Le bici come opzione post-blocco

Mentre si cerca di far ripartire l’economia dalla devastazione provocata dalla pandemia di coronavirus, l’uso della bicicletta viene proposto come un modo per evitare l’affollamento di treni e autobus che mette a rischio la sicurezza

di Aritz Parra

La transizione verso ambienti urbani più adatti alle biciclette “è necessaria se vogliamo che le nostre città riprendano a lavorare”, ha dichiarato Morton Kabell, copresidente della Federazione europea dei ciclisti. “Molte persone hanno paura di andare con i mezzi pubblici e pochissime città sono in grado di gestire un incremento del traffico automobilistico”. I punti di riferimento dei fautori delle due ruote sono Copenaghen, dove metà dei pendolari giornalieri sono ciclisti, e i Paesi Bassi, con la sua vasta rete di piste ciclabili. Tuttavia, in tutti i paesi di tutto il mondo si fa strada questa consapevolezza.

Come riportato da “AP”, il governo francese ha chiesto all’ambientalista Pierre Serne, presidente del Club delle città ciclabili, di elaborare un piano per la fine del blocco. Le sue indicazioni per la creazione di piste ciclabili separate ad un costo stimato di 50.000 euro al chilometro, sono state fatte proprie dal Ministero dei trasporti. A Berlino, il consiglio di Friedrichshain-Kreuzberg ha disegnato delle corsie in giallo su alcune strade riservandole alle bici. Una politica che viene definita “urbanismo tattico”, vale a dire cambiamenti a basso costo tecnicamente semplici e reversibili, che possono fare la differenza immediata.

Iniziative simili stanno spuntando altrove. Perù, Spagna e Italia stanno accelerando i piani per espandere le piste ciclabili o ricavare spazio dai parcheggi delle automobili. A Bogotà, dove le biciclette sono utilizzate principalmente dai colletti blu della Colombia, il sindaco Claudia López ha invitato tutti a tornare al lavoro in bicicletta questa settimana invece di utilizzare i mezzi pubblici. Il ministro dell’ambiente spagnolo, Teresa Ribera, ha dichiarato all’”Associated Press”: “Possiamo, e dovremmo, trarre vantaggio da questa situazione per introdurre un nuovo paradigma di mobilità sostenibile”.

(rp)

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