Una vita circolare per la plastica

La plastica ci circonda. Quale ruolo può avere in una economia circolare?

di Lisa Ovi

Il primo piano d’azione per l’economia circolare dell’Unione Europea risale al 2015 e descrive non solo le misure necessarie a stimolare la transizione dell’Europa verso un’economia circolare, ma anche come stimolare la competitività globale, promuovere la crescita economica sostenibile e creare nuovi posti di lavoro. Arricchito e riconfermato nel marzo 2020, il piano è un prerequisito fondamentale per portare l’UE alla neutralità climatica entro il 2050 e arrestare la perdita di biodiversità.

Protagonisti del concetto di economia circolare sono i rifiuti, in quanto l’attenzione viene reindirizzata dalla costante produzione di sempre nuovi prodotti e materiali al loro riutilizzo e riciclo. Il sito del Parlamento Europeo descrive l’economia circolare come un ‘modello di produzione e consumo, che prevede la condivisione, il noleggio, il riutilizzo, la riparazione, la ristrutturazione e il riciclo di materiali e prodotti esistenti il ​​più a lungo possibile’.

L’obiettivo di questa transizione è limitare l’inquinamento ambientale e lo sfruttamento delle risorse naturali, nonché favorire la biodiversità, proteggere la salute e promuovere l’indipendenza dei paesi dell’Unione da fonti di approvvigionamento esterne.

Tra i sorvegliati speciali del piano per la transizione verso un’economia circolare troviamo la plastica, un derivato del petrolio, tra i materiali più stabili e resistenti e quindi anche il più pervasivo dei rifiuti. Come può testimoniare chiunque abbia l’abitudine di differenziare i propri rifiuti – in particolare gli imballaggi – gli oggetti di plastica rappresentano la stragrande maggioranza di ciò che buttiamo quotidianamente. Né è ancora chiaro al pubblico quali prodotti possono essere riciclati e quali no. Ancora adesso, per esempio, nonostante gli anni di successo nel campo della raccolta differenziata, l’AMSA di Milano denuncia grandi quantità di ‘intrusi’ nei sacchi gialli dei milanesi.

Il corretto riciclo dei prodotti di plastica, infatti, richiede precise tecnologie non applicabili ad ogni prodotto. La recente direttiva UE che vieta l’utilizzo delle plastiche monouso è volta proprio a dare un taglio all’utilizzo di quei prodotti che più di altri hanno invaso ogni ecosistema.

Non tutti i prodotti di plastica possono però essere eliminati su due piedi dalla nostra vita e da quando l’Europa ha vietato l’esportazione di rifiuti in plastica non riciclabili, tocca proprio prendersi la responsabilità di come produciamo e utilizziamo questo materiale così comodo, ma anche così potenzialmente dannoso per la salute e l’ambiente, se non correttamente riciclato.

Adattare la plastica ad una economia circolare richiede la trasformazione di ogni fase della sua vita, dalla diversificazione delle materie prime, alla progettazione e realizzazione dei prodotti in un’ottica di sfruttamento efficace delle risorse e riciclabilità, al loro effettivo utilizzo e riciclo. Il compito di verificare che questa trasformazione avvenga ricade sulla Circular Plastics Alliance.

Avviata nel 2019, compito della CPA è portare il mercato dell’UE per la plastica riciclata a 10 milioni di tonnellate entro il 2025. Membri dell’Alleanza sono tutti gli attori pubblici e privati ​​delle catene di valore della plastica europee, come Versalis, società chimica di Eni, nonché la più grande società chimica italiana.

È proprio sui 3 pilastri della trasformazione circolare della plastica che la società chimica italiana punta di investire risorse e portare innovazione.

Materie prime

La ricerca di Versalis di materie prime innovative si muove sia nella direzione dello sviluppo di nuove opportunità di utilizzo di quelle tradizionali che nello sviluppo di nuove materie prime da fonti rinnovabili, grazie alla nuova business unit Biotech, dedicata al rafforzamento della chimica da fonti rinnovabili.

Versalis ha ottenuto la certificazione ISCC PLUS per monomeri, intermedi, polimeri ed elastomeri prodotti con materie prime sostenibili, da bionafta e da riciclo chimico, nei siti di Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna. La disponibilità di bionafta deriva dall’integrazione con Eni, che ha trasformato due raffinerie in bioraffinerie – le prime due al mondo – a Venezia e Gela, garantendo l’approvvigionamento di materia prima sostenibile che trae origine da oli vegetali, oli alimentari esausti o altre tipologie di scarti organici.

A Crescentino nei pressi di Vercelli, Versalis è impegnata nel riavvio della produzione di bioetanolo da zuccheri di seconda generazione utilizzando un sistema di riciclo totale delle acque di processo e rendendo il sito completamente indipendente da un punto di vista energetico, grazie alla valorizzazione della lignina, quella parte della biomassa vegetale non destinata alla produzione di zuccheri di seconda generazione, nella centrale termoelettrica. Anche l’approvvigionamento della materia prima necessaria (biomassa residuale non in concorrenza con la filiera alimentare) si serve di fornitori locali, siti non oltre i 70km, e da scarti della produzione delle industrie del legno.

A Porto Torres, in Sardegna, con la Joint Venture Matrìca, Versalis ha realizzato un’innovativa piattaforma di chimica da fonti rinnovabili per la produzione di biointermedi per applicazioni ad alto valore aggiunto come vernici e inchiostri, bioplastiche, biolubrificanti e bioerbicidi), tutto in linea con il modello di economia circolare. Sempre a Porto Torres, grazie ad una collaborazione con la società britannica AlphaBio Control, Versalis è attiva nel mercato dei prodotti per la protezione dell’agricoltura da fonti rinnovabili.

