Una newsletter per confrontarsi sulle sicurezza delle elezioni

Dai voti per corrispondenza alla propaganda online, la tecnologia ha un ruolo enorme nelle elezioni statunitensi. La nostra nuova newsletter vuole essere un terreno di denuncia di eventuali brogli e di confronto serrato delle opinioni dei lettori.

di Gideon Lichfield

Le elezioni sono una tecnologia. Non intendo solo dire che si basano sulla tecnologia, sebbene la sicurezza informatica, i dati sugli elettori, la disinformazione e la pubblicità online siano tutti elementi centrali nel modo in cui avviene oggi il confronto elettorale. Voglio esattamente dire che le elezioni sono esse stesse una tecnologia, un meccanismo essenziale per il funzionamento di una società sana. Le elezioni consentono al potere di alternarsi tra diverse fazioni senza guerra civile; limitano la cattiva gestione, la corruzione e la tirannia; e forniscono un flusso costante di nuove idee su come gestire al meglio il paese.

La componente centrale di questa tecnologia, oltre alle urne e alle liste elettorali, è la fiducia. Se gli elettori non si sentono sicuri del meccanismo elettorale, viene meno l’obiettivo principale della consultazione: un governo che sia ampiamente accettato come legittimo. E la maggior parte degli americani, in questo momento, non sente di potersi fidare. 

In un sondaggio di Yahoo News/YouGov a settembre, solo il 22 per cento degli americani pensava che le elezioni sarebbero state “libere ed eque”. Un altro 32 per cento ha detto di avere scarsa fiducia e il 46 per cento nessuna. Ben la metà dei sostenitori di Donald Trump e il 37 per cento di quelli di Joe Biden hanno forti dubbi.

Trump è responsabile di questa situazione. Le sue ripetute affermazioni su frodi elettorali di massa e altre irregolarità di voto, anche se assolutamente false, spiegano l’alto livello di sfiducia nel voto tra i suoi stessi sostenitori. I suoi attacchi al servizio postale e il rifiuto di dire se accetterà il risultato elettorale allarmano gli elettori di Biden. Le macchine per il voto, esposte a un possibile hackeraggio, ancora utilizzate in alcuni stati americani e lo spettro persistente di interferenza russa di certo non aiutano. 

Dal momento che i democratici dovrebbero votare per posta con un tasso doppio dei repubblicani, gli esperti si aspettano che i primi esiti del voto favoriranno Trump, seguito da un ampio “spostamento blu” verso Biden nei giorni successivi, mentre vengono contate le schede per corrispondenza. Il presidente e i suoi sostenitori metteranno in dubbio i risultati e cercheranno di far annullare alcuni di questi voti dai tribunali. 

Si porranno così le basi per discussioni legali estese. Più di 300 cause legali sono già pendenti (molte promosse dai Democratici) per le regole di voto e le restrizioni che gli stati hanno imposto sulla scia del covid-19. Alcuni scenarihanno descrittocome questi scontri potrebbero ritardare il risultato per settimane e possibilmente richiedere il giudizio della Corte Suprema.

Niente di tutto ciò significa che Trump non possa vincere in modo equo. Anche con il vantaggio di Biden nei sondaggi, una vittoria (in gran parte) pulita di Trump è del tutto possibile, anche se come nel 2016 quasi certamente comporterà una grande disconnessione tra il voto popolare e il risultato del Collegio elettorale. Ancora una volta, però, è in gioco la legittimità del risultato agli occhi degli elettori, che Trump sta ferocemente minando. Questo è un male per l’America e per il mondo intero, chiunque vinca.

Per questo motivo “MIT Technology Review” lancia “Outcome”, una newsletter pop-up incentrata sulla sicurezza e l’integrità delle elezioni. Tratterà argomenti come la disinformazione, le macchine per il voto e la sicurezza informatica, ma soprattutto farà le stesse domande sulle elezioni che poniamo a ogni tecnologia: funziona come previsto? In che modo il potere e il denaro la stanno plasmando? C’è un abuso? Quali sono i suoi punti di forza e di debolezza? In definitiva, è sicura?

Il risultato arriverà nella casella di posta diversi giorni alla settimana e ci aspettiamo di mantenere il servizio attivo dopo il giorno delle elezioni, almeno fino a quando non ci sarà un risultato. L’autore principale è Patrick Howell O’Neill, il nostro redattore per la sicurezza informatica, ma ci saranno i contributi di tutta la redazione. 

Ci piacerebbe sentire l’opinione dei lettori, che si tratti di una lamentela, di una storia commovente di volontari che aiutano le persone a votare in sicurezza o di qualche sorprendente pubblicità politica.  Siamo su Twitter, Facebook oppure ci si può registrare a questo link per unirsi al confronto su come rendere di nuovo sicure le elezioni.

(rp)

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