Le probabilità degli ovuli congelati

di Bonnie Rochman

Michelle Harrison si era concentrata per anni sulla propria carriera, viaggiando costantemente per agenzie pubblicitarie prima di passare al settore marketing della ESPN. Compiuti i 40 anni poteva permettersi di lasciare i suoi ritmi di lavoro frenetici e vendere il proprio appartamento a New York City per trasferirsi tra i panorami verdi del Colorado. Arrivata a 41 anni, ha preso in considerazione la possibilità di congelare i propri ovuli.

Venne indirizzata al Colorado Center for Reproductive Medicine (CCRM), specializzato nelle gravidanze in età “avanzata”. Nel caso della fertilità femminile, i 35 anni di età rappresentano il punto di svolta, AMA per la medicina, o “età materna avanzata”. La fertilità femminile comincia a calare intorno ai 32 anni d’età il declino accelera ai 37, secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists.

Gli esperti incoraggiano le donne intenzionate a congelare i propri ovuli a farlo tra i 20 e 30 anni d’età, quando sono ancora abbondanti e sani. Un feto femminile porta in sè 3 milioni di uova per ovaia a metà gestazione. Alla nascita, il numero è già ridotto a 500.000, mentre alla pubertà, una giovane ne avrà 150.000 per ovaia. Le donne in menopausa hanno pochissime uova rimaste, molte delle quali cariche di errori genetici provocati dall’invecchiamento. Un ovulo danneggiato ha maggiori probabilità di provocare aborti spontanei, anomalie cromosomiche o non venire nemmeno fertilizzato. Non è chiaro a cosa servano tanti ovuli, né come mai i numeri calino così drasticamente con gli anni. Soprattutto, nessuno ha ancora trovato come prolungare il periodo fertile femminile.

La tecnica di congelamento degli ovuli è la soluzione migliore a cui siamo arrivati. Le ovaie della donna vengono iperstimolate con iniezioni di ormoni perchè producano più ovuli in un solo ciclo mestruale. Gli ovuli verranno recuperati con un ago e congelali individualmente utilizzando un metodo chiamato vetrificazione, progettato per prevenire la formazione di cristalli di ghiaccio. Immersi nell’azoto liquido aspetteranno di essere scongelati per l’uso.

È difficile determinare la percentuale di successo di questa procedura, soprattutto perché è così nuova che molte donne che vi si sono affidate ancora non hanno provato a fecondare i propri ovuli scongelati per rimanere incinte. Dai dati disponibili si direbbe che dipenda dai numeri: più ovuli si congelano in giovane età, più è probabile che almeno riesca a generare un bambino.

Le possibilità di Harrison sembravano altissime quando, a 41 anni, produsse ben 21 ovuli. A 43 anni si innamorò e decise di provare a rimanere incinta, cosa difficile per vie naturali. Dei suoi 21 ovuli congelati, uno solo risultò geneticamente sano.

La prospettiva di prolungare il periodo fertile è di profondo interesse per un numero crescente di donne. Il numero di donne che partorisce in età compresa tra 40 e 44 anni nei paesi sviluppati è in aumento dal 1985, non perché le donne rimangono fertili più a lungo, ma perché sempre più donne cercano di avere figli più avanti negli anni. Questa tendenza ha influenzato la ricerca di nuovi modi per favorire la fertilità.
Innumerevoli tecniche sono in corso di studio, da quelle più benigne a quelle più invasive, alcune che sembrano fantascienza (gameti artificiali creati dalle cellule staminali) e altre che sono decisamente strane (bambini con tre genitori biologici).

Tuttavia, gli studi suggeriscono che le donne di età superiore ai 40 anni corrono più rischi di complicazioni durante la gravidanza, motivo per cui la maggior parte delle cliniche per la fertilità stabilisce dei limiti di età. “Anche potessimo estrarre l’ovulo di una donna e renderlo perfetto con i progressi della tecnologia, oltre una certa età il rischio diviene inaccettabile”, chiarisce Alan Penzias, endocrinologo della riproduzione presso il Boston IVF. “Non è fisiologicamente impossibile, ma non è etico. Il corpo di una donna non è progettato per la gravidanza dopo i 50 anni”.

Stabilire dei limiti su chi può rimanere incinta non è semplice, però. “Gli uomini hanno la possibilità di diventare padri fino a tarda età e nessuno ha proposto di vietarglielo, quindi perché dovremmo vietare alle donne di diventare madri più tardi nella vita?”, si chiede Ruth Faden,”si tratta di rispettare il diritto delle donne di controllare la propria storie riproduttiva”.

Ciononostante, è innegabile che da un punto di vista meramente fisiologico, la gravidanza è di competenza degli individui giovani. “Ricordo sempre a tutti che laddove i progressi medici hanno prolungato la durata della vita umana, la durata della vita riproduttiva delle donne non è mai cambiata”, spiega Mandy Katz-Jaffe, direttore scientifico del CCRM. Le ovaie sono l’organo che invecchia più rapidamente, operative solo tra pubertà e menopausa.

Il prolungamento del periodo fertile avrebbe anche altri benefici, però. “Il mio obiettivo no è aiutare le donne ad avere figli a 70 anni”, dichiara Francesca Duncan, direttrice del Center for Reproductive Science della Northwestern University. Un prolungamento del periodo di produzione degli estrogeni, sarebbe di beneficio per la salute delle donne, rappresenterebbe una protezione contro le malattie cardiache, per esempio, la principale causa di morte per le donne. Duncan è anche professoressa al neonato Center for Female Reproductive Longevity and Equality, parte del Buck Institute for Research on Aging, istituito con l’obbiettivo di “affrontare una disuguaglianza sempre esistita nella storia umana: laddove gli uomini possono riprodursi tutta la vita, la fertilità delle donne diminuisce superati i primi 30 anni d’età”.

Il centro nasce da un’idea di Nicole Shanahan, avvocato. Di famiglia povera, era cresciuta sognando la scuola di legge, la carriera, una casa e una famiglia, ma a 29 anni scoprì di essere destinata ad una menopausa precoce senza spiegazione medica. I suoi studi sull’argomento incontrarono l’interesse del Buck Institute, che nel nuovo centro diede spazio a studi su longevità ed uguaglianza riproduttiva delle donne, riforma della giustizia penale, protezione della salute ed abitabilità del pianeta.

Michelle Harrison ha avuto fortuna. Il 13 luglio 2015, a 44 anni, ha partorito sua figlia Ellie, destinata ad essere figlia unica. La ricerca su come estendere la fertilità delle donne prosegue. Sempre più donne si troveranno a scegliere se fare uso della costosa tecnica di congelamento degli ovuli, mentre le cliniche specializzate adeguano le proprie strategie di marketing a donne sempre più giovani. E per quanto possa divenire sempre più possibile prolungare la fertilità biologica, non tutte le donne chiederanno a gran voce di avere figli in età avanzata.

Immagine: Amrita Marino

(lo)

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