Può funzionare un sistema di guida autonoma Plug-and-Play?

Pressioni dal governo federale hanno costretto Comma.ai a cancellare il kit da $999 che prometteva di convertire qualunque auto in un’automobile a guida autonoma.

di Jamie Condliffe

Comma.ai, la startup che sperava di realizzare un sistema di guida autonoma aftermarket per automobili entro la fine dell’anno, ha cancellato il suo primo prodotto dopo aver ricevuto pressioni dalla National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA).

George Hotz, fondatore della società, ha pubblicato una lettera ricevuta dai regolatori. All’interno, il consigliere capo, Paul Hemmerbaugh, richiede a Comma.ai di fornire prove che il suo dispositivo rispetti le norme per la sicurezza a cui tutti gli apparecchi per veicoli a motore devono attenersi. “Siamo preoccupati che il vostro prodotto possa mettere a repentaglio la sicurezza dei vostri clienti e di altri conducenti in strada”, spiega.

Il Comma One, che sarebbe stato commercializzato a $999, si distingue dagli altri sistemi di guida autonoma per la possibilità di essere installato esternamente all’acquisto di un’auto. La piccola scatola contiene solamente sensori su videocamere: altri dati su quanto avviene in strada vengono ricavati dai sistemi radar che alcuni modelli di gamma superiore montano per assistere i sistemi di regolazione automatica della velocità. In termini di funzionalità, Hotz sosteneva che il sistema fosse “pressoché alla pari con l’Autopilot di Tesla”.

Ovviamente, la NHTSA è preoccupata per il funzionamento di questo dispositivo a bordo delle automobili. “L’installazione del vostro prodotto potrebbe influire sulle prestazioni dei sistemi di sicurezza delle vetture, o rendere le auto più pericolose”, scrive Hemmerbaugh

La NHTSA mette in discussione anche le rivendicazioni della società, secondo la quale “il sistema non rimuoverebbe alcuna delle responsabilità del conducente dal compito di guidare”. Hemmerbaugh descrive una “elevata probabilità” che i conducenti possano sfruttare un simile dispositivo oltre le sue reali potenzialità o funzioni. È probabile che si riferisca all’incidente fatale che quest’anno ha coinvolto il conducente di una Tesla Model S che si era completamente affidato alla funzione Autopilot.

La stessa Tesla ha in seguito aggiornato il sistema Autopilot affinché si disinserisca automaticamente quando il conducente rimuove le mani dal volante per un tempo prolungato. Altre case costruttrici stanno supportando funzionalità analoghe.

Invece di conformarsi alle richieste della NHTSA, Hotz ha dichiarato pubblicamente la cancellazione del prodotto e l’intenzione di esplorare “altri prodotti e mercati”. Hotz ha detto che preferirebbe di gran lunga “trascorrere la propria vita a realizzare incredibili tecnologie piuttosto che a gestire regolatori ed avvocati”. Insomma, non ne varrebbe la pena.

Hotz ha precedentemente riconosciuto il imiti del suo dispositivo, precisando che era pensato appositamente per assistere il conducente piuttosto che per prenderne il posto come pacchetto di guida interamente autonoma. Ha anche asserito, erroneamente, che “sarebbe dovuto essere legale” perché agiva semplicemente come upgrade a una tecnologia analoga già installata a bordo delle vetture per le quali sarebbe stato commercializzato.

Altre società avranno seguito con interesse la notizia. Comma.ai non è la sola a lavorare a un sistema di guida autonoma aftermarket. Anche Delphi, MobilEye ed Oxbotica stanno sviluppando sistemi che potrebbero essere installati a bordo di alcune vetture. La NHTSA terrà certamente sott’occhio i loro progressi, anche se, bisogna riconoscere, queste società godono già di contatti stretti con le case automobilistiche.

(MO)

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