La penna e la tastiera

Si dice che le tastiere dei terminali stanno sostituendo la scrittura manuale, nelle sue diverse espressioni, ma si dice anche, in base a ricerche psicologiche e neurologiche, che perdendo la capacità di scrivere si rischia di perdere anche altre importanti capacità motorie e intellettuali.

di Angelo Gallippi

Uno degli effetti collaterali meno previsti della rivoluzione informatica è il declino della scrittura manoscritta, o almeno del corsivo in favore dello stampatello. Oltre agli impieghi privati, la scrittura manoscritta, infatti, è sempre meno utilizzata per scrivere lettere, cartoline, moduli cartacei, verbali, compiti in classe e ricette mediche.

In effetti sono passati più di dieci anni da quando, nel 2009, la rivista “Time” annunciò «la morte della scrittura a mano» e da allora diversi fatti hanno suffragato la profezia.

Nel 2013 gli Stati Uniti hanno abolito dai loro standard educativi nazionali l’insegnamento della scrittura in corsivo, che di conseguenza rimane insegnata solo nelle scuole elementari di una manciata di Stati. Allo stesso tempo si raccomanda che fino dalle scuole primarie, con «sostegno ridotto da parte di un adulto, l’alunno utilizzi la tecnologia, compreso Internet, per produrre e pubblicare propri scritti come pure per interagire e collaborare con gli altri».

Lo stesso anno anche in India, punta di diamante della tecnologia informatica, la maggior parte delle scuole hanno detto addio agli svolazzi della scrittura in corsivo, sostenendo che quella in stampatello aiuta gli studenti a collegare ciò che leggono sui libri di testo con quanto gli insegnanti scrivono alla lavagna.

In Finlandia, dopo che per anni le linee-guida per gli insegnanti avevano privilegiato i metodi di scrittura elettronica, nel 2016 è avvenuto lo switch off tra la scrittura a mano, non più insegnata alle elementari, e la digitazione su tastiera.

Vi sono però paesi in controtendenza. Da noi i bambini imparano ancora la scrittura in corsivo nelle prime classi elementari (anche se non c’è più il voto in pagella), partendo in genere dallo stampato maiuscolo, passando allo stampato minuscolo ed, eventualmente, approdando al corsivo.

In Francia il corsivo viene insegnato fino dall’asilo; nei paesi arabi la calligrafia è sempre stata considerata un’importante espressione artistica.

In Inghilterra la dipendenza degli studenti da telefonini e tablet ha reso talmente illeggibile la loro grafia che nel 2017 l’Università di Cambridge ha pensato di sostituire negli esami la carta e penna con i laptop, mentre molte scuole sono corse ai ripari reintroducendo le penne stilografiche. Queste ultime, per inciso, hanno subito un calo nelle vendite di cinque punti percentuali dal 2005 al 2015, in Europa come in Nord America, malgrado sia aumentato il valore delle vendite, ma solo perché la penna si è trasformata da strumento di scrittura a oggetto di lusso.

Per questa ragione l’associazione americana dei produttori di penne ha istituito fino dal 1977 il National Handwriting Day, con il fine di reintrodurre l’uso di carta e penna. La giornata cade tra pochi giorni, il 23 gennaio, giorno in cui nacque John Hancock, primo firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti: un documento manoscritto che gli odierni bambini americani potrebbero non riuscire più a leggere.

Ci si può chiedere, allora, se convenga tenere impegnati i bambini per lunghi anni in una pratica faticosa come la scrittura a mano o se invece non sia meglio impiegare il tempo in maniera più produttiva. È quanto fa in un recente saggio (“Should Technology Replace Handwriting?” in The Robots Are Here, a cura di Rosemary Sage e Riccarda Matteucci, University of Buckingham Press, 2019) Kate Schutte, insegnante di inglese e francese alla Cranleigh Preparatory School, una scuola per studenti da 3 a 18 anni del Surrey, Inghilterra.

Schutte riporta i risultati di diversi studi nel campo delle neuroscienze e della psicologia, che dimostrano l’indubbia utilità della scrittura a mano per lo sviluppo cognitivo durante l’infanzia e l’adolescenza.

A differenza della digitazione, la scrittura a mano coinvolge diverse parti del cervello, facilitando l’apprendimento e la lettura. Aiuta i ragazzi a sviluppare un migliore coordinamento occhio-mano, maggiori capacità motorie e funzioni cerebrali e di memoria più acute. Inoltre instaura dei collegamenti che sono vitali per lo sviluppo dei giovani, mentre i movimenti che essa comporta aiutano a strutturare il linguaggio.

D’altra parte è la stessa tecnologia a riconoscere l’importanza della scrittura a mano, il cui insegnamento e apprendimento possono venire aiutati da robot di ultima generazione, supportati da programmi di intelligenza artificiale.

Un gruppo di ricercatori della Scuola Politecnica Federale di Losanna, in Svizzera, ha costruito un robot che “scrive male” e viene guidato da un bambino a migliorare la sua grafia, secondo il nuovo principio didattico dell’“imparare insegnando”. Ovviamente il robot viene programmato in modo da sbagliare proprio quegli elementi della scrittura che il bambino deve migliorare.

Invece il Moalem (in arabo: insegnante), realizzato nel 2018 da Mohamad Eid alla New York University di Abu Dhabi, è un braccio robotico che scrive correttamente i caratteri arabi su un foglio di carta muovendo una matita e li visualizza su uno schermo. Uno studente può afferrare la matita e seguirne passivamente il movimento oppure guidarla attivamente, in modalità aptica, ricevendo dei feedback dal braccio in risposta a suoi eventuali movimenti errati.

Infine, chi riconosce la superiorità di una lettera o un biglietto di auguri manoscritto rispetto all’equivalente elettronico, ma non ha tempo o voglia di scriverlo, può usare diversi servizi di mail scritte a mano. Alcune società (Postalgia, Scribeless, RoboQuill, HandWrytten, …) offrono un tipo di scrittura robotica con penna stilografica o biro utilizzando un campione della calligrafia e la firma che il cliente invia loro via computer. Si possono scegliere anche stili predefiniti, e