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    Le nuove iniziative globali di Technology Review

    Lunedì 21 novembre, presso il Centro Studi Americani di Palazzo Caetani a Roma, è stata presentata alla stampa l’iniziativa “TR Mondo”, della edizione italiana di Technology Review.
    Ha aperto la Conferenza Stampa l’on. Giuliano Amato, Presidente del Centro Studi Americani, segnalando la originalità e la funzionalità dell’iniziativa in relazione ai processi di globalizzazione della innovazione.
    Sono seguiti gli interventi di Kathleen Kennedy, Chief Strategy Officer di Technology Review e Presidente del MIT Enterprise Forum, di David Thorne, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, del prof. Romano Prodi, Presidente del Comitato scientifico di Technology Review Italia. Questi interventi vengono pubblicati di seguito.
    Ha concluso gli interventi introduttivi l’ing. Alessandro Ovi, Direttore di Technology Review Italia, sottolineando il ruolo della edizione italiana nella promozione dell’iniziativa e l’intendimento di allargarla alle nuove edizioni che, oltre a quelle italiana, tedesca, indiana e cinese, verranno attivate in altri paesi del mondo.

    Kathleen Kennedy

    Chief Strategy Officer di Technology Review

    Presidente del MIT Enterprise Forum

    Fondato presso il Massachusetts Institute of Technology nel 1899, Technology Review è la rivista di tecnologia più antica al mondo. Nel corso degli anni, le più grandi menti, tra cui Thomas Edison, Bill Gates, Craig Ventor, il primo a mappare il genoma umano, e Sir Tim Berners-Lee, inventore del Web, hanno fornito contributi a Technology Review.

    La missione di Technology Review è quella di identificare le tecnologie emergenti più importanti e illustrarne l’impatto economico, politico e sociale a una audience mondiale di leader. Attraverso il sito quotidiano, le newsletter settimanali, la rivista bimensile e una serie di eventi annuali, TR viene seguita da quasi cinque milioni di lettori in tutto il mondo.

    In sostanza, il MIT funge da lente di ingrandimento per scrutare il vasto orizzonte di tecnologie, che vanno dai nuovi processi produttivi alla computazione quantica, dalla medicina personalizzata a come HTML5 cambierà drasticamente il Web, dalle nuove smart cities alle generazioni avanzate di celle solari. TR consente di affacciarsi su ICT, biomedicina, nanotecnologia e nuove tecnologie energetiche, che stanno cambiando il mondo.

    Oltre 25 anni fa fu lanciata l’edizione di TR Italia (grazie al supporto di Romano Prodi, al tempo Presidente dell’IRI), la prima edizione al di fuori dagli Stati Uniti. Esistono ora edizioni locali in Germania, Spagna, Cina e India. L’anno prossimo, la famiglia crescerà con le edizioni di Singapore, Messico, Colombia, Argentina e Brasile, mentre nel 2013 dovrebbe nascere altre edizioni in Medio Oriente, Francia, Giappone e Russia.

    Ciascuna di queste edizioni produce anche contenuti originali relativi agli sviluppi tecnologici più importanti nella loro regione di riferimento. TR Mondo combina le migliori storie raccolte da ciascuna di queste edizioni, per offrire ai lettori un assaggio delle tecnologie emergenti nel mondo, a riprova dell’importanza che la rivista ricopre a livello sia locale, sia globale.

    In qualità di primo partner internazionale, è quindi logico che l’edizione italiana apra la strada a questa nuova ed emozionante iniziativa. Perciò ringrazio coloro che l’hanno resa possibile: Alessandro Ovi, che guida Technology Review Italia; Gian Piero Jacobelli, Direttore responsabile della rivista; Matteo Ovi, che cura la realizzazione di TR Mondo.

    Un ringraziamento speciale va all’Ambasciatore Thorne per avere appoggiato l’iniziativa da Roma, all’on. Amato, Presidente del Centro Studi Americani, che ha ospitato l’evento, agli Ambasciatori di Cina, India e Germania, che vi hanno partecipato.

    David Thorne

    Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia

    Sono lieto di essere qui oggi per il lancio ufficiale dell’edizione globale della rivista del MIT. Ringrazio il Presidente Romano Prodi e l’ing. Alessandro Ovi per avere promosso l’iniziativa. Saluto i miei illustri colleghi, gli Ambasciatori di Germania, Cina e India. Ringrazio anche il Presidente Giuliano Amato per l’ospitalità.

    Accolgo con grande entusiasmo l’idea di creare una nuova sezione di Technology Review che comprenda articoli da vari paesi e continenti. La rivista fornisce una grande opportunità di scambio di idee e di punti di vista, oltre che un’occasione per intensificare la globalizzazione della conoscenza.

    La nuova iniziativa della rivista del MIT può servire da incoraggiamento per il crowdsourcing di soluzioni globali a problemi globali per mezzo di tecnologie globali.

    L’innovazione espande continuamente i confini della conoscenza e sia il MIT, sia gli innovatori e gli studiosi italiani sono in prima linea rispetto a questi progressi, mettendo in discussione perfino le teorie di Einstein e apportando nuove conoscenze sulla velocità della luce. Ovviamente nessuna istituzione e nessun paese detengono il monopolio dell’innovazione. La condivisione delle tendenze tecnologiche provenienti dagli innovatori in Germania, Cina e India contribuisce ulteriormente ad accelerare il rapido cammino del progresso scientifico in tutti i paesi.

    è proprio la velocità di questi progressi, la rapidità con cui le idee stanno cambiando, che alimenta il bisogno di un’analisi accurata e attendibile. Compito dei membri della comunità scientifica non è solo quello di preservare il proprio status di revisori delle teorie e del pensiero scientifico, ma anche di promuovere una maggiore comprensione dell’impatto che i cambiamenti tecnologici hanno sulle nostre società, le nostre economie, il mercato del lavoro e le opportunità a disposizione delle nuove generazioni. Technology Review, nella sua apertura al mondo, avrà proprio questo duplice fine.

