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Ricercatori hanno testato su esseri umani un parassita della malaria geneticamente modificato che si è dimostrato sicuro e capace di provocare una risposta immunitaria.

di Michael Reilly

Potrebbe sembrare un metodo primitivo per combattere una delle malattie peggiori al mondo, ma 10 volontari sono stati esposti al morso di zanzare portatrici di malaria in un test sull’efficacia di un nuovo tipo di vaccino geneticamente modificato. Nessuno dei 10 si è ammalato e tutti hanno sviluppato i necessari anticorpi, a suggerire che il vaccino possa aver compiuto il proprio dovere.

Ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, diretti da Jim Kublin, hanno eliminato 3 geni dal DNA del parassita Plasmodium falciparum, responsabile della forma di malaria più comune in Africa.

Test precedentemente eseguiti su topi avevano dimostrato che eliminare questi geni è sufficiente ad interrompere del ciclo vitale del parassita—i topi infetti svilupparono gli anticorpi senza mai ammalarsi. I risultati dei test clinici eseguiti su pazienti umani sono stati pubblicati su Science Translational Medicine.

Si tratta di un passo promettente per un vaccino di cui c’è grande bisogno—l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato una media di 214 milioni di persone affette dalla malaria nel 2015 e 438,000 decessi.

Sono molti i vaccini in orso di sviluppo, ma tutti si accompagnano a grossi difetti. Uno chiamato RTS,S, ad esempio, sfrutta la forma geneticamente modificata di una proteina del P. falciparum per educare il sistema immunitario a riconoscere il parassita. Ha superato test clinici su umani di dimensioni imponenti e dovrebbe raggiungere il mercato di 3 paesi dell’Africa sub-Sahariana nel 2018.
È però efficace solo nel caso di un terzo dei pazienti.

Un altro metodo sotto test clinici prevede l’utilizzo delle radiazioni per danneggiare il DNA dei parassiti ed indebolirli prima che siano iniettati. Il vaccino, chiamato PfSPZ, si è dimostrato capace di fornire una protezione efficace per più di metà dei pazienti, ma solo dopo quattro giri di iniezioni.

Le radiazioni danneggiano il DNA a caso, laddove l’eliminazione calcolata di geni promette risultati ripetibili—a possibile spiegazione del fatto che i volontari abbiano dato tutti i medesimi risultati, cosa che rende quest’ultimo vaccino particolarmente interessante. I risultati finora ottenuti non sono però ancora sufficienti. Tanto per cominciare, i volontari esposti ai parassiti modificati non hanno mai incontrato la malattia nella sua forma naturale per vedere se il loro sistema immunitario sia capace di combatterla. Il prossimo passo chiave dovrebbe aver luogo l’anno prossimo, da quanto si legge su Science.

Se tutto andrà , il vaccino dovrebbe poi essere ammesso a test clinici su larga scala. Fino a quel momento, un vaccino che fosse capace di salvare metà o anche solo un terzo dei pazienti, per quanto insoddisfacente, preserverebbe comunque migliaia di vite, non meno di quanto non abbia fatto la distribuzione di reti per proteggere i letti dalle zanzare. Chi fosse ancora insoddisfatto di queste soluzioni contro una delle maggiori sfide sanitarie del mondo, potrebbe sempre creare zanzare geneticamente modificate per estinguersi.

(LO)