Smart mobility: una trasformazione radicale dei trasporti

Dobbiamo trasformare il settore dei trasporti, uno dei maggiori indiziati in fatto di emissioni nocive al clima.

di Lisa Ovi

Parlare di smart mobility significa parlare di una trasformazione radicale nel settore dei trasporti improntata alla sostenibilità. Sostenibilità nel campo dei trasporti non significa solo abbandonare i combustibili fossili, ma anche adottare politiche di condivisione dei veicoli (car sharing e car pooling), intervenire a livello di infrastrutture con la costruzione di piste ciclabili, reti di rifornimento per la mobilità elettrica, sviluppare applicazioni digitali in grado di migliorare o integrare il trasporto pubblico.

I settore dei trasporti può essere semplificato distinguendo tra privato e pubblico. La diffusione delle auto private ha trasformato le città e il nostro stile di vita. L’aumento dell’urbanizzazione e e la crescita demografica hanno reso il traffico stradale un grosso problema per la mobilità e per la qualità dell’aria in tutto il mondo, soprattutto nelle città.

La mappatura satellitare dei livelli di inquinamento atmosferico generate da programmi di monitoraggio come Copernicus, della ESA, parlano chiaro. La necessità di riportare sotto controllo le emissioni coinvolge soprattutto le aree urbane e industrializzate del pianeta. In particolare, la Pianura Padana spicca come una delle macchie più vistose in Europa.

In un futuro sostenibile, il settore privato dei trasporti sarà sempre più connesso e condiviso, ma soprattutto ad emissioni zero. Una mobilità connessa promette non solo maggiore flessibilità e sicurezza, ma è anche alla base della mobilità condivisa. Ne è esempio promettente il boom nei servizi di car sharing che ha visto coinvolte le principali città del mondo, comprese città italiane come Milano o Roma.

Trasformare il settore dei trasporti richiede dunque collaborazione. Servono applicazioni che connettano città e mezzi di trasporto, serve una copertura satellitare che possa sostenere un simile grado di connettività, serve l’impegno ad abbandonare i combustibili fossili in favore di energie rinnovabili, come elettricità o in un prossimo futuro, l’idrogeno.

Un esempio di integrazione viene dal servizio di car sharing Enjoy lanciato da Eni nel 2013, che ha permesso alla multinazionale dell’energia non solo di partecipare alla trasformazione della cultura dei trasporti in Italia, ma anche di testare su strada nuove vetture al metanolo.

Grazie ad un accordo stretto tra Eni e FCA, infatti, la società ha potuto sviluppare un nuovo carburante “A20” su base alcolica dalle basse emissioni. Il carburante è stato testato con successoproprio su cinque Fiat 500 della flotta Eni Enjoy a Milano: nei 13 mesi di sperimentazione, a fronte di 9.000 noleggi per 50.000 Km percorsi, i veicoli non hanno registrato alcun inconveniente, confermando la riduzione del tasso emissivo e con migliori prestazioni.

È però sull’idrogeno che l’Europa ha deciso di scommettere in particolare per garantire ai suoi cittadini gli alti livelli di approvvigionamento energetico necessari a mantenere il proprio tenore di vita pur salvaguardandone la sostenibilità. Come ci ricorda Eni, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la Commissione Europea, governi e città ritengono ormai da tempo che l’idrogeno sia fondamentale per riuscire ad azzerare le emissioni nei trasporti pubblici e ridurre l’inquinamento atmosferico.

Nonostante l’attenzione dei media si concentri in particolare sui veicoli elettrici, già l’alimentazione di navi e aerei a idrogeno è meno distante di quanto non si pensi. Sul fronte di autobus, camion e treni alimentati a idrogeno, il testimone è stato raccolto da Van Hool, Hyundai, Siemens e Toyota.

Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione dei veicoli alimentati a idrogeno è il costo della produzione di celle di combustibile a idrogeno, di 3-4 volte superiore rispetto al diesel e maggiore persino rispetto delle auto a batteria. Dimostrare la fattibilità tecnica e commerciale della produzione di idrogeno su ampia scala è uno degli impegni presi da Eni che, proprio in Italia, vanta numerosi i progetti Eni sull’idrogeno e sulla produzione di idrogeno blu o da altre filiere basso-emissive.

(lo)

Related Posts
Total
0
Share