I trattamenti più efficaci contro il coronavirus

Un elenco dei farmaci più promettenti ora testati su individui infettati dal virus.

di Antonio Regalado

Il nuovo coronavirus che ha ormai colpito più di 70.000 persone nella Cina centrale sta cominciando a diffondersi, con focolai nella Corea del Sud, in Iran e in Italia, e ora minaccia di spandersi in tutto il mondo come una vera pandemia. I Centri statunitensi per il controllo delle malattie (CDC) hanno dichiarato che la sua diffusione negli Stati Uniti, e altrove, è inevitabile, né è noto quante persone saranno colpite.

Se la malattia che prende il nome di Covid-19 dovesse trasformarsi in una pandemia, una cosa è certa: miliardi di persone saranno interessate ad un farmaco o un vaccino per curarla. Per quanto non esista ancora un trattamento certificato contro il virus e la polmonite che ne deriva, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ci sono più di 70 farmaci o combinazioni di farmaci che vale la pena provare.

Ecco alcuni dei progetti di ricerca più promettenti e in rapida evoluzione.

Antivirali

Sebbene ancora in fase sperimentale, il farmaco iniettabile remdesivir, prodotto dalla Gilead Sciences, è un antivirale ad ampio spettro che rende “ottimista” Francis Collins, direttore dei National Institutes of Health. Il farmaco genera una versione deformata di un nucleotide di cui il virus ha bisogno per riprodursi, impedendogli così di moltiplicarsi. Lo stesso tipo di strategia è alla base del successo della Gilead con il suo farmaco contro l’epatite C.

Il Remdesivir è promettente in quanto molto attivo contro quei virus il cui materiale genetico è costituito da RNA, come accade per i coronavirus. È stato testato con successo nei topi e nelle scimmie infette da MERS (un germe correlato), nonostante non si sia idmostrato altrettanto efficace una volta somministrato alle vittime dell’ebola in Congo a partire dal 2018.

A gennaio, nello stato di Washington, il remdesivir è stato somministrato con successo ad un uomo di 35 anni risultato positivo al coronavirus dopo un viaggio in Cina. Per verificarne l’efficacia, il NIH ha dichiarato che condurrà uno studio sul remdesivir presso il Centro medico dell’Università del Nebraska a Omaha, dove sono in quarantena alcuni americani affetti. Tra i partecipanti allo studio, alcuni soggetti riceveranno il farmaco e altri un’iniezione placebo. Il primo paziente arruolato nello studio è un americano che si trovava sulla nave da crociera Diamond Princess, uno dei più importanti focolai a livello globale.

Vaccini

La migliore difesa a lungo termine sarebbe un convenzionale vaccino. Lo svantaggio è che tali farmaci impiegano di solito tre o quattro anni per venire sviluppati e raggiungere il mercato, in quanto ci vuole tempo per dimostrarne l’efficacia preventiva e per la produzione di massa. Né è insolito che un vaccino faccia cilecca e costringa i ricercatori a ricominciare da capo.
Fortunatamente, esiste un gruppo di prototipi di vaccini già sviluppati contro la SARS, la malattia da coronavirus che ha ucciso più di 800 persone a partire dal 2003. Dopo che la SARS smise di diffondersi, i vaccini non furono più necessari, ma sono ora alla base degli studi sul nuovo virus.

Una delle società impegnate nello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus è la Sanofi. Il primo passo è la produzione dal virus di proteine chiamate antigeni; gli antigeni possono essere iniettati nel flusso sanguigno per educare il sistema immunitario dei pazienti a riconoscere il virus da combattere. Questo tipo di vaccino è solitamente prodotto nelle uova di gallina, un processo che richiede tempo. Non è facile trovare un milione di uova. La Sanofi ha sviluppato metodi alternativi per produrre antigeni all’interno delle cellule di insetti.

Vaccini più veloci

Alcune aziende stanno sperimentando nuovi tipi di vaccini che implicano l’iniezione di brevi filamenti di materiale genetico del virus direttamente nei corpi dei pazienti. In questo modo, le loro stesse cellule producono gli antigeni virali. Sebbene tali vaccini non abbiano ancora avuto un grande successo in medicina, sono tra le varietà più veloci da creare.

Questa settimana, per esempio, la Moderna Therapeutics ha dichiarato di aver già spedito alcune dosi di vaccino RNA alle autorità sanitarie dell’NIH. I vaccini potrebbero essere resi disponibili ai volontari per un test clinico a partire da aprile. “Non c’è mai stata tanta fretta di intervenire velocemente su di una pandemia”, dichiara Stephen Hoge, presidente della società.

Plasma dai sopravvissuti

Un individuo sopravvissuto all’infezione di un virus avrà il sangue brulicante di anticorpi contro il germe. È stato dimostrato che raccogliere il plasma sanguigno dei sopravvissuti e infonderlo in un’altra persona può, a volte, salvare la vita al secondo paziente. Sebbene l’efficacia del plasma non certa, i sopravvissuti la virus in Cina sono già oltre 27.000, un ampio numero di potenziali donatori. I medici di Shanghai stanno testando questa possibilità.

Farmaci contro l’HIV

Per aiutare i pazienti ridotti in gravi difficoltà respiratorie a causa del virus, i medici in Cina stanno dando la priorità a farmaci reperibili come alcuni già approvati per contenere le infezioni dil HIV. Un ospedale di Shanghai, ad esempio, ha testato su 52 pazienti una combinazione tra lopinavir e ritonavir. Pur non avendo finora avuto successo, sono previsti nuovi studi con altri farmaci come il Truvada, una pillola assunta una volta al giorno da persone che non hanno l’HIV, ma rischiano di contrarlo per via sessuale.

Chloroquine

Secondo alcuni post sui social media, la cura per il coronavirus sarebbe già nota, ovvero il vecchio farmaco anti-malaria, la clorochina. Non ci sono prove in merito, ma la Cina sta conducendo studi sul composto economico, ben studiato e prontamente disponibile, somministrando ai pazienti 400 milligrammi al giorno per cinque giorni. I primi test di laboratorio suggeriscono che il farmaco, scoperto nel 1934, potrebbe rivelarsi altamente efficace.

(lo)

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