Il nuovo tavolo io.T (Intelligence of Tecno) interagisce e dà servizi a chi ci lavora.
di Giuseppe Caravita (Fonte ST/Pepite.info)
Un imprenditore, ai massimi livelli del suo settore, che nel 2010 lascia il suo primo amore, Poltrona Frau, un grande gruppo ormai consolidato. Ma sei mesi dopo si ritrova a acquistare, per antico fascino, un’altra azienda, TECNO, uno dei simboli storici del design italiano, protagonista dagli anni ’50 di quanto di meglio può arredare spazi di lavoro, dalle scrivanie alle lampade, alle pareti divisorie.
Eppure Tecno, racconta Giuliano Mosconi, l’imprenditore oggi presidente e AD di Tecno spa, come tutte le belle donne era un po’ invecchiata. Lo stile sempre alto, la qualità anche. “Ma era necessaria un’azione forte di rilancio- dice – e non solo sul design”. Il mio ambiente di lavoro ideale dovunque io vada. E così due anni fa il team di Mosconi si mise a riflettere su ciò che oggi “abita” gli spazi terziari di tutto il mondo.
“Chi ci lavora. E oggi il lavoro è molto cambiato. Sulla scrivania non c’è più la foto dei figli e della moglie. La postazione è divenuta dinamica, ma allo stesso tempo richiede tutte quelle caratteristiche personali, quei servizi e profili necessari a lavorare bene. Perciò ci chiedemmo: supponiamo di creare un tavolo di lavoro che istantaneamente riconosca chi lo ha prenotato. Aggiusti luce e temperatura desiderata, metta a disposizione le informazioni per lavorare. E che la posizione sia a Milano, New York, Londra non deve importare. La personalizzazione viaggia sulla rete aziendale”
La filiera che non esisteva
Di qui, due anni fa, i primi contatti tra la Tecno e STMicroelectronics. “All’inizio parlavamo due linguaggi diversi. Noi i falegnami, loro i tecnologi digitali. Ma poi, piano piano, abbiamo cominciato a intenderci. Fino ad arrivare al progetto definitivo, ora in fase di produzione su una prima serie”.
Ed è più di un modulo elettronico e sensoriale collegabile al tavolo o a una parete divisoria. “Abbiamo via via formato una vera e propria filiera – spiega Riccardo Brugnoli esperto di sviluppo di applicazioni IoT per la regione EMEA di STMicroelectronics – oltre a Tecno e a noi (per le tecnologie di base), Gtp per il design, Infosolution per la costruzione della board, Telecom Italia per i servizi di rete, Ilevia e Microsoft rispettivamente per la raccolta dati e il cloud, Digitronica per la sicurezza e controllo degli accessi”.
Una squadra di tutto rispetto, cresciuta nel tempo, per un progetto che va ben oltre le singole scrivanie.
Più informazioni, meno consumi
“Parliamo di organizzazioni con migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo – continua Mosconi. Il nostro tavolo io.T (Intelligence of Tecno) interagisce e dà servizi a chi ci lavora. Però dall’altro lato dialoga anche il responsabile in azienda dei servizi generali. E questo permette di ottimizzarne l’utilizzo. Gestire gli spazi, risparmiare. Ogni profilo di lavoro diventa indipendente dal luogo fisico”.
“Tutto questo è molto importante per chi oggi fa mobile working – continua Brugnoli e quindi usa una postazione solo temporaneamente”. Risultato: su medie e grandi organizzazioni l’investimento sul tavolo sensoriale dovrebbe ripagarsi.
Su scale più piccole dipende dalla focalizzazione e dal valore aggiunto per l’azienda.
Le principali funzioni del sistema sono oggi l’identificazione e controllo accessi, il carica batterie wireless, sensori per la temperatura, l’illuminazione, la pressione e l’umidità dell’ambiente e sensori di prossimità.
“Ovvio che passare da una scrivania singola a un tavolo riunioni non sia molto difficile. Si tratta di istruire il tavolo a assegnare ad ogni partecipante il suo posto, e a rendere disponibile le presentazioni. Si può creare una regia accurata di ogni meeting”. E così la sicurezza. Inoltre in caso di emergenza il sistema sa dove sono le persone e quali ambienti sono occupati e le istruzioni sono mirate alla persona. I dati vengono raccolti e messi a disposizione del sistema di gestione dell’edificio ed incrociati con quelli provenienti dal controllo accessi.
“In realtà – dice Mosconi – noi raccogliamo un gran numero di informazioni tramite il tavolo. E queste vanno anche nell’altra direzione, verso il facility manager, verso colui che amministra strutture complesse e deve ottimizzare l’uso degli spazi, controllare i consumi di energia e così via. Quindi abbiamo due facce. Portare benessere digitale a chi lavora e raccogliere informazioni importanti per l’azienda”.
Anche le meno ovvie. “Se devo fare modificare un layout di un ufficio o traslocare in un altro edificio – dice Brugnoli – non ho più bisogno di fare un inventario. E’ già tutto nel database sul cloud. E la tecnologia si sposta con il tavolo. La riallaccio con un solo cavo. Facile, fossero anche 1000 scrivanie!”
Tecno in effetti arreda spazi per grandissime organizzazioni.
In futuro non solo scrivanie
Oggi, alla Tecno, stanno ripensando le stesse scrivanie. Sia sotto il profilo dei materiali, che non devono in alcun modo ostacolare l’elettronica e il wireless, sia nella modularità.
“Stiamo lavorando alla separazione del piano dalla struttura – dice Mosconi – in modo da offrire scrivanie più o meno intelligenti ma tra loro identiche. E poi ci siamo esercitati a inserire l’elettronica su prodotti di decenni fa, come la scrivania Nomos degli anni 80 e una lampada di 50 anni. Nessun problema”.
Interessante infine che il progetto io.T di TECNO sia il primo del suo genere al mondo. “Non ci risultano concorrenti attivi su questo terreno – dice Mosconi – e quindi abbiamo al momento un vantaggio competitivo. Stiamo producendo i primi 200 esemplari e quando saranno sul mercato, in realtà, dovremo correre”.
E inoltre Tecno è la prima azienda italiana di un settore tradizionalecome l’arredo a sposare l’internet delle cose. Antesignana di un trend che poi si diffonderà ad altri comparti o nobile caso isolato?
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