L’Office for National Statistics ha stilato la lista delle professioni che presto potrebbero cedere il posto ai robot.
di Charlotte Jee
L’Office for National Statistics del Regno Unito ha analizzato 20 milioni di impieghi nel 2017 e scoperto che il 7,4% di questi potrebbe essere rimpiazzato dalla tecnologia.
Un impatto impari: L’ONS ha riferito che i gruppi “più a rischio” sono composti da donne, lavoratori part-time e giovani. Le ricerche avrebbero permesso di rilevare che le professioni a maggior rischio di automazione sono quelle di camerieri, scaffalisti e gran parte dei ruoli più bassi nel ramo vendite. I ruoli più al sicuro sarebbero quelli di medici e insegnanti. L’ONS ha sviluppato un chatbot per offrire approfondimenti sui risultati della sua analisi (ironico, vero?).
L’ingresso in scena dei robot: Non esattamente; Secondo l’ONS, “operazioni generiche e ripetitive possono essere eseguite più rapidamente ed efficientemente da un algoritmo creato da un essere umano o una macchina progettata appositamente per una singola funzione”. Queste informazioni corrispondono con quelle presentate da altri studi sul campo, concordi sulle tipologie di professioni a rischio ma in disaccordo sulla portata dei danni che l’automazione provocherà al mondo del lavoro.
Eppure… Diverse variabili sono in gioco. Non sappiamo quando aspettarci i cambiamenti descritti dall’ONS, per quanto l’automazione stia già avendo un impatto sul mondo del lavoro. È difficile trovare robot pronti a servirci al tavolo, del resto. È possibile che molti di questi lavori cambino, invece che cessare di esistere. I datori di lavoro potrebbero riaddestrare il personale o trasferire i dipendenti a funzioni più adeguate.
Nulla di nuovo: Quest’anno assisteremo certamente a un intensificarsi del dibattito sugli effetti dell’automazione nel mondo del lavoro. Nel frattempo, le società continuano a sviluppare robot e intelligenze artificiali, mentre i politici (ammesso che ne siano consapevoli) stanno cercando di formulare la strategia migliore per rispondere. Soluzioni come una “tassa sui robot” o il reddito universale di base sono sempre più sotto scrutinio.