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    MIT TR Italia studia i CLUSTER di ‘Life Sciences’ nella Unione Europea

    Parte lo studio finalizzato all’identificazione e analisi dei cluster scientifici dedicati al tema delle Life Sciences nell’Unione Europea.

    di Alessandro Ovi

    I cluster possono essere formati ed esistere su diversi livelli: possono essere concentrati in una città, possono diffondersi al di là confini, possono essere il risultato di una strategia nazionale per stimolare l’innovazione. È anche possibile che da caso a caso, possano preferire presentarsi come indipendenti, a sé stanti, o possano essere visti come parti di entità più grandi.

    Il confronto dei gruppi operanti nelle ‘life Sciences’ in Europa è un modo non solo per rintracciare dove esista una ‘eccellenza scientifica’, ma anche per valutare i punti di forza di diverse regioni quando sia necessario o opportuno impegnarsi con il settore industriale per sostenere l’innovazione.

    Non esiste un modo standard per valutarli.
    Nel Regno Unito, ad esempio, Cambridge è promossa sia come area intorno alla città, sia come parte del “Triangolo d’oro” di Cambridge, Oxford e Londra.

    La Francia è un campione nel moltiplicare i suoi nodi di innovazione. Le aree coperte da organizzazioni ombrello come Lyon-biopole o Medicen, che sono state definite come cluster, contengono al loro interno sottogruppi multipli, pure etichettati come “cluster” dallo stato francese. La città di Oslo conta non meno di 11 gruppi di Life Sciences.

    Nel lavoro che stiamo portando avanti come MIT Technology Review Italia, abbiamo identificato finora 15 aree geografiche in cui università, laboratori di ricerca, parchi scientifici, incubatori, ospedali, start-up, grandi aziende e agenzie governative cooperano, con l’obiettivo comune di generare innovazione; rispondono a una strategia nazionale, regionale o locale per unire le forze e rafforzare la competitività e la crescita economica della zona.

    Per definire i gruppi di ‘Life Sciences’ più innovativi è necessario analizzare alcuni criteri quantitativi iniziali:

    – la percentuale del PIL destinata alla R & S
    – il numero di società impegnate in Life Sciences
    – il loro fatturato, il numero di ricercatori, il livello di istruzione
    – il numero di ospedali universitari, …

    Queste misure quantitative dicono qualcosa di certo, ma non consentono direttamente una valutazione qualitativa. Dobbiamo considerare allora la reputazione delle università locali, l’eccellenza accademica, la capacità di assorbire i finanziamenti dell’UE, la qualità dell’infrastruttura di ricerca e sviluppo e i servizi di supporto.
    Le politiche quali gli investimenti pubblici e gli incentivi fiscali sono pure chiaramente rilevanti.

    Per completare l’analisi, alcune figure chiave nei cluster dovranno essere intervistate per dare la loro personale prospettiva sui punti di forza e di debolezza dei cluster, alcuni dei quali sono anche leader mondiali.

    Cluster analizzati:

    Bio Region Catalogna
    Vienna
    Medicon Valley
    Île-de-France
    Rhône – Alpes
    Berlino – Brandeburgo
    Heidelberg – Reno-Neckar
    Monaco di Baviera – Baviera
    Irlanda
    Oslo
    Stoccolma – Uppsala
    BioValley
    Zurich
    Paesi Bassi – Fiandre
    Londra – Cambridge – Oxford
    Inghilterra nord-occidentale – Scozia

    (AO)

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