Uno sciame di robot autonomi si organizza come cellule naturali

Prendendo spunto dai principi biologici dell’auto-organizzazione, centinaia di minuscoli robot sono stati progettati per lavorare in squadra.

di Charlotte Jee

Lo studio: Un gruppo di ricercatori è riuscito a fare in modo che 300 robot si organizzassero autonomamente senza seguire schemi predefiniti. La sola programmazione effettuata su ciascuno dei robot, grandi quanto una monetina, riguardava alcune regole di base, come la modalità di interazione – via infrarossi – con i propri vicini.

L’ispirazione: I robot sono stati programmati per agire come le cellule di un tessuto. Queste regole genetiche imitano il sistema responsabile dei cosiddetti pattern di Turing presenti in natura.

La novità? Non è la prima volta che viene creato uno “sciame” artificiale di robot. Negli esperimenti precedenti, però, la forma che i robot definivano assieme veniva predeterminata dai ricercatori. “L’aspetto affascinante, in questo caso, è che non esiste un piano principale; le forme emergono come conseguenza di semplici interazioni fra i robot”, spiega Sabine Hauert del laboratorio di robotica della Bristol University, una delle partecipanti al progetto.

Un primo caso: L’esperimento è una verifica teorica (le forme risultanti non rappresentano granché); allo stesso tempo, stiamo assistendo ai primi passi di qualcosa di emozionante. “Questi sciami sono dinamici, robusti e in grado di adattarsi, per cui i robot possono riorganizzarsi in caso di danno”, spiega James Sharpe, responsabile del progetto dall’Institute of Science and Technology di Barcellona. La ricerca è appena stata pubblicata su Science Robotics.

Potenziali applicazioni: Non è esagerato pensare all’impiego di migliaia di minuscoli robot per passare al setaccio settori colpiti da un terremoto, o comporre strutture tridimensionali come un ponte provvisorio, ma siamo ancora ben lontani da questo genere di traguardo.

(MO)

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