Il 12 novembre 2014 entra di diritto negli annali delle imprese spaziali storiche.
di Alessandro Ovi
Arrivando a Darmstadt da Bologna, presto la mattina, dopo una sveglia alle 4, ho visto gli occhi dei capi operazioni in sala controllo, pieni di sonno, più dei miei. La notte che aveva preceduto il giorno della discesa sulla cometa di Philae, il lander di Rosetta, non era stata tranquilla.
Le autorizzazioni a procedere, i cosiddetti GO, si erano succedute con momenti di nervosismo, e dopo 4 di queste l’avvio della procedura di separazione è stata autorizzata.
Il primo si riferiva alla conferma che Rosetta era nell’orbita giusta per far scendere il Lander; il secondo è stato la verifica che i comandi per avviare la separazione funzionavano correttamente; il terzo, riguardava il controllo della buona condizione degli apparati del lander, e qui si è evidenziata la criticità che ha richiesto un quarto GO.
Il problema maggiore è un malfunzionamento del sistema di discesa attiva. Un getto verso l’alto che a fornisce una spinta per evitare rimbalzi al momento atterraggio..
“Abbiamo deciso di andare avanti”, spiega Paolo Ferri, direttore per le operazioni di ESA. “Forse non è il sistema di discesa a non funzionare, ma il suo sensore, e comunque… non c’è nulla che possiamo fare a questo punto”. Si conta sulle viti da ghiaccio installate in ciascuno dei piedi della sonda e su un sistema ad arpione per bloccare Philae alla superficie della Cometa. Aspettiamo e sapremo. Tuttavia il fatto che Philae si sia staccato è importantissimo, perché siamo certi che ora Rosetta potrà continuare la sua missione seguendo la cometa fino al giro attorno al sole.
La separazione avviene alle 9:35, ora di Darmstadt, ma per la conferma bisogna aspettare 28 minuti e 30 secondi. Quando il segnale arriva lo si vede dalle strette di mano e dagli abbracci di Ferri e Accomazzo gioia e sollievo assieme, ben evidenti.
A questo punto i momenti delicati sarebbero poi stati due:
– Il collegamento radio di Philae con Rosetta per poter ‘dialogare’ con la terra già a partire dalla discesa, che sarebbe durata sette ore. Ricordiamo che solo Rosetta ha radio abbastanza potenti da farsi sentire da uno dei due centri di ascolto in Australia e in Argentina (e comunque sempre con un ritardo di circa 24 minuti data la enorme distanza che il segnale deve percorrere)
– Il contatto di Philae con la superficie della cometa, restandole attaccato senza rimbalzare e senza perdere il collegamento radio con Rosetta (il che significa senza perdere l’assetto dell’antenna)
Nelle ore che passano in attesa di questi ‘momenti’la mente corre alla storia di questi dieci anni non facili:
– Il lancio, effettuato il 2 marzo 2004.
– Il primo giro attorno alla terra per acquistare velocità, compiuto il 4 Marzo 2005.
– Il giro attorno a Marte, sempre per acquistare velocità: 27 febbraio 2007.
– Il secondo giro attorno alla terra, effettuato il 13 Novembre 2007.
– Il passaggio vicino all’asteroide Steins del 5 settembre 2008.
– Il terzo giro intorno alla terra, avvenuto il 13 Nov 2009.
– Il Passaggio vicino all’asteroide Lutetia, effettuato il 10 luglio 2010.
– L’inizio del periodo di ibernazione nello spazio profondo: 8 giugno 2011.
– La fine dell’ibernazione: Rosetta si riaccende il 7 maggio0 2014.
– L’aggancio della Cometa, effettuato con successo il 6 Agosto 2014.
– La discesa del Lander: 12 Nov 2014.
. 13 Agosto 2015: Passaggio per il punto più vicino al sole.
In tutti questi anni Rosetta si è portata a bordo la strumentazione progettata e costruita negli anni precedenti il 2004 che, anche dopo dieci anni passati nelle condizioni estreme dello spazio profondo, funzionano normalmente.
Si tratta di 20 strumenti, di cui due prodotti negli stati uniti e 18 in Europa.
Per i 18 Europei, 9 sono i paesi coinvolti: Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Austria, Svezia, Svizzera, Finlandia, Ungheria.
Per l’Italia, l’Agenzia Spaziale Italiana ha coordinato il lavoro di quattro università, ciascuna delle quali con un PI (Principal Investigator: Prof.ssa Amalia Ercoli Finzi, Politecnico di Milano; Prof. Cesare Barbieri, Università di Padova; Prof. Fabrizio Capaccioni, IAPS, INAF Roma;Prof.ssa Alessandra Rotundi, Università Parthenope di Napoli) e di aziende diverse ad elevatissimo livello di tecnologia. Tra queste, la più impegnata, specialista della ingegneria dello spazio, è stata Galileo, più tardi confluita in Selex (gruppo Finmeccanica), ma ha contribuito anche un’azienda non particolarmente impegnata nello spazio, ma regina dei materiali compositi (fibre di carbonio), la Dallara.
Dopo il successo della lunga e difficilissima fase di navigazione che ci ha visto protagonisti con Ferri e Accomazzo e la loro squadra di Spagnoli, tedeschi, Francesi ed Inglesi, comincia il momento della valutazione scientifica. Si vuole cogliere dalla analisi della cometa ogni segnale , anche il più piccolo per avere qualche risposta alle domande che ancora abbiamo sulla origine del sistema solare e forse anche della origine della vita.
(MO)