Due le idee imprenditoriali dell’istituto Italiano di Tecnologia ad avere ricevuto il riconoscimento nella StartCup, la competizione nazionale promossa dal CNR e il Sole24Ore.
“Singolar tenzone” con ricco bottino per i progetti di IIT, questo premio Start Cup, che tra i quattro progetti vincitori ne ha coronati ben due nati nei laboratori dell’Istituto Italiano di Tecnologia: Rehab Tech, selezionato per la tematica Life Sciences, e Microturbina, per la tematica Agro-Food-Cleantech.
Vediamoli nello specifico:
Rehab Tech, ideato dai ricercatori Jody Saglia e Lorenzo Masia, è un progetto di start-up che punta all’applicazione di tecnologie robotiche nella riabilitazione motoria, introducendo un nuovo metodo per il trattamento dei pazienti. Rehab Tech, infatti, permette di modificare il modello tradizionale fondato sull’approccio paziente-fisioterapista, fornendo uno strumento capace di misurare in modo continuo e oggettivo il recupero motorio del paziente e adattare l’esercizio terapeutico alle reali condizioni di disabilità. La riabilitazione è così più efficiente, mirata, intensiva e di facile accesso. Il terapista potrà, inoltre, trattare un numero maggiore di pazienti e definire nuovi protocolli riabilitativi. Rehab Tech ha a disposizione già due prodotti per la riabilitazione motoria, un robot per la riabilitazione della caviglia e uno per quella del polso. Il mercato di riferimento per i prodotti di Rehab Tech sono centri e palestre di riabilitazione motoria all’interno di strutture ospedaliere e di cliniche pubbliche e private. Le prospettive di sviluppo futuro sono legate alla diffusione della tele-medicina, che consentirà al paziente di utilizzare i robot nel proprio salotto di casa con la supervisione via rete di personale specializzato.
La Microturbina è una nuova soluzione “green” per la produzione di energia elettrica, progettata da Emanuele Guglielmino e Michele Focchi. Dal diametro di una moneta da un euro, la microturbina è un sistema di “energy harvesting” che sfrutta piccole quantità di energia meccanica o fluidica disponibili nell’ambiente o negli impianti industriali per alimentare sensori o sistemi di misura. La struttura compatta e la capacità di generare autonomamente fino a 30W rende la microturbina una tecnologia adatta a sostituire le batterie o a ricaricarle, in particolare all’interno di impianti distribuiti su grandi estensioni o in zone remote, riducendo l’utilizzo dei cavi elettrici associati. Con una vita utile di 10 anni, permette di migliorare l’affidabilità e la sicurezza di impianti estesi o gasdotti e di ridurne i costi di gestione. I clienti potenziali sono i distributori (utilities, municipalizzate) del gas e dell’acqua, le società fornitrici di strumentazione per gas e acqua, e i fornitori e operatori ferroviari.