    In questo impegno, teso ad allargare il pubblico delle notizie tecnologiche, è fondamentale rivolgersi ai giovani, che possono trarre il maggiore beneficio dal progresso tecnologico e che sono i più capaci a modellare tale cambiamento. Le nuove tecnologie hanno permesso ai giovani di diventare imprenditori, di esprimere la loro creatività, di essere parte attiva del mercato del lavoro e di svolgere un ruolo dinamico nella società. Produrre un’edizione globale della rivista del MIT equivale a consegnare le chiavi della tecnologia alle nuove generazioni.

    Dobbiamo incoraggiare e sostenere questo legame tra la tecnologia e i giovani, che rappresenta la maggiore speranza di miglioramento per le nostre società e di crescita per le nostre economie. Per questa ragione, l’Ambasciata degli Stati Uniti sta lavorando attivamente per stimolare giovani imprese qui in Italia. Lo scorso maggio a Venezia abbiamo lanciato il Digital Economy Forum, in cui abbiamo riunito esperti digitali americani, italiani ed europei, ricercatori e imprenditori per uno scambio di idee su come le tecnologie digitali possano aiutare aziende in fase di avvio e imprese già in crescita e avviate verso nuovi mercati. La settimana scorsa ho incontrato un gruppo di giovani imprenditori, ricercatori e professionisti a Napoli; qualche giorno fa abbiamo ospitato due eventi a Cagliari e a Firenze. Stiamo inoltre programmando un “campo d’addestramento per start-up” a Milano per il marzo prossimo, nonché un altro grande evento a Venezia a maggio.

    Mi auguro davvero che la nuova edizione globale della rivista del MIT contribuirà ad accrescere l’interesse sulle nuove tecnologie e sull’innovazione tra le giovani menti promettenti, italiane e di altri paesi. La nuova iniziativa dimostra che, dopo oltre un secolo d’attività, la più antica rivista di tecnologia al mondo ha ancora un ruolo chiave nel guidare innovazione e creatività. In effetti la rivista ha saputo “innovare” se stessa, sviluppando speciali applicazioni per smartphone e apparecchiature mobili al fine di diffondere i suoi contenuti a un pubblico più vasto.

    Il mio plauso va a questo spirito di innovazione, al Presidente Prodi, all’ing. Ovi, al Vicepresidente della casa editrice del MIT, Kathleen Kennedy, per questo nuovo progetto. Il MIT ha sempre svolto un ruolo di avanguardia tra le università che stimolano e creano innovazione. Questo progetto dimostra che continua a farlo.

    Romano Prodi

    Presidente Comitato scientifico Technology Review Italia

    Sia pure in un certo uniformarsi dei gusti nel cibo, nel vestirsi, nell’intrattenimento, la spinta di popoli diversi a essere sempre più se stessi, a mettere in evidenza e proteggere le proprie basi, è ancora molto forte e sollecita la ricerca di fattori distintivi. Purtroppo, sempre più spesso ciò avviene in modo conflittuale.

    Ma se si guarda allo sviluppo scientifico e tecnologico (come oggi si può fare dalla finestra aperta da TR Mondo), si vede invece un interessantissimo processo di avvicinamento, anche partendo da posizioni fino a ieri molto lontane.

    Ogni redazione (cinese, indiana, tedesca) mostra, sia pure nel suo “particolare”, una seria capacità di avanzare nella ricerca delle soluzioni ai propri problemi con metodi generali e comuni, che sono quelli della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Sono i problemi da affrontare a essere diversi, ma il metodo per affrontarli è sempre più lo stesso.

    Per esempio, in TR Mondo la Germania ci racconta di un grande braccio robotico che, montato su una imbarcazione, permette a un tecnico della manutenzione, di avvicinarsi a una grande turbina eolica installata in mare e di lavorare anche in condizioni di mare mosso. Ecco la grande cultura elettromeccanica tedesca, arricchita dal meglio della robotica. Ecco la capacità di pianificazione a lungo termine: la progettazione e la messa a punto di questa struttura derivano dalla necessità di manutenzione alle 20mila turbine eoliche che il governo vuole siano installate entro il 2020.

    Nello stesso contesto, la Cina ci spiega come, partendo da manifatture all’inizio molto semplici, con mano d’opera a basso costo, la sua industria stia riuscendo a offrire prodotti sempre più avanzati tecnologicamente grazie alla innovazione incrementale dei processi. L’esempio qui descritto è la produzione dei pannelli solari. Cinque anni fa nelle cinque prime società del settore una era cinese e con tecnologie non di frontiera. Oggi sono cinesi ben quattro e anche con tecnologie molto avanzate in termini di costo, efficienza e leggerezza.

    L’india racconta storie “originali” di grande successo, con la presenza nei mercati globali della Information Technology (un caso esemplare è quello della Infosys, che si è proiettata da Bangalore al mondo). Ma mostra anche risorse intellettuali e tecnologiche che, tra l’altro, affrontano e risolvono il problema di permettere ad alcune centinaia di milioni di telefoni cellulari semplici (non smart phones, quindi) di accedere a Internet usando la piattaforma degli SMS. Oppure che affrontano e risolvono il problema di raccogliere e purificare con efficienza acque piovane e di scarico nelle grandi città, a costi bassi e con modalità operative abbastanza semplici.

    Ogni storia raccontata da Cina, India, Germania, apre a uno sguardo molto più largo il tradizionale scenario del grande mondo dell’High Tech americano, fino a ora integrato solo dalle storie e dai commenti italiani.

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