Potere al popolo in rete

I fondatori di The Peeps pensano che il crowdfunding, la criptovaluta e il voto tramite blockchain possano aiutare i cittadini a portare chiarezza nel mondo dei finanziamenti alla politica.

di Mike Orcutt

Quando si parla di politica negli Stati Uniti il protagonista è sempre lo stesso: il denaro. Per anni, gran parte del potere nelle campagne elettorali si è concentrato nelle mani di persone facoltose che finanziano con migliaia di dollari i loro candidati.

Di recente, la situazione sta cambiando. Le donazioni per portare avanti campagne elettorali più modeste, selezionate da una fascia più ampia dell’elettorato, hanno svolto un ruolo più ampio, grazie ai nuovi strumenti di raccolta fondi online.

Ma il piccolo nucleo di grandi donatori detiene ancora un’influenza eccezionale sulla definizione delle priorità politiche una volta che le elezioni sono finite, dice Bill Warren. Chi viene eletto ascolta con maggiore attenzione “le persone che elargiscono grandi assegni”, spiega Warren, il che significa che i problemi e le cause importanti per i piccoli donatori spesso “svaniscono nella nebbia”.

Warren e gli altri co-fondatori di Peeps Democracy sono convinti che una combinazione di incentivi basati su crowdfunding, blockchain e criptovaluta possano dare ai piccoli donatori più potere nella vita politica statunitense.

We the Peeps, la loro prima applicazione, è una piattaforma di raccolta fondi destinata a “consentire alle persone comuni di raccogliere contributi a sostegno di singole cause e di esprimere un voto”, afferma Warren, CEO della compagnia.

Esiste già una piattaforma molto popolare che fa riferimento ai piccoli donatori. Un ente senza fini di lucro chiamato ActBlue ha sviluppato strumenti che i democratici in cerca di notorietà possono utilizzare per raccogliere fondi online.

ActBlue afferma di aver raccolto più di 3,5 miliardi di dollari dal 2004 e un‘analisi condotta da FiveThirtyEight e dal Center for Public Integrity ha rilevato che oltre la metà di tutti i contributi dei singoli donatori ai candidati al Congresso democratico nel 2018 è passata attraverso la piattaforma.

Ma quello che Warren crede manchi ancora è una piattaforma di crowdfunding online gestita dai donatori, non dai candidati. We the Peeps dovrebbe rispondere a questa esigenza.

Al centro del sistema c’è peeps, una criptovaluta basata su Ethereum. Il sito concederà agli utenti un certo numero di token peeps al momento dell’iscrizione. I token possono essere utilizzati per eseguire varie azioni sulla piattaforma. Per esempio, per avviare una campagna di raccolta fondi, denominata “movimento”, un utente deve bloccare (o “puntare”, nella terminologia della blockchain) 10 gettoni.

I movimenti possono essere promossi attorno a specifici problemi politici. Per esempio, nel test che la piattaforma sta svolgendo in questa fase iniziale, un utente ha dato il via a un movimento intorno al cambiamento climatico. Se un movimento cresce in termini di sostenitori e programmi, la persona che l’ha avviato guadagnerà più gettoni e, a sua volta, più influenza.

Gli utenti possono anche indicare i politici da appoggiare per le competizioni elettorali e possono votare per decidere se aderire o no. Appoggiare un politico e votare costa un tot di peep. A votazione finita, un processore di pagamento di terze parti chiamato Democracy Engine raccoglie e distribuisce i soldi ai candidati vincitori.

Warren spera che alla fine la piattaforma sarà abbastanza popolare e che i politici inizieranno a entrare in lizza per vincere questi premi.

Peep Democracy genererà entrate con una commissione del 4,75 per cento in aggiunta alle donazioni, con un funzionamento simile ad altre piattaforme di crowdfunding, come Kickstarter. Gli utenti target sono gli elettori che premiano la trasparenza in politica, in particolare i millennial.

Il progetto potrebbe essere pensato come una versione decentralizzata di un comitato di azione politica. I cosiddetti PAC sono organizzazioni che raccolgono centinaia di migliaia o milioni di dollari da grandi donatori e distribuiscono il denaro ai candidati prescelti, 5.000 dollari alla volta. Ce ne sono di diversi tipi, in base ai requisiti legali che devono rispettare.

I SuperPAC, per esempio, sono molto popolari e raccolgono enormi quantità di denaro a sostegno di cause politiche, ma non sono autorizzati a contribuire alle campagne elettorali.

La tecnologia blockchain è stata a lungo considerata uno strumento per espandere la democrazia, dal momento che questo tipo di reti non sono teoricamente controllate da una singola entità e sono molto difficili da censurare o corrompere. Un database condiviso di transazioni, che potrebbe includere commenti di voto, è intrinsecamente più trasparente e aperto.

Finora, tuttavia, la maggior parte della discussione si è concentrata sull’uso della blockchain per il conteggio dei voti durante le elezioni. L’argomento è controverso; molti esperti di sicurezza del voto affermano che il sistema blockchain nelle elezioni creerebbe problemi più che risolverli.

Usare invece la blockchain per il crowdfunding su singoli problemi politici, dove la posta in gioco non è così alta, darà all’azienda la possibilità di dimostrare i suoi presunti benefici nel mondo reale.

We the Peeps non sarà completamente decentralizzato, almeno all’inizio. Il sito web avrà sistemi che fungeranno da “backstop” contro i contenuti inappropriati. Ma, spiega Warren, “l’obiettivo è passare a una maggiore decentralizzazione nel tempo e lasciare che siano gli utenti a decidere cosa può stare o non stare in Peeps”.

Se funziona, forse sarà un passo decisivo verso un modo di fare politica in futuro in cui blockchain e reti decentralizzate aiuteranno le comunità di piccoli donatori ad avere sui politici lo stesso potere di pressione oggi esercitato dai soldi.

(rp)

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