La ricerca Eni per trasformare i rifiuti organici in biocarburante

I rifiuti solidi organici per Eni non sono uno scarto da smaltire, ma una biomassa da valorizzare nella produzione di energia verde.

di Istituto Donegani – ENI

In Italia ogni anno sono prodotti e raccolti più di 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Di questi, circa 3,8 milioni di tonnellate sono “umido” raccolto in maniera differenziata.

Attualmente la maggior parte di questi materiali è smaltita in discarica oppure, nei casi più virtuosi, inviata a impianti di digestione anaerobica, compostaggio o termovalorizzazione. Per Eni questi rifiuti possono essere utilizzati come materia prima per produrre bio-olio da impiegare direttamente come combustibile oppure da convertire in biocarburanti per autotrazione.

Il Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali – Istituto Eni Donegani di Novara, ha ideato e messo a punto una tecnologia che converte questi rifiuti in bio-olio.

Su scala di laboratorio è stato identificato un processo di liquefazione dei rifiuti, che è integrato da un lato dalla raffinazione del bio-olio prodotto in biocarburanti, dall’altro dalla purificazione della fase acquosa residua mediante fermentazione con microorganismi.

Eni ha in programma di realizzare un impianto pilota nel 2012 e di progettare e allestire un impianto dimostrativo negli anni successivi, sulla base dei risultati conseguiti.

I principali vantaggi di questa tecnologia sono lo sfruttamento di un collaudato sistema di raccolta per il reperimento della materia prima offrendo una soluzione alternativa alla gestione dei rifiuti/fanghi delle aree urbane rispettando l’ambiente. Questa tecnologia non è in competizione con la produzione agricola, bensì la completa, offrendo una via sostenibile alla gestione degli scarti di lavorazione.

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