Si possono memorizzare molte cose su un disco di computer di un terabyte, per esempio un milione di romanzi, 250.000 files di brani musicali in MP3 o centinaia di lungometraggi. Una nuova società di Lucent Technologies vuole diffondere questa capacità grazie a una tecnologia a lungo discussa: la memoria olografica, in cui un laser registra i dati tridimensionalmente su un supporto polimerico.
di Patric Hadenius
La tecnologia può memorizzare una quantità 300 volte superiore di dati rispetto ai tradizionali drive ottici della stessa grandezza fisica e la nuova azienda, InPhase Technologies, con sede a Longmont, in Colorado, sostiene che il prossimo anno sarà in grado di vendere i drive olografici.
Il prodotto iniziale di InPhase, con dischi capaci di memorizzare 200 gigabyte e scrivere e leggere dati quattro volte più rapidamente dei DVD attuali, sarà relativamente costoso e verrà distribuito ad aziende ed enti governativi. Considerato che possono leggere larghe porzioni di dati ad alte velocità, i drive potrebbero essere l’ideale per la ricerca e il confronto di immagini. Il primo obiettivo di mercato di InPhase saranno gli enti che hanno bisogno di archiviare grandi quantità di immagini, come le società di cartografi che collaborano con i servizi segreti e l’esercito statunitensi. Ma l’azienda spera che la memoria olografica arrivi infine ai consumatori e insieme con la rivale che opera nel settore dei media olografici, la startup Aprilis, una scorporata di Polaroid, con sede a Maynard, in Massachusetts, sta concendendo la licenza della tecnologia ad aziende del calibro di Sony e Sanyo, che dovrebbero portare i loro prodotti sul mercato entro i prossimi quattro anni. In effetti, afferma l’esperto Wolfgang Schlichting, responsabile della ricerca a IDC, una società di consulenza in tecnologia dell’informazione, a Framingham, in Massachusetts, è il lavoro dei produttori d’elettronica a creare laser accurati ed economici, sensori per lettori CD, macchine fotografiche digitali e drive DVD che stanno rendendo reali le unità a disco olografiche.
Schlichting ritiene che la tecnologia sia un promettente erede degli attuali prodotti di memorizzazione ottica e magnetica, ma ne evidenzia un grande limite: il supporto olografico – un polimero fotosensibile che registra e memorizza i dati – non è ancora riscrivibile. Nel frattempo InPhase prevede di commercializzare i suoi drive olografici a 200 gigabyte, non riscrivibili, entro il prossimo anno. Ma un drive riscrivibile sarà prodotto entro un paio d’anni, garantisce l’azienda.