Osservatori urbani per lo sviluppo di città sostenibili

Un nuovo studio offre una descrizione dei requisiti e delle sfide di ricerca coinvolte nella progettazione di politiche efficaci per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per le città.

di Lisa Ovi

Al giorno d’oggi più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e si prevede che tale percentuale arrivi ai due terzi entro il 2050. La rapida crescita delle città, soprattutto nei nei paesi in via di sviluppo, ha portato ad un boom nel numero di megalopoli: dalle 10 città con più di 450 milioni di abitanti del 1990, a 28 nel 2014. Queste città sono spesso teatro di povertà estrema.

Lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza trasformare in modo significativo il modo in cui costruiamo e gestiamo i nostri spazi urbani. Non a caso, raggiungere un gradi di sostenibilità della vita nelle città è uno dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall’ONU nel 2016, più precisamente il numero 11.

Rendere le città sicure e sostenibili significa garantire l’accesso a alloggi sicuri e a prezzi accessibili e migliorare gli insediamenti delle baraccopoli. Implica anche investimenti nel trasporto pubblico, la creazione di spazi pubblici verdi e il miglioramento della pianificazione e della gestione urbana in modo sia partecipativo che inclusivo.

È questo l’obiettivo di architetti come Michele De Lucchi, ideatore degli anzi OpenZone a Bresso, improntati alla sua visione sul futuro delle città, sul senso di comunità e sul nuovo modo di lavorare, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e anche ad una nuova ricerca di felicità.

A causa della loro elevata concentrazione di persone, infrastrutture, abitazioni e attività economiche, le città sono inoltre particolarmente vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali. Costruire la resilienza urbana è fondamentale per evitare perdite umane, sociali ed economiche.

Tuttavia, le implicazioni a livello di sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’introduzione di nuovi servizi tecnologici di mobilità e fonti di dati sono a loro volta poco chiare data la natura complessa dei sistemi urbani e la natura sfaccettata e contestata degli obiettivi di sostenibilità.

Ricercatori della Portland State University, Kelly Clifton, Kristin Tufte e John MacArthur hanno pubblicato su ‘Harvard Data Science Review‘ un nuovo documento che propone uno schema dei requisiti e delle sfide di ricerca coinvolte nella progettazione di politiche efficaci per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per le città.

Gli autori dell’articolo propongono la realizzazione di osservatori sperimentali della sostenibilità urbana attraverso la raccolta continua di dati e le capacità di analisi. Lo studio presenta inoltre un quadro delle sfide inerenti alla costruzione e al mantenimento di questi osservatori e di come le partnership universitarie, comunitarie e industriali potrebbero portare al successo di questi motori critici per la ricerca, il trasferimento tecnologico e la commercializzazione.

Il concetto di stabilire degli osservatori sperimentali nasce dalla constatazione del fatto che l’umanità si deve confrontare con cambiamenti rivoluzionari nel campo dell’urbanizzazione, della raccolta dati e della mobilità. Siamo abituati all’idea di osservatori dedicati allo studio di fenomeni astronomici e terrestri come stelle, oceani, clima, ecosistemi e attività vulcanica.

Al giorno d’oggi, data center, reti e osservatori urbani sono stati utilizzati con successo per informare ricerca e politicha. In Australia, per esempio, il governo ha fatto uso dell’Australian Urban Research Infrastructure Network per affrontare questioni di politica urbana come l’equità e l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria in tutto la nazione. L’Urban Big Data Centre dell’Università di Glasgow, invece, studia questioni relative alle infrastrutture pubbliche nelle città del Regno Unito.

Il compito di un Urban Sustainability Observatory (USO) sarebbe fornire capacità adatte alla scoperta scientifica, alla sperimentazione e alla politica basata sull’evidenza per sistemi urbani complessi afflitti da un grave problema di sostenibilità. Nucleo di un USO sarebbe un database capace di integrare oggetti spaziali, temporali, in movimento e dati in streaming attraverso le dimensioni economica, sociale e ambientale della sostenibilità. I parametri sotto osservazione dovrebbero aderire a rigore scientifico, interessi locali, coerenza con i principi indicatori di sostenibilità ed abbracciare valori eterogenei.

Per ottenere il migliore risultato, i ricercatori suggeriscono di creare partnership che coinvolgano università, comunità e settore privato. Gli USO rappresenterebbero un’incredibile opportunità per affrontare le sfide della mobilità urbana sostenibile armati di nuove conoscenze scientifiche, partnership reciprocamente vantaggiose e una cittadinanza impegnata.

(lo)

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