Le automobili a guida autonoma sono pronte?

Mentre il governo della California si prepara alle automobili a guida autonoma, nuove figure tratte dagli esperimenti condotti da Uber suggeriscono di procedere con cautela.

di Jamie Condliffe

Solitamente, l’addestramento su strada delle vetture a guida autonoma viene seguito da collaudatori pronti a intervenire sul volante. Rimuovendo il fattore umano, però, due tonnellate di auto vengono improvvisamente liberate nel traffico urbano.

Appena una settimana fa, il Department of Motor Vehicles della California ha annunciato piani per consentire alle società di testare vetture autonome senza l’ausilio di conducenti umani entro la fine dell’anno. Le automobili dovranno disporre di un operatore remoto in grado di mantenere sotto controllo la vettura. Ciononostante, come precisato dal Guardian, l’annuncio segna un momento determinante per la tecnologia. Possibile che sia veramente cresciuta al punto da permetterci di confidare nelle capacità di un robot?

L’idea di non toccare mai il volante è così allettante che società del calibro di Waymo, Tesla e Uber sono in lizza per sviluppare sistemi di guida autonoma prima di tutti. In questa corsa, però, le varie società non dovrebbero scordare che gli attuali modelli non sono ancora in grado di affrontare diverse condizioni stradali.

Quando Will Knight è salito a bordo di una delle prime vetture autonome di Uber, la sua esperienza non è stata delle più rilassanti. “Durante la mia prova attorno al centro di collaudo di Uber in un vecchio quartiere industriale, l’auto si è comportata bene in diverse occasioni, rispondendo al passaggio di pedoni e ad altri scenari”, aveva scritto all’epoca. “Eppure, in diverse occasioni è dovuto subentrare il conducente; una volta per evitare di restare incastrati dietro un mezzo pesante ed un’altra volta per evitare una vettura che aveva svoltato improvvisamente”.

Oggi, sei mesi dopo il lancio delle vetture di Uber, il sistema di guida non è ancora in grado di rispondere prontamente ai vari scenari. Recode ha ottenuto una serie di documenti interni di Uber che indicherebbero la necessità di ricorrere tutt’ora all’assistenza di un conducente umano. La scorsa settimana, le sue vetture hanno accumulato un totale di 20.354 miglia percorse, ma i conducenti sono dovuti intervenire mediamente ogni 0.8 miglia.

Il risultato non è certo dei migliori. Le figure tengono però conto di tutte le occasioni in cui un conducente ha dovuto riprendere il controllo della vettura; all’interno di questa lista potrebbero figurare temporali improvvisi, segnaletica alterata a causa di lavori o persino scenari di tutti i giorni. Un dato più rilevante è il numero di miglia trascorse fra quelli che Uber definisce “interventi critici” da parte del conducente – situazioni in cui il mancato intervento del conducente avrebbe potuto portare alla lesione di un passante o a danni per almeno $5.000. In questo caso, la figura registra una media di 196 miglia fra ciascun incidente, ovvero 50 miglia in più rispetto ai rilevamenti di gennaio – un risultato positivo, dunque, ma ancora lontano da valori accettabili.

Si direbbe proprio che le vetture di Uber non saranno pronte a circolare autonomamente. Il primo incidente fatale a bordo di una Tesla con sistema Autopilot attivo potrebbe indicare che nessun sistema di guida autonoma sarà pronto per tempo. Il giorno in cui potremo dimenticarci di tenere le mani sul volante arriverà certamente, ma non così in fretta.

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