime applicazioni concrete di crypto-asset nel settore energetico.
“Il regolamento MiCA ha rappresentato un punto di svolta – sottolinea Federico D’Alberti, Head of Innovation B2C di Enel X e membro del team di progetto – fornendo un quadro chiaro per i crypto-asset. Siamo stati i primi a lanciare un token energetico conforme, sfruttando questa finestra normativa favorevole”.
Anche le criticità tecniche sono state affrontate con anticipo. In Italia, oltre il 90% dei contatori sono già smart meter di seconda generazione. E anche chi ha ancora contatori più vecchi può accedere al sistema, ottenendo benefici stimati. “Abbiamo corso più della tecnologia – scherza D’Alberti – ma ormai i presupposti sono maturi”.

Infografica sulla struttura e funzionamento di ebitts. Enel
Un impatto sistemico
Ma il vero potenziale di ebitts va ben oltre la tecnologia. “Con questo modello – spiega ancora Nicola Rossi – rendiamo accessibile la produzione rinnovabile anche a chi non può installare pannelli sul tetto. È una forma di democratizzazione energetica che coinvolge milioni di persone”.
Non solo. Il sistema incentiva un uso più consapevole dell’energia. I clienti imparano a spostare i propri consumi quando l’impianto produce, ottimizzando l’autoconsumo e riducendo gli sprechi. Questo genera benefici anche per il sistema elettrico: meno costi di bilanciamento, più efficienza, e – potenzialmente – un contributo alla stabilità dei prezzi energetici.
Inoltre, favorendo la partecipazione diretta, si rafforza l’accettazione sociale delle rinnovabili, uno degli ostacoli principali alla loro diffusione su larga scala. “Quando l’energia diventa tua – conclude Rossi – non è più qualcosa di estraneo, ma qualcosa che sostieni e da cui trai valore. È questo il cambio di paradigma”.
Allo stesso tempo, però, non entra in conflitto con la generazione distribuita. “Vogliamo integrare, non sostituire – chiarisce Rossi – sfruttare entrambi i modelli in modo complementare”.
Prospettive future
Lanciato in italia all’inizio di quest’anno, ebitts punta ora a espandersi in Europa, con la Spagna come prossimo obiettivo.
L’evoluzione prevederà l’integrazione di nuove fonti rinnovabili e sarà sia tecnica, con l’integrazione di modelli predittivi basati su intelligenza artificiale per ottimizzare consumi e produzione, sia esperienziale, con app sempre più intuitive e offerte su misura per ogni profilo di utente.
Ma l’ambizione è anche culturale: rendere ebitts un modello riconoscibile di energia partecipativa, simbolo di una nuova era in cui le tecnologie digitali e la sostenibilità ambientale procedono di pari passo.
Perché la transizione energetica non si fa solo con i grandi impianti e le infrastrutture, ma con il coinvolgimento delle persone. E con progetti come ebitts, quel futuro sostenibile non è solo auspicabile. È, finalmente, accessibile.
Il futuro dell’energia, insomma, non è solo verde. È anche digitale, distribuito e partecipato. E, con ebitts, è un po’ più vicino.




