La tecnologia contro gli incidenti

L’ACI organizza a Vallelunga l’eSafety Challenge per dimostrare l’efficacia dei più moderni sistemi di sicurezza attiva delle nostre automobili.

di ACI

La tecnologia relativa alla sicurezza automobilistica continua a fare passi da gigante, offrendo sempre maggiori opportunità a chi siede al volante di un’automobile per garantirgli un viaggio più sicuro.

La necessità di promuovere l’adozione di nuovi sistemi sui veicoli nasce come naturale sviluppo del lavoro fatto per migliorare la sicurezza in Formula 1, da sempre laboratorio delle soluzioni poi applicate alle nostre auto. Non a caso il consorzio europeo che si occupa dello sviluppo della tecnologia applicata alla sicurezza delle auto, l’eSafetyAware, è presieduto da Jean Todt, un protagonista indiscusso che alla Formula Uno, e in particolare alla Ferrari, ha legato il suo nome per anni.

Lo sviluppo dell’eSafety, cioè delle più moderne tecnologie attive per la sicurezza degli autoveicoli, è una delle grandi scommesse per il futuro: l’obiettivo è quello di abbattere l’incidentalità stradale, una delle più gravi piaghe sociali del nostro tempo.

L’eSafety è un sistema complesso di dispositivi di sicurezza attivi che servono ad aiutare l’automobilista, correggendo eventuali errori e avvertendo su potenziali pericoli.

Il sistema di allerta e di frenata di emergenza rivela preventivamente il rischio di una collisione frontale, allerta il conducente del pericolo e − nel caso in cui questi non reagisca prontamente − attiva automaticamente gli organi frenanti e la pretensione delle cinture di sicurezza.

Il monitoraggio degli angoli ciechi consente invece al conducente di sorvegliare l’area non coperta dalla visuale degli specchietti laterali, evitando così di urtare eventuali veicoli in fase di sorpasso.

L’assistente di corsia è una tecnologia che aiuta il conducente a mantenere la sua traiettoria, allertandolo in caso di abbandono inconsapevole della propria corsia di marcia o di ostacoli laterali.

L’avvisatore di velocità, infine, aiuta a mantenere un andamento conforme ai limiti, informando il guidatore ogni qual volta il veicolo si appresti a superarli.

Il più sviluppato e diffuso di questi dispositivi – montato su di un’auto per la prima volta nel 1995 − è sicuramente l’ESC (elecronic stability control), il controllo elettronico della stabilità: una tecnologia antisbandamento e antiribaltamento che aiuta a stabilizzare la traiettoria del veicolo in caso di perdita di aderenza dei pneumatici. L’ESC potrebbe salvare, secondo le stime internazionali, oltre 100.000 vite nel mondo.

Si tratta di una tecnologia nata in Europa ma diffusa soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone. A proposito di ciò, il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, non usa mezzi termini: “è paradossale”, dice Gelpi, “che una tecnologia europea abbia finora avuto maggiore diffusione altrove e sia quasi sconosciuta nel nostro paese, dove addirittura più del 10 per cento dei modelli non può disporre di ESC. è necessario moltiplicare gli sforzi affinché tutti i soggetti coinvolti − costruttori, venditori e automobilisti − siano maggiormente informati sui vantaggi di queste tecnologie. Sarebbe auspicabile anche un sistema di incentivazione economica che consenta nel più breve tempo possibile di dotare l’intero parco circolante di questi dispositivi fondamentali per la sicurezza”.

A tale proposito, l’ACI è il primo promotore dell’eSafety Challenge in programma a Vallelunga l’8 e il 9 settembre 2009, a cui hanno assicurato la presenza – in qualità di tester e di testimonial – molti dei più importanti piloti della Formula Uno, a pochi giorni dal Gran Premio di Monza.

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