Le prigioni combattono il traffico di droga nelle prigioni grazie al riconoscimento facciale

Gli esiti di un primo test sono stati positivi, anche se l’approccio è soggetto a critiche da parte di chi sostiene che violi la privacy dei carcerati e dei loro visitatori.

di Charlotte Jee

Il test: La BBC riporta l’esito di un primo test, condotto nell’arco di sei settimane fra dicembre e gennaio, in cui i 770 visitatori di una prigione nello Yorkshire sono stati sottoposti ad una scansione facciale per verificare la possibilità che stessero utilizzando identità fasulle o incontrando ripetutamente carcerati differenti. Alcuni visitatori si sarebbero tirati indietro non appena è stato presentato loro il test.

Un problema in aumento: Oltre 23.000 fra dosi e telefoni cellulari sono stati confiscati dal personale delle prigioni inglesi nel 2018, pari a un incremento di 4.000 volte rispetto all’anno precedente. Il Ministero della Giustizia ha commentato il dato indicando le visite ai carcerati come sistema diffuso per contrabbandare prodotti all’interno delle carceri.

Tecnica controversa: Il gruppo Big Brother Watch ha accusato il governo di condurre un “approccio sperimentale ai danni dei diritti umani”. Un portavoce ha detto a The Independent che il governo starebbe cercando di ottenere l’approvazione pubblica della tecnologia per il riconoscimento facciale passando per un “ambiente dai diritti ridotti” prima di introdurla in maniera più estesa. La polizia nel regno Unito ha già testato la tecnologia negli ultimi mesi.

Questione di regole: Un crescente numero di società e fazioni, specialmente negli Stati Uniti, sta richiedendo un maggiore controllo ed una regolamentazione della tecnologia. Persino Amazon, criticata per aver fornito la tecnologia alla polizia, si è unita alla causa il mese scorso.

I prossimi step: Secondo la BBC, i ministri del governo nel Regno Unito starebbero pianificando una adozione più ampia della tecnologia nel paese dopo l’esito positivo riscontrato nel test.

(MO)

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