Eco-design

L’efficiente sfruttamento delle risorse in tutte le fasi del ciclo di vita e la riciclabilità dei prodotti possono essere assicurate solo in fase di progettazione. Nel caso di Versalis, troviamo il progetto Bag to Bag, che prevede l’utilizzo di imballaggi industriali riciclati , quali sacchi (Bag) e rivestimenti interni (Liner), per la spedizione di prodotti Versalis confezionati su pallet e via automezzi/container.

Consapevole dell’impatto delle microplastiche sugli ecosistemi, la società chimica ha aderito all’iniziative internazionale Operation Clean Sweep, un programma volontario progettato per prevenire e azzerare la perdita di granuli e frammenti di plastica nell’ambiente lungo l’intera catena del valore (produttori, trasformatori, compoundatori, trasportatori, riciclatori, ecc.), problema identificato come una delle fonti di inquinamento plastico marino.

Nasce da questo impegno il lancio da parte di Versalis di un innovativo grado di polistirene espandibile, che offre all’industria l’opportunità di aumentare la sostenibilità degli imballaggi sia alimentari che industriali, in quanto l’ottimale livello di fusione degli articoli minimizza la creazione di piccoli frammenti, riducendo così il rischio di dispersione di materiali plastici nell’ambiente.

Riciclo dei polimetri

La creazione di tecnologie per il riciclo dei polimeri si sviluppa su più fronti, meccanico, fisico e chimico, sia di plastiche che di gomme, attraverso la ricerca interna e in partnership con associazioni e consorzi.

Nascerà a Mantova un primo un primo impianto di riciclo da seimila tonnellate l’anno con la tecnologia Hoop, un processo virtuoso di riciclo della plastica teoricamente infinito, che permette di ottenere nuovi polimeri vergini idonei a ogni applicazione e con caratteristiche identiche a quelli che provengono da fonti fossili.

La nuova vita alle plastiche da riciclo è assicurata da Versalis Revive, sviluppati in collaborazione fra il Centro Ricerche Versalis di Mantova e la Montello SpA, operatore primario in Europa nelle tecnologie di recupero e riciclo della plastica. I nuovi prodotti garantiscono performance in grado di soddisfare le esigenze in molteplici applicazioni, in particolare nel settore agricolo per l’irrigazione a goccia e nel settore imballaggi anche per piccoli contenitori fino a cinque litri, e sono idonei a coprire anche applicazioni film come sacchi per i prodotti industriali o per il packaging delle acque minerali.

Sempre nello stabilimento di Mantova, Versalis produce polistirene espandibile contenente materia prima da riciclo fornita dal circuito della raccolta differenziata domestica italiana. Il prodotto finito può essere trasformato nelle stesse applicazioni del prodotto vergine: pannelli isolanti per il risparmio energetico in edilizia o packaging protettivo di elettrodomestici e mobili.

Ed è proprio presso le aree ristoro degli edifici Eni di San Donato Milanese che è partita l’iniziativa di raccolta dedicata dei bicchierini e palette del caffè che, grazie alla collaborazione della Municipalizzata AMSA e il Consorzio Corepla, permette la produzione di una materia prima seconda selezionata destinata ad alimentare l’impianto Versalis di Mantova.

I centri di ricerca di Ravenna e Ferrara son invece protagonisti di una collaborazione con AGR, società torinese proprietaria di una tecnologia per la devulcanizzazione di elastomeri post consumo. L’accordo ha l’obiettivo di mettere a fattor comune le rispettive competenze per sviluppare e commercializzare una nuova gamma di prodotti a base elastomerica ottenuta con gomma granulata proveniente da prodotti post consumo. L’iniziativa sarà sviluppata in collaborazione con il Consorzio EcoTyre, che gestisce una rete nazionale di raccolta e trattamento di Pneumatici Fuori Uso, dai quali sarà possibile ricavare la gomma granulata.

Da un accordo con Forever Plast S.p.A., società italiana leader a livello europeo nel settore del recupero e riciclo della plastica post-consumo, nasce invece una nuova gamma di prodotti in polistirene compatto realizzati a partire da imballaggi riciclati per applicazioni quali isolamento termico, imballaggio non alimentare e oggettistica per la casa. Ad aprile è stato lanciato anche un nuovo prodotto Versalis Revive, un innovativo vassoietto per l’imballaggio di alimenti riciclabile e generato da polistirene a sua volta riciclato sviluppato dalle aziende del gruppo Pro Food.

La complessità e portata di un piano per il trattamento circolare della plastica è difficile da comprendere. Ognuno di noi può allargare lo sguardo su di una qualunque stanza della propria casa e notare quanti prodotti in plastica non riciclabili e difficilmente sostituibili contiene. La transizione verso un’economia circolare richiederà una profonda trasformazione non solo delle industrie, ma anche delle nostre abitudini quotidiane, verso la consapevolezza del valore di ciascun oggetto che utilizziamo.

In un’economia circolare, il potere ultimo è nelle mani di noi singoli cittadini: a noi spetta il compito di preferire prodotti riutilizzabili, condivisibili e facilmente riciclabili a fine vita, promuovendo nuove abitudini contrarie alla cultura dell’usa e getta.

Immagine di: Versalis

(lo)

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