Startup intende curare la distrofia muscolare con il CRISPR

Gruppi di pazienti scommettono sul gene-editing come la promessa migliore contro la malattia.

di Antonio Regalado

La CureDuchenne, un ente benefico di Newport Beach, in California, finanzierà con 5 milioni la startup Exonics Therapeutics.

Secondo Jak Knowles, medico e CEO della nuova società, la speranza è quella di poter trovare velocemente una correzione dell’errore genetico che provoca la Duchenne, malattia fatale, in un bambino di sesso maschile ogni 3500. Il nuovo trend che vede enti benefici finanziare direttamente lo sviluppo di farmaci prende il nome di “filantropia di ventura”, una pratica che può portare ottimi profitti. Nel 2014, la Cystic Fibrosis Foundation ha venduto per 3.3 miliardi di dollari i diritti ad un farmaco, il Kalydeco, nel cui sviluppo aveva investito 150 milioni. E’ la prima volta che la CureDuchenne investe tanto in una singola società. La speranza è che il gene editing possa portare a risultati molto migliori contro la Duchenne di quelli ottenuti dagli attuali farmaci.

La Exonics porterà avanti studi nati presso il University of Texas Southwestern Medical Center, dove Eric Olson e colleghi hanno curato topi affetti da distrofia muscolare con il metodo CRISPR. MIT Technology Review ha studiato i risultati di Olson l’anno scorso.

Olson, cofondatore della società e proprietario di un pacchetto di azioni della stessa, intende passare presto a cani e scimmie, con la speranza di poter poi procedere velocemente con pazienti umani. Olson ha avuto occasione di ricevere finanziamenti da investitori tradizionali od associarsi a qualche grande società farmaceutica, ma ha deciso che una società sostenuta da un gruppo di pazienti avrebbe meglio favorito un veloce sviluppo del trattamento. Ufficialmente, l’utilizzo del metodo CRISPR sarebbe dominato da tre società—Editas Medicine, Intellia Therapeutics, e CRISPR Therapeutics—tutte site a Cambridge, nel Massachusetts, che hanno già messo insieme un miliardo di dollari tra tutte e tre.

Editas e CRISPR Therapeutics, sono dichiaratamente interessate alla distrofia muscolare, ma non si tratta del primo dei loro obbiettivi. Le società stanno per ora puntando piuttosto su cure contro cecità, disturbi del sangue, malattie epatiche e cancro. Secondo Knowles, la CureDuchenne temeva che la malattia non stesse ricevendo le attenzioni necessarie ad ottenere i risultati veloci possibili in assenza dei conflitti interni di una grande società.

Il metodo CRISPR e’ sufficientemente versatile da poter essere applicato alla ricerca di cure per innumerevoli malattie genetiche rare, molte delle quali attualmente incurabili.
Il gene da riparare nel caso della Duchenne prende il nome di distrofina e venne scoperto 30 anni fa. I bambini a cui manca una copia funzionante del gene raggiungono la paralisi quando i loro muscoli si consumano completamente e muoiono di insufficienza cardiaca entro i 25 anni.

Olson ed altri hanno già dimostrato che il CRISPR può riparare il gene nei topi, ma gli ingredienti per il gene-editing non sono mai stati iniettati direttamente in una persona vivente come vorrebbe fare la Exonics. I pazienti riceverebbero un’iniezione con trilioni di virus, ciascuno portatore delle istruzioni necessarie a modificare il genoma delle loro cellule muscolari. Se fosse possibile modificare anche solo il 15 percento delle cellule muscolari, Olson crede che si potrebbe arrestare il progresso della malattia.

Poiché le mutazioni del gene distrofina che possono condurre alla distrofia muscolare sono numerose, il trattamento non potrà inizialmente correggerle tutte. Secondo Olson, il trattamento su cui sta lavorando mira ad una parte del gene chiamata “exon 51” e, nel caso funzionasse, potrebbe cominciare ad aiutare il 13 percento dei bambini affetti dalla malattia. Gli esperti nello sviluppo di farmaci mettono in guardia sul fatto che gli studi condotti con il CRISPR potrebbero non portare ai risultati sperati. “Ci si preoccupa del fatto che i pazienti possano aver coltivato la speranza che il CRISPR sarà capace di rimetterli in piedi e farli camminare,” racconta Susan J. Ward, direttore del Collaborative Trajectory Analysis Project.

La verità è che ritardi di anni, o anche decenni, sono comuni quando gli scienziati cercano di creare trattamenti con una nuova tecnologia, che si tratti di ostacoli imprevisti o problemi di sicurezza.

Immagine: Immagine al microscopio della proteina distrofina (rrosso) tra fibre muscolari normali. I pazienti affetti dalla distrofia muscolare sono privi di distrofina

(LO)

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