La manipolazione genetica contro la malattia di Huntington

Dopo 25 anni, la ricerca vede i primi progressi nella lotta contro questa malattia devastante.

di Emily Mullin

La malattia di Huntington è una rara condizione genetica che provoca il graduale deperimento delle cellule nervose nel cervello e danni cerebrali irreversibili. Non ci sono cure, solo farmaci che ne contengono gli effetti collaterali, come depressione e movimenti involontari.

Il farmaco sotto studio, prodotto dalla Ionis Pharmaceuticals, è solo uno di una manciata di nuove terapie in via di sviluppo che mirano ad alterare la radice genetica della malattia e quindi rallentare, se non addirittura riparare, i danni cerebrali. La causa della malattia di Huntington è nota da 25 anni, si tratta di un errore in un particolare gene, ma solo ora si stanno intravedendo le prime possibilità di trattamento.

Il gene HTT, responsabile della manifestazione della malattia di Huntington, venne scoperto nel 1993 studiando famiglie particolarmente colpite. La mutazione osservata contiene una ripetizione di alcuni segmenti, lettere di DNA in eccesso, che provocano la produzione di una versione anomala della proteina definita huntingtina. Nella sua forma normale, questa proteina è necessaria allo sviluppo cerebrale, ma nella versione alterata si accumula tra le cellule neurali del cervello e conduce a graduali danni.

I primi trattamenti studiati mirarono a regolarizzare la presenza della huntingtina con farmaci convenzionali, purtroppo senza successo. I nuovi trattamenti sono progettati per curare la malattia mettendo fine alla produzione stessa della proteina.

Il farmaco sperimentale della Ionis fa uso di una tecnica chiamata “silenziamento genico” che prevede l’utilizzo di filamenti di DNA modificati per bloccare il meccanismo di riproduzione del gene HTT prima che possa produrre la proteina huntingtina.

In occasione di un test clinico condotto in Canada sotto la guida di Blair Leavitt, della University of British Columbia,
il farmaco portò ad una riduzione dei livelli di huntingtina in 46 individui ai primi stadi di sviluppo della malattia. Nessun farmaco aveva mai fatto altrettanto. Il gigante svizzero Roche si è associato alla Ionis per proseguire con lo sviluppo del farmaco.

Le iniezioni richiedono circa 40 minuti e prevedono l’inserimento di un grosso ago nella spina dorsale, di modo che il fluido cerebrospinale possa trasportare il farmaco fino al cervello. Alcuni dei pazienti arruolati hanno ricevuto una sostanza placebo al posto del farmaco vero e proprio.

La prossima fase dei test clinici durerà più a lungo e raccoglierà centinaia di pazienti in tutto il Nord America. Secondo Frank Bennett, a capo del settore ricerca della Ionis, se il farmaco si dimostrerà efficace, i trattamenti dovranno essere trattati il prima possibile, idealmente prima ancora di manifestare i sintomi della malattia. “Speriamo di poter stabilizzare le persone e crediamo ci sia persino la possibilità che alcuni sintomi possano regredire,” spiega.

Nei soli Stati Uniti, circa 30,000 individui sono affetti dalla Huntington e più di 200,000 hanno ereditato la malformazione genetica da un genitore. Basta, infatti, una sola copia del gene difettoso per esserne colpiti. “Se questo farmaco avrà successo, rappresenterà una vera speranza per intere famiglie,” spiega Leavitt. “Nulla ha mai funzionato finora.” 

La Ionis non è l’unica interessata a studiare cure contro l’Huntington. La Life Sciences sta conducendo test clinici su due terapie di silenziamento genico. La Sangamo Therapeutics, la Spark Therapeutics, e la UniQure stanno studiando terapie che prevedono l’utilizzo di virus geneticamente manipolati per somministrare materiale genetico alle cellule cerebrali ed indurre un’interruzione nella produzione della huntingtina disfunzionale. Si tratta, però, di terapie che richiederebbero interventi chirurgici. Altri ricercatori stanno studiando approcci completamente nuovi, come inserire strumenti di gene-editing CRISPR direttamente nelle cellule perché possano essere utilizzati contro il gene mutato.

La conferma del fatto che la cura possa essere definitiva richiederà anni, ma George Yohrling, della Huntington’s Disease Society of America, che partecipa all’attività di raccolta dei volontari per i test clinici, descrive le famiglie come già entusiaste dei risultati.

Questo entusiasmo potrebbe essere prematuro. Le malattie che colpiscono il cervello sono notoriamente difficili da curare. Le case farmaceutiche hanno testato, senza successo, 99 farmaci per il trattamento dei soli sintomi dell’Huntington negli ultimi 20 anni.

(lo)

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