Una “palestra dell’innovazione” sta affiancando nelle scuole i laboratori di fisica e chimica e le aule multimediali per promuovere l’insegnamento digitale con la partecipazione creativa degli studenti.
di Giordano Ventura
La “palestra dell’innovazione”, che prevede strumenti digitali, robotica, stampanti tridimensionali, raggi laser, si inserisce nel programma realizzato dall’Accademia dei Lincei con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) per migliorare i sistemi di istruzione e formazione nelle tre materie fondamentali: Italiano, Matematica e Scienze.
La nuova didattica introduce, attraverso l’aggiornamento e la formazione degli insegnanti, una rinnovata metodologia di insegnamento, basata più sulla sperimentazione in classe che sul nozionismo.
Il progetto, ideato nel 2010, ha già realizzato una rete nazionale di 19 poli per l’aggiornamento dei docenti, che è attiva in 22 città: tra cui Milano, Napoli, Perugia, Pisa, Roma, Torino, Venezia, Bologna, Potenza, Bari, Sassari.
Finora ha coinvolto oltre 17mila insegnanti, i quali hanno seguito i corsi di aggiornamento tenuti da Accademici dei Lincei e docenti universitari, ed è stata applicata in oltre 5mila scuole interessando circa 700 mila studenti.
Quattro sono i concetti chiave attorno ai quali si articola la visione educativa e pedagogica dei poli: interdisciplinarità, centralità della sperimentazione in laboratorio, contestualizzazione culturale tra scienza e società, nuove tecnologie per la didattica.
L’attività di innovazione didattica sarà sostenuta dal Piano Nazionale per la Formazione dei Docenti 2016-2019, che dispone di uno stanziamento di 1.486 milioni di euro e prevede, tra le proprie priorità la formazione di competenze digitali, le conoscenze delle lingue straniere, lo sviluppo del rapporto tra scuola e mondo del lavoro, l’integrazione, la prevenzione del disagio giovanile e il cambiamento delle metodologie e del modo di pensare dettati dai futuri contenuti digitali.