Walter Songini, responsabile della comunicazione di Sardegna Ricerche, illustra la iniziativa cagliaritana, giunta alla quinta edizione, per dare spazio e voce a talenti, idee, buone pratiche, visioni di un futuro che è già presente.
di Massimiliano Cannata
«Se vogliamo comprendere lo spirito di questo appuntamento non dobbiamo pensare a una semplice vetrina dell’innovazione, come per tanti anni è stato lo SMAU di Milano, ma piuttosto a una piattaforma di relazioni, un’agora aperta, terreno di confluenza di talenti, idee, buone pratiche, visioni di un futuro che è già presente». Walter Songini si infervora quando gli si chiede di raccontare la storia di SINNOVA.
L’appuntamento cagliaritano, strutturato e congegnato a “misura di visitatore” dalla Smeralda Consulting, ha polarizzato l’attenzione di istituzioni e imprese e sempre di più, ci tiene a sottolineare il nostro interlocutore, «dei giovani cui abbiamo dedicato uno spazio autonomo per dare loro la possibilità di dimostrare quanto ormai padroneggiano i linguaggi del digitale e dare sfogo alla creatività di cui sono portatori. Ne abbiamo bisogno, perché il mondo industriale stesso ci chiede nuovi profili, di programmatori, di ingegneri del software, di data analyst e data scientist, che domineranno in questo salto di civiltà».
Memoria e futuro
Memoria e futuro debbano toccarsi: lo dimostra la location scelta per l’evento. La ex Manifattura Tabacchi che deriva il suo perimetro settecentesco da un ex convento, rinasce come spazio di creatività, tecnologia e innovazione sociale.
Qui i mestieri del futuro possono incontrare quelli più antichi. Il racconto di Songini va collocato in questo contesto, ne sostanzia il messaggio rendendolo più penetrante. «La nostra scommessa nasce da lontano.
Consorzio 21 è l’originario nome dell’ente che, prendendo le mosse dalla Legge regionale del 1985, nasce con la precisa mission di erogare servizi consulenziali per facilitare l’innovazione del tessuto imprenditoriale sardo. Negli anni Novanta si aggiunge un ulteriore ramo d’impresa, relativo alla progettazione e costruzione del Parco scientifico e tecnologico, che dà vita al CRS4, Centro Ricerca del super calcolo, diretto dal Nobel Carlo Rubbia, zoccolo duro di una iniziativa che è stata e continua ad essere un fiore all’occhiello dell’innovation non solo sarda».
La realtà del parco tecnologico
Pula, all’interno di un parco naturale di straordinaria bellezza, diviene così una Silicon Valley italiana, sull’esempio di altre realtà sparse nel mondo. Con alti e bassi, la scommessa va avanti.
Songini non nasconde punti di eccellenza e criticità, come la non completa integrazione con l’università, che ha avvertito la nuova presenza come una realtà antagonista, non cogliendo fino in fondo l’opportunità di sviluppo e di collaborazione, che poteva scaturire dalla realizzazione di un Campus che ha pochi eguali.
ICT e biomedicina, sulla spinta della esperienza di Tiscali che aveva lasciato il segno, sono stati i primi campi di battaglia, attorno a cui è cresciuto prima di tutto una mentalità, oltre a strutture e insediamenti produttivi.
La presenza di “isolati genetici”, cioè di popolazioni che sono state per lunghi secoli geograficamente distanti e separate da contatti con altri mondi, che quindi hanno un patrimonio genetico omogeneo, si presta allo studio di alcune malattie genetiche multifattoriali di cui si rileva nell’isola una particolare incidenza dal punto di vista sanitario. Basti pensare al diabete giovanile o alla sclerosi multipla (con livelli di incidenza secondi solo alla Finlandia), che fanno di questo contesto un hot spot di studio internazionale.
L’esplosione, avvenuta negli anni Duemila, di imprese nel settore bio-med ha marcato un passo evolutivo decisivo nella vita del parco tecnologico, certificato da un recente rapporto di Ernst&Young che ha collocato la Regione Sardegna prima del Piemonte nel settore bio-med, ormai pronta a contendere la leadership alla Lombardia.
Il progetto I-SCOL@
Ma, si sa, l’innovazione non prevede un cammino lineare verso il successo: è fatta di stop, di ripartenze, di fallimenti, di ripensamenti.
La crisi del settore bio-med ha stimolato un nuovo inizio, nel segno della quarta rivoluzione digitale. «Le joint venture stipulate dal CRS4 con Huawei, Amazon Web Services, leader nei servizi per il cloud, gli investimenti di Accenture, che ha installato un imponente Data Center, sono semi di cambiamento molto forti che», riprende Songini, «daranno frutti importanti per lo sviluppo di tutto l’ecosistema regionale. Le facoltà di informatica e di ingegneria non riescono più a venire incontro alla domanda delle aziende, che richiedono grande competenza nella macchina digitale. Formare i lavoratori di domani costituirà un imperativo che ha una rilevanza etica e una connotazione economica, perché è interesse di tutti che il nostro Paese possa essere competitivo a livello internazionale».
Il progetto I-SCOL@ nasce su questi presupposti. Oggi l’innovazione, prima ancora che tecnologica, è un fattore culturale. La capacità di trovare soluzioni ai problemi, di mutare punto di vista, di affrontare il rischio implicito in ogni salto in avanti, è l’unica possibilità che, soprattutto per regioni che hanno segnato il passo come nel nostro Mezzogiorno, potrà consentirci di partecipare alla grande partita della rivoluzione digitale.
Oltre settemila persone hanno visitato la Manifattura Tabacchi nel corso dell’ultima edizione, a cui hanno partecipato 99 imprese espositrici e 11 enti istituzionali.
38 operatori economici coinvolti dal programma I-SCOL@, hanno animato l’ultima giornata, polarizzata dalle attività dei laboratori di robotica educativa, aeromobili a pilotaggio remoto, inchiostro conduttivo, disegno e costruzioni, fabbricazione digitale, creatività urbana in 3D, fino ai corsi di coding e programmazione di software.
Tutto ciò dimostra come l’idea iniziale esposta da Songini sia diventata una realtà, su cui sono puntati gli occhi del mondo.