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    Un contributo cinese alla mobilità sostenibile

    Si concentra sul biocombustibile JetA1, prodotto da semi di tung tree, la scelta verde della Cina per gli aerei Air China. Ma non tutti i problemi sembrano risolti.

    di Alessandro Ovi

    è dalla fine dello scorso anno che la Cina sta conducendo test per utilizzare sugli aerei della Air China miscele di biocarburanti e di benzina avio tradizionale.

    Il biocombustibile JetA1 utilizzato viene prodotto da semi di ‘tung tree’, comunemente noto come Japtropha e viene definito come un ‘drop in’ , ovvero mescolato al combustibile tradizionale senza la necessità di nessuna modifica ai motori.

    La sperimentazione ha un impatto rilevante sulla emissione di CO2 da parte del trasporto aereo perché China Air è una delle maggiori linee aree cinesi , e la decima al mondo per dimensione della flotta.

    Secondo la Agenzia Internazionale per l’Energia, la Cina guida la crescita della domanda a livello mondiale con 5.6% previsto nel 2012. La domanda globale di combustibile tipo Jet A1 è previsto che raggiunga 239,4 milioni di galloni nel 2012con una crescita media del 2.3% annuo nei cinque anni precedenti.

    Ciò che rende significativo il caso cinese è la grande attesa di crescita della capacità di trasporto della aviazione civile del paese.

    A parte i buoni risultati dei test in volo, restano ancora alcuni problemi da risolvere legati alla produzione del biocombustibile, lo HRJ (Hydro-treated Renewable Fuel prodotto con un processo Honeywell/Universal oil Products il cui utilizzo viene concesso con una licenza non esclusiva.

    Questo processo è il risultato di oltre dieci anni di ricerca e sviluppo per convertire la Jatropha in Jet A-1 ma ora, che un buon risultato è stato raggiunto,

    PetroChina è pronta a salire con la produzione a 60000 ton/anno all’anno entro il 2014. La Cina ha una buona tradizione nello sviluppo dei biocombustibili per uso industriale. Alla fine del 2009 Boeing Cina aveva firmato un accordo con la Accademia delle Scienze Cinese per ricerca e sviluppo su biocombustibili da Jatropha piantata nel 2007. La pianta sia coltivata che cresciuta autonomamente, può trovarsi nelle province. La Agenzia stampa Xinhua news sostiene che il paese potrà avere 13 milioni di ettari di piantagioni per biocarburanti entro il 2020 con una capacità produttiva di 6 milioni di ton. Di biocarburante all’anno.

    Tuttavia la produzione di Jatropha ha le sue controindicazioni. è vero che cresce bene spontaneamente nelle regioni tropicali, e che può anche essere coltivata il terreni non adatti alla agricoltura per alimentazione, tuttavia è anche vero che la sua produzione è molto più elevata in terreni normalmente usati per agricoltura.

    è facile immaginare perciò che se la popolarità della Jatropa dovesse aumentare molto, bisognerà essere molto attenti a che la sua coltivazione non entri in conflitto con quella agricola per alimenti, riducendone la produzione.

    Comunque sperimentazioni iniziali dimostrano che la Jatropha se coltivata con alte rese di biocombustibile ha bisogno di acqua e fertilizzanti almeno in misura pari alle coltivazioni per uso alimentare.

    Una seconda controindicazione sostanziale riguarda invece le tecniche di produzione . La jatropha viene attualmente raccolta a mano, ed i coltivatori hanno potuto notare che la quantità di lavoro necessaria è notevolmente superiore a quella prevista. Il conseguente incremento di costi potrebbe richiedere investimenti in forme di raccolta meccanizzata

    La produzione di Jatropha Commerciale sta tuttavia avviandosi in tutto il modo dall’Africa, all’India al Sud America, ma è probabile che sarà la Cina la prima ad operare su larga scala, se troverà sufficienti estensioni di terreno per la Jatropha che non interferiscano con la produzione alimentare.

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