La Conferenza sul ruolo delle tecnologie nella lotta alla povertà ha suscitato un grande interesse e sono state raccolte molte disponibilità ad approfondire il tema.
di Alessandro Ovi
La Conferenza sul ruolo delle tecnologie nella lotta alla povertà, di cui abbiamo riferito estesamente sia sul quotidiano online, sia nel fascicolo scorso della rivista, ha suscitato un grande interesse e sono state raccolte molte disponibilità ad approfondire il tema con un prossimo evento dedicato alla “diplomazia della scienza”, con iniziative rivolte ad approfondire la collaborazione in aree quali l’America Latina, il Medio Oriente e l’Africa Sub Sahariana.
La Direzione Ricerca della Commissione Europea ha affiancato la UK Royal Society e la Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza nel mettere in evidenza la rilevanza della “diplomazia della scienza” sul fronte della cooperazione allo sviluppo, poiché influenza pace, sicurezza e politiche sostenibili.
La cooperazione scientifica può costituire un valore aggiunto rilevante in società profondamente caratterizzate dal punto di vista religioso e politico.
Citiamo per esempio MERID (Middle East Research and Innovation Dialogue), lanciato dalla Commissione Europea come canale per fare della scienza un perno nella prevenzione dei conflitti e nella cooperazione. Oppure le iniziative Sustainable Energy for all o Global Food Security, presentate come obiettivo fondamentale del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Concentrati inizialmente sui paesi africani, sono tutti sforzi che tendono ad allargarsi e coinvolgere le aree del mondo più bisognose di sviluppo.
Se, come tutti coloro che vi hanno partecipato auspicano, la Conferenza sulle Tecnologie per la Povertà verrà rilanciata su questi temi dalla Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, MIT Technology Review Italia e le sue consociate nel mondo saranno certamente pronte a collaborare.