Persino i tardigradi patiranno il caldo

I minuscoli orsetti d’acqua sono noti per la loro straordinaria capacità di tollerare ambienti estremi. 

di Lisa Ovi

L’impatto del riscaldamento globale sul pianeta è particolarmente evidente nell’accelerazione di fenomeni come uragani o incendi. È fondamentale comprendere anche le ramificazioni meno evidenti dell’aumento delle temperature e l’influenza che possono avere sulla salute e sul benessere degli animali.

Un gruppo di ricercatori della University of Copenhagen, diretto da Ricardo Neves and Nadja Møbjerg, ha studiato gli effetti dei cambiamenti climatici sui tardigradi, animali noti per la loro capacità di sopravvivere in condizioni estreme. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports e dimostra che persino i super resistenti orsetti d’acqua subiranno gli effetti del riscaldamento globale.

I tardigradi, comunemente noti come orsi d’acqua o maialini del muschio, sono microscopici invertebrati presenti nelle acque dolci e salate di tutto il mondo, parenti evolutivi degli artropodi, come insetti, crostacei e ragni. Esposti a condizioni avverse, queste creature sono in grado di essiccare (anidrobiosi) piegandosi su sé stessi e riorganizzando i propri organi interni. In questo stato sono in grado di tollerare condizioni ambientali estreme, con ridotte quantità di ossigeni, alti livelli di sostanze tossiche e temperature molto basse. 

La straordinaria capacità di resistenza dei tardigradi agli ambienti estremi è tale da permettere agli studiosi di pensare che possano sopravvivere nello spazio e si estende alle alte temperature. Alcune specie di tardigradi hanno dimostrato di saper tollerare temperature fino ai 151°C per 30 minuti. Tuttavia, il tempo di esposizione è stato di soli 30 minuti. 

I ricercatori hanno studiato la capacità di tollerare alte temperature di esemplari sia attivi che essiccati di tardigradi chiamati Ramazzottius Varieornatus, raccolti dalle grondaie di una casa di Nivå, in Danimarca. Dai risultati ottenuti, gli esemplari attivi non sono in grado di acclimatarsi a temperature medie superiori ai 37,6°C, una temperatura poco più alta delle massime di 36,4°C registrate in Danimarca negli ultimi anni. Per quanto riguarda i campioni essiccati, gli autori hanno osservato un grado di mortalità di circa il 50% dopo un’ora di esposizione a 82,7°C, per quanto i sopravvissuti sembrino farsi sempre più resistenti una volta superate le 24 ore. 

In conclusione, a dispetto della loro straordinaria tolleranza alle condizioni estreme, periodi di riscaldamento prolungato potrebbero rivelarsi letali persino per i tardigradi.

Foto: Un tardigrado al microscopio. Credito immagine: Willow Gabriel, Goldstein Lab

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