La ricerca cinese sugli OGM va più veloce delle autorizzazioni a produrne

Nonostante i recenti progressi della ricerca, la coltivazione commerciale di colture alimentari geneticamente modificate è bloccata in Cina, la nazione più popolosa del mondo, con un approvvigionamento di cibo che sta diventando insufficiente. Il dibattito in proposito si apre con un commento di Alessandro Ovi.

di David Talbot

Il fatto che dal 2009 la Cina non abbia approvato nuovi OGM è il risultato delle paure della pubblica opinione. Nonostante i recenti progressi della ricerca, come per esempio un nuovo ceppo di grano che resiste alle muffe distruttive, la coltivazione commerciale di colture alimentari geneticamente modificate è bloccata in Cina, la nazione più popolosa del mondo, con un approvvigionamento di cibo che sta diventando insufficiente.

Nel 2009, il Ministero dell’Agricoltura ha emesso il certificato di sicurezza per due ceppi di riso resistente agli insetti, noto come riso Bt, lanciato da Qifa Zhang, uno scienziato della Huazhong Agricultural University di Wuhan. Il Ministero, inoltre, ha approvato un tipo di mais che aiuta il bestiame a digerire i fosfati. Prima di allora, alcune varietà di colture minori sono state approvate per la coltivazione commerciale, ma a oggi solo un cotone resistente agli insetti e una papaia resistente ai virus vengono coltivati su larga scala e commercializzati in Cina.

L’approvazione del riso sembra avere toccato un nervo scoperto della pubblica opinione. Si sono diffuse voci nei social media secondo cui gli OGM sia domestici, sia importati comportano rischi sanitari e ambientali.

Anche recentemente i funzionari militari in una provincia cinese hanno vietato olii da cucina OGM provenienti da forniture di alimenti per le truppe. “Abbiamo bisogno degli OGM, ma dobbiamo affrontare un grave problema sorto da poco in Cina: i timori dell’opinione pubblica” , dice Huang Dafang, ex direttore dell’Istituto di Biotecnologia all’interno dell’Accademia cinese delle scienze agricole. Nel frattempo, il governo sta anche cercando di affrancarsi dalle importazioni incrementando la sua capacità di produrre OGM per mais e soia in aziende statali come DBN, che ha un centro biotech a Pechino.

Tuttavia, la Cina ha 1,3 miliardi di abitanti, in costante aumento, mentre la terra coltivabile sta diminuendo e la resa per ettaro è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni. “Sta diventando difficile aumentare l’approvvigionamento di cibo con la tecniche di coltivazione tradizionali”, aggiunge Huang.

A causa di una reazione nazionalista e popolare, nessun riso modificato è stato ufficialmente piantato, anche se abbondano i rapporti su piantagioni illegali. A rigore di termini, anche se il riso ha un certificato di biosicurezza, resta indispensabile una fase finale, denominata “prove varietali”. “Per le prove varietali, che analizzano in ogni semenza le varianti genetiche per tutte le principali colture, tranne che per il cotone, non ci sono linee guida del governo, “che sembra quasi non avere fretta”, sostiene Xing-Wang Deng, direttore di un centro di ricerca per la genetica molecolare delle piante e la biotecnologia agraria creato congiuntamente dalla Università di Pechino e da quella di Yale. Deng era uno degli esperti cinesi, richiamato in Cina per avviare laboratori nel quadro di un piano governativo denominato “Programma dei 1.000 Talenti”.

Nonostante le incertezze normative, i ricercatori cinesi hanno quintuplicato la loro produzione di articoli scientifici sulle piante negli ultimi dieci anni. Ma ciò non basta. “Il governo dovrebbe darci indicazioni o informazioni più chiare sulla direzione da seguire”, dice Caixia Gao, che dirige un gruppo di ricerca di gene-editing presso il Laboratorio di Stato dell’Istituto di Genetica e Biologia dello sviluppo a Pechino.

Gao ha pubblicato con altri un recente documento su come conferire al grano una maggiore resistenza nei confronti delle muffe, utilizzando nuovi metodi di gene-editing. Si spera che la nuova tecnologia possa aggirare gran parte delle controversie che circondano le colture transgeniche.

Questi recenti progressi del laboratorio, insieme alla certezza delle future pressioni per l’approvvigionamento di cibo, potrebbero trasformare rapidamente l’atteggiamento prevalente. “Sono cautamente ottimista circa lo sviluppo degli OGM in Cina”, aggiunge Huang.

Se la Cina decidesse di aprire le porte a nuovi impianti commerciali, l’impatto potrebbe essere enorme. La dimensione del paese garantisce che qualsiasi sua azione avrà ripercussioni sui mercati globali e sui laboratori di ricerca. “Possiamo solo aspettare l’approvazione da parte del governo. E probabilmente possiamo fare più lavoro di ricerca”, conclude Huang.

Alcune ricerche hanno dimostrato grandi benefici in Cina dalla piantumazione di cotone resistente ai parassiti come i bollworm che sono stati drasticamente ridotti, non solo nel cotone, ma anche in coltivazioni vicine non transgeniche tra cui il mais, le arachidi e la soia, diminuendo la necessità di pesticidi senza colpire gli insetti benefici. Ma la notizia non è del tutto positiva, poiché un parassita secondario è diventato prevalente, suggerendo che gli OGM non sono sempre una panacea.

Alessandro Ovi

Editore e Direttore di MIT Technology Review Italia

L’articolo di Talbot, molto documentato in merito alle ricerche cinesi sugli OGM, lascia qualche perplessità in merito ai consumi. In tutte le classifiche relative a questo parametro, la Cina non risulta certo la prima, ma è comunque settima dopo Stati Uniti d’America (64 milioni di ha. coltivate con OGM), Brasile (21,4 milioni di ha.), Argentina (21,3 milioni di ha.), India (8,4 milioni di ha.), Canada (8,2 milioni di ha.), Cina (3,7 milioni di ha). L’unica parte del mondo dove gli OGM sono in calo è l’Europa (in discesa verso solo 90mila ha.).

La Commissione Europea ha condotto studi sulla cui base i prodotti OGM non hanno dimostrato nessuna caratteristica di pericolosità, ma quasi tutti i singoli paesi hanno al momento reso difficile la loro produzione che, per quanto già basse, stanno progressivamente diminuendo.

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