Intervento della polizia a una conferenza (troppo affollata) sui metodi di ringiovanimento

Juan Carlos Izpisua Belmonte ha parlato di tecnologia anti-invecchiamento a una conferenza sulle cellule staminali a Boston e ha attirato una folla troppo numerosa.

Non capita tutti i giorni che la polizia sfondi le porte di un evento scientifico ed espella metà del pubblico. 

Ma è quello che è successo venerdì al Boston Convention and Exhibition Center durante una serie di presentazioni scientifiche a cui ha partecipato Juan Carlos Izpisua Belmonte, specialista in tecnologie di “ringiovanimento” presso una ricca e riservata startup anti-invecchiamento chiamata Altos Labs.

Interrompendo un altro oratore a metà frase, gli agenti hanno ordinato a gran voce a chiunque non avesse un posto a sedere di andarsene, dopo che una folla straripante ha iniziato a fare a gara per trovare posto nei corridoi.

“Non potete rientrare!”. Così un funzionario della conferenza ha detto alla folla di dottorandi e postdoc che hanno iniziato a radunarsi vicino alle porte di ingresso dopo essere stati scortati fuori dalla sala.

Questo episodio mostra come stia crescendo l’entusiasmo man mano che i ricercatori scoprono i segreti della vita e alcuni, come Belmonte, sostengono che in futuro si userà la tecnologia molecolare per estendere la durata della vita di 40 anni o più.

Il tema dell’evento di Boston non era nemmeno il contrasto dell’invecchiamento. Si trattava di un convegno di specialisti delle cellule staminali. L’idea di questi ricercatori è quella di imitare, in laboratorio, il modo in cui le cellule umane si sviluppano durante la gravidanza per svolgere le loro funzioni. I risultati includono già organoidi che crescono fino ad assomigliare a cervelli fetali, nonché cellule della retina fabbricate che sono state iniettate negli occhi di persone cieche, con risultati iniziali promettenti.  

Tuttavia, mentre i ricercatori sulle cellule staminali vogliono copiare i processi molecolari che gli organismi utilizzano per svilupparsi, le nuove scoperte potrebbero consentire ai ricercatori di invertire il processo e quindi di ringiovanire gli animali vecchi. 

“È un’impresa grandiosa per un ingegnere: l’inversione del processo vitale”, ha detto Haifan Lin, biologo cellulare dell’Università di Yale e presidente della International Society for Stem Research, che ha organizzato l’incontro.

E questo spiega l’esuberanza dei partecipanti, mi ha detto Lin più tardi nel corso della giornata. “Mi scuso se c’è stata un’interruzione. Ma fate un passo indietro”, ha aggiunto. “Per questo settore è un buon segno che ci sia così tanto interesse. È un argomento caldo. Più caldo di quanto ci aspettassimo”.

Altos Labs 

Dopo aver assistito all’agitazione della folla di ricercatori venerdì scorso, è facile immaginare le rivolte nelle strade se la scienza scoprisse davvero la cura per l’invecchiamento, che all’inizio sarebbe sicuramente un rimedio molto costoso per i ricchi. 

La folla era venuta a sentire quanto la scienza sia vicina a invertire gli effetti dell’età. Speravano anche di intravedere Izpisua Belmonte, il leader di un nuovo concetto tecnologico per invertire l’invecchiamento chiamato “riprogrammazione cellulare”. 

Lo scienziato spagnolo, che di solito indossa il suo caratteristico cappotto sportivo blu, lavora per cercare di ringiovanire interi animali, o parti di essi, dal 2016, quando ha riferito che i topi malati vivevano il 30% in più del previsto dopo aver ricevuto un cocktail di speciali proteine di riprogrammazione.

Le sue idee sono venute alla ribalta due anni fa, quando è stato reclutato da Altos Labs, una società creata da miliardari per sviluppare quella che chiamano tecnologia di ringiovanimento. Altos, con ben 3 miliardi di dollari di fondi per l’avvio, è tra le startup biomediche meglio finanziate di tutti i tempi, se non la più ricca in assoluto.   

Si può pensare ad Altos come a una versione biomedica di OpenAI, la società di software che rilascia chatbot intelligenti. Come OpenAI, Altos ha raccolto talenti tecnici e risorse finanziarie, e richiama molto l’attenzione perché sviluppa una tecnologia che potrebbe trasformare radicalmente la società.

Altos dispone di ampi finanziamenti per studiare il ringiovanimento e, se possibile, per conquistare il mercato con gli approcci più promettenti. L’azienda ha fondato istituti a Cambridge, nel Regno Unito, a San Diego e nella Bay Area di San Francisco. Wolf Reik, direttore dell’istituto di Cambridge, ha parlato anche durante l’evento di Boston e ha menzionato il “bellissimo edificio” che Altos occupa lì. Ha mostrato una foto di lavoratori allineati in un atrio e si è riferito a loro come “molte persone felici. Persone felici in camice da laboratorio”.

Reik stava scherzando, ma non del tutto. A differenza dei lavoratori delle università, i ricercatori di Altos non devono spendere tempo per richiedere sovvenzioni. Altos paga al suo personale di punta stipendi di un milione di dollari e ai giovani scienziati dà il doppio di quanto potrebbero guadagnare. È un posto invidiabile per fare scienza, ma con una missione commerciale. Reik ha detto che il mese scorso il suo gruppo ha presentato la prima domanda di brevetto per le sue scoperte.

