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    Le scienziate donna devono parlare alla gente

    Perché la scienza rimane ancora così intrinsecamente sessista?

    di Alessandro Ovi

    La rilettura di un importante intervento su Nature 468 del 2010 di Jennifer Rohn ( biologa cellulare dello University College di Londra) ha riaperto il dibattito sulla lotta delle donne contro la discriminazione sessuale, nel mondo della comunicazione della scienza. La cosa che più attira l’attenzione non è solo l’analisi della discriminazione, e la segnalazione di cosa le donne possono fare per superarla intervenendo su se stesse, ma anche la constatazione che una presenza bilanciata di uomini e donne tra gli ‘esperti di scienza’ aiuta anche a comunicare in modo più efficace perché, conclude la Rohn : ‘abbiamo bisogno di essere ascoltati da quante più persone possibili … e le donne dovrebbero stare spalla a spalla con i loro colleghi maschi perché questo possa accadere’.

    Riportiamo qui alcuni spunti rilevanti dell’intervento della Rohn, nella speranza di raccogliere, anche noi , qualche opinione comunque interessante.

    “Nonostante decenni di consapevolezza, la scienza è ancora intrinsecamente sessista. Le donne sono ampiamente sottorappresentate nelle cattedre e nelle accademie nazionali di tutto il mondo. Questo è un problema noto, ma è altrettanto noto il ruolo della discriminazione nell’arena pubblica della scienza – i media.

    Esperti di scienza maschile dominano televisione, radio e stampa anche tra le pagine di opinione e di commento di una rivista come Nature.

    Questo squilibrio non può essere semplicemente spiegata dalla carenza di docenti di sesso femminile, dato che molti esperti di sesso maschile hanno un ruolo nella comunicazione già in una fase iniziale della loro carriera accademica, quando i generi sono oggi più equilibrati.

    Quindi, cosa c’è dietro questa invisibilità delle scienziate nei nostri media? E perché è importante?

    Molte persone pensano che le donne stesse siano da biasimare per il maschilismo dei media, nella scienza.

    Le donne, che spesso sopportano il peso degli obblighi domestici, si dice abbiano meno tempo rispetto agli uomini per partecipare alle attività al di fuori del loro lavoro.

    E molte colleghe donne tendono a dire che non si sentono abbastanza qualificate per commentare. Forse questo indica una questione di fiducia, che non sembra preoccupare invece gli uomini. ….In effetti, a seminari scientifici cui ho partecipato, la maggior parte delle domande viene spesso da uomini, nonostante il pubblico di solito sia composto da un numero circa uguale di donne. Esprimere la propria opinione in uno spazio pubblico è un’attività che sembra scoraggiare molte donne ….ma questo ancora non basta a spiegare la quasi totale assenza di ‘esperte’ quando si parla di scienza.

    Deve esserci anche una qualche forma di discriminazione….

    Ho visto un produttore televisivo di primo piano, che una volta ha rifiutato di mandare in video una mia collega, perché, diceva, la gente non crede alla scienza se viene presentata da “una giovane ragazza bionda” come era lei. …..Nelle discussioni di gruppo, trovo che le donne sono spesso interrotte dagli uomini come se non fossero nemmeno nella stanza, mentre gli uomini sono più propensi a lasciare che altri uomini finiscano di parlare prima di intervenire. le loro sentenze….. Data questa tendenza, capisco perché molte donne preferiscano non essere coinvolte.

    Anche se questi pregiudizi sono fuori dal nostro controllo, ci sono passi positivi che le scienziate possono fare per aumentare la loro visibilità …. Il primo e il più importante è trovare il modo di parlare in pubblico cominciando dalla relativa sicurezza dei propri dipartimenti universitari, preferibilmente già durante gli studi di dottorato. Non è facile (un famoso professore donna recentemente mi ha detto che le vengono ancora le palpitazioni quando le fanno domande a seminari accademici di alto profilo) ma l’emozione non ha mai ucciso nessuno… Avere discussioni anche accese a seminari può aiutare, perché sviluppa la capacità di comunicare e difendere le proprie idee … Di qui, è naturale passare ai media, il che, oltre ad essere stimolante e divertente, affina la capacità di analisi e di persuasione (competenze che sono utile per tutti gli scienziati, indipendentemente dal sesso)……….

    E’ utile anche avere un blog sulla propria ricerca per affinare le proprie opinioni e sviluppare uno stile..

    Allo stesso modo, non bisogna aver paura di allontanarsi dalla nicchia specializzata delle proprie competenze di ricerca.

    Le opinioni sono utili anche su temi più generali se ben conosciuti….. Qualcuno potrebbe chiedersi se è importante vi siano comunicatori ‘donna’ , se gli uomini stanno facendo bene il lavoro……ma è comunque importante. Un comunicatore donna potrebbe attirare una ‘audience’ più varia, tra le altre donne.

    Il punto è spesso quello di persuadere che la scienza è utile e, merita di essere sostenuta ….. e quando si tratta di questioni controverse come il cambiamento climatico, le vaccinazioni infantili o gli alimenti geneticamente modificati, abbiamo bisogno di essere ascoltati da quante più persone possibili … e le donne dovrebbero stare spalla a spalla con i loro colleghi maschi perché questo possa accadere”. (Jennifer Rhon)

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