La prima immagine dei campi magnetici attorno a un buco nero

L’Event Horizon Telescope ha reso più nitida l’immagine storica che ha rilasciato nel 2019 dell’enorme oggetto al centro di una galassia lontana.

di Neel V. Patel 

Gli astronomi hanno rilasciato una nuova immagine del buco nero supermassiccio al centro della galassia M87, ancora più nitida rispetto a un’immagine storica del 2019, che mostra la luce polarizzata delimitante le linee del campo magnetico dell’ammasso di energia. 

L’Event Horizon Telescope è entrato nella storia il 10 aprile 2019, quando ha rilasciato la prima immagine assoluta di un buco nero. Il cerchio arancione brillante, situato a 53 milioni di anni luce di distanza, è stato ripreso da otto radio-osservatori in quattro continenti separati. La loro risoluzione combinata è stata in grado di sbirciare fino al centro di M87 e intravedere la luce incandescente del gas ultra-caldo e della polvere che turbinano attorno all’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio (il punto di non ritorno, dove si trova la gravità del buco nero così potente che nessuna luce o materia può sfuggire alle sue grinfie). 

In un paio di nuovi studi pubblicati sull’”Astrophysical Journal”, gli astronomi sono risaliti all’archivio dei dati che hanno portato alla prima immagine e hanno analizzato il movimento della luce polarizzata attorno all’oggetto. Le onde luminose normalmente oscillano avanti e indietro, in molte direzioni diverse. Ma queste onde possono diventare polarizzate dai campi magnetici e quell’oscillazione si limita a un singolo piano lineare. Questa luce traccia efficacemente le linee del campo magnetico del buco nero, creando una visuale più nitida rispetto alla ciambella sfocata mostrata nel 2019. 

La differenza è importante perché i campi magnetici determinano il modo in cui la materia intorno al buco nero si muove e vortica, il che può influenzare le abitudini “alimentari” e l’evoluzione di un buco nero. Studiando come questi campi magnetici funzionano e cambiano nel tempo, gli scienziati possono capire meglio come si comporta il materiale in accrescimento attorno al buco nero e come viene influenzato, il che può inevitabilmente aiutarci a dirci di più su come si formano i buchi neri supermassicci e su come crescono. 

(rp)

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