Durante il suo intervento, Izpisua Belmonte, che dirige l’avamposto di Altos a San Diego, ha passato in rassegna le prove – pubblicate e no – che, a suo dire, supportano il fenomeno del ringiovanimento, o dell’inversione de facto dell’età dei tessuti. 

Tutto ha a che fare con l’epigenoma, la serie di controlli chimici sui nostri geni e intorno ad essi che determina quali sono attivi e quali no. Questi controlli possono modulare singoli geni o ampi tratti di cromosomi. Izpisua Belmonte ritiene che la “disregolazione” di questi sistemi di controllo sia un processo fondamentale alla base dell’invecchiamento e di molte malattie.

Per ringiovanire le cellule, sta cercando un modo per riprogrammare o resettare l’epigenoma. Durante il suo intervento, ha illustrato esempi di come le cellule riprogrammate diventino più resistenti allo stress e ai danni. Nel complesso, sembrano comportarsi come se fossero più giovani. 

In un esperimento, ad esempio, il suo laboratorio ha somministrato ai topi dosi elevatissime di acetaminofene, che di solito sono fatali. Tuttavia, se ai topi viene somministrato un trattamento di riprogrammazione, che consiste in speciali proteine chiamate fattori Yamanaka, la metà sopravvive. “Riduciamo la mortalità di circa il 50%”, ha affermato Izpisua Belmonte. 

Ha anche descritto esperimenti in cui ai topi mutanti è stato permesso di ingurgitare cibo ad alto contenuto di grassi. Sono diventati obesi, ma non se è stata somministrata loro una piccola dose delle stesse proteine di riprogrammazione. In qualche modo, ha detto, la procedura può “prevenire l’aumento del tessuto adiposo”. 

Come mai la riprogrammazione può avere effetti così diversi, ma molto utili, sui topi? Questo è il mistero che sta cercando di svelare. “Potrei continuare a parlare degli esperimenti che abbiamo fatto in laboratorio negli ultimi anni”, ha detto Izpisua Belmonte. Converrete con me che è strano disporre di una medicina che può curare tutte queste cose”. 

È dunque questa la fonte della giovinezza? Molti ricercatori rimangono scettici e alcuni sostengono che le enfatiche affermazioni di Izpisua Belmonte dovrebbero essere accompagnate da ulteriori prove. Su Twitter, il biologo Lluis Montoliu ha messo in guardia dal “clamore ingiustificato” e ha detto che i ricercatori dovrebbero “aspettare di vedere” le pubblicazioni scientifiche.

DNA spazzatura 

Mentre la polizia teneva gli astanti lontani dall’ingresso, Izpisua Belmonte ha presentato le prove di quello che, a suo dire, è un secondo metodo per ottenere risultati di ringiovanimento, che anche Altos sta approfondendo.

Alcuni ricercatori sospettano che l’invecchiamento possa far perdere alle nostre cellule il controllo su parte del cosiddetto DNA spazzatura (DNA non codificante), che costituisce il 45% del nostro genoma. Questo DNA è il residuo di geni noti come elementi trasponibili, o geni saltatori, che sono in grado di copiare se stessi, un po’ come un virus.   

Il ruolo di questi elementi genetici parassiti rimane misterioso. Potrebbero essere utili in qualche modo, aiutandoci a evolvere mescolando pezzi di codice genetico, ma sono anche considerati la causa di problemi di salute. 

“C’è un lato positivo, ma finora è per lo più negativo”, dice Lin, il cui laboratorio ha studiato come le nostre cellule cerchino continuamente di sopprimere gli elementi trasponibili. 

È noto che con l’avanzare dell’età la nostra capacità di silenziare questi elementi sembra diminuire gradualmente, per diverse ragioni tra cui i cambiamenti dell’epigenoma, che aiuta a tenerli sotto controllo. Alcuni ricercatori descrivono una battaglia quasi costante tra i geni che saltano e l’epigenoma, una battaglia che le cellule iniziano a perdere con il passare degli anni. 

Per verificare il collegamento, Izpisua Belmonte ha spiegato al pubblico di aver utilizzato farmaci genetici per sopprimere artificialmente questi elementi, in particolare uno chiamato LINE-1, che da solo rappresenta circa il 18% del codice genetico umano.  

In questo modo, sostiene, è possibile ottenere effetti di ringiovanimento molto simili a quelli della tecnologia di riprogrammazione. Per esempio, secondo dati non pubblicati, la cartilagine dei topi può essere “ringiovanita” riprogrammando o silenziando gli effetti degli elementi trasponibili. 

Sono affermazioni forti che dovranno essere confermate, ma uno scienziato con cui ho parlato ritiene che Izpisua Belmonte si trovi un po’ in difficoltà. “Lavorando ad Altos, sono sotto pressione per ottenere risultati”, afferma Rudolf Jaenisch, professore al MIT e al Whitehead Institute. “Ma ha in mente le domande giuste. Questi elementi trasponibili sono sottovalutati nell’invecchiamento e nel modo in cui modellano il genoma”.  

Altos è quindi vicino alla fonte della giovinezza e a un intervento farmacologico che potrebbe riportare indietro l’orologio? Chi lo sa. Di certo non lo sanno gli scienziati che non sono riusciti a partecipare alla conferenza.  

Quando ha saputo di cosa aveva discusso Izpisua Belmonte, Lin, il presidente della società delle cellule staminali, ha detto di essere deluso di esserselo perso.  “Avrei voluto esserci. Ma c’era già troppa gente che violava le norme antincendio”. 

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