La speranza viene dal sole

Secondo il premio Nobel per la Chimica, il metodo più ecologico per produrre energia capace di mantenere gli attuali livelli di consumo comporta l’uso di acqua e fotoni.

di Harold Kroto (fonte OIL)

Il cambiamento climatico non costituisce una novità e, nel passato remoto, deve aver stravolto gli equilibri della biosfera. E con ogni probabilità – i responsabili siamo noi.

Dunque, ora la domanda è: cosa possiamo fare al riguardo? Per quanto posso dire, l’unica Comunità che, più o meno, nel suo complesso, sta prendendo seriamente l’argomento è la comunità scientifica.

Sono molti gli scienziati capaci che stanno studiando il nocciolo della questione, cioè come poter catturare e immagazzinare efficacemente l’energia solare. Sottolineo che in un anno utilizziamo una quantità di combustibili fossili per produrre la quale c’è voluto circa un milione di anni, periodo in cui hanno vissuto e sono morti animali e vegetazione.

Pertanto, dobbiamo aumentare di un fattore pari a circa un milione la nostra capacità di intrappolare l’energia solare di un anno. In linea teorica, il metodo più ecologico è quello di individuare un processo che impieghi l’energia dei fotoni provenienti dal Sole al fine di scomporre l’acqua (H2O) in idrogeno e ossigeno, per poi ricombinare l’idrogeno e l’ossigeno recuperando l’energia immagazzinata nel momento e nel luogo del bisogno.

In questo caso, non si produrrebbe CO2, e si eviterebbero sprechi di acqua… perfetto dunque!

Tuttavia, costituisce un problema difficile che finora non ha trovato soluzione, sebbene vi si dedichino numerosi ricercatori. Come evidenziato in precedenza, non è possibile avere piena certezza, ma la situazione sembra piuttosto negativa e, se le indicazioni sono corrette, la società è sull’orlo di una catastrofe.

In poco più di mezzo secolo, il consumo di energia da parte delle persone in generale schizzato alle stelle dal momento che l’uso di macchine, impianti di riscaldamento, impianti di condizionamento, computer, Internet, è aumentato a dismisura.

è ovvio che sia assolutamente necessaria una drastica inversione di tendenza per quanto riguarda l’attitudine della società verso il consumo energetico.

Sembra un obiettivo quasi impossibile da raggiungere. A livello educativo, si rende necessario un Progetto Manhattan Globale, per assicurarsi che le persone trattino il problema con la dovuta serietà. Non sarebbe diretto esclusivamente ai profani o ai non-esperti, ma anche agli uomini d’affari, ai politici, ai coltivatori e a coloro che sono impiegati nelle fabbriche: appunto, a tutti quanti noi.

Per tutti noi c’è un punto fermo e razionale: il petrolio è la nostra risorsa più preziosa e basterebbe un secondo per concludere che, effettivamente, è un atto criminale semplicemente bruciarlo.

Il combustibile fossile è la materia prima impiegata dall’industria chimica, che produce quei materiali avanzati che sono così importanti per il nostro attuale stile di vita, che dipende fortemente dalla tecnologia. Rappresenta la fonte di polimeri e prodotti chimici utilizzati dal settore farmaceutico e si deve inoltre considerare che non è possibile sintetizzare molte delle svariate migliaia di preziosi composti del petrolio. Vale anche la pena di ricordare che circa il 70 percento dei prodotti alimentari a livello mondiale è strettamente legato ai fertilizzanti ottenuti attraverso l’impiego dei combustibili fossili.

Chi è Harold W. Kroto è uno scienziato di fama internazionale. Ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1996 per la scoperta del fullerene. Insegna chimica e biochimica alla Florida State University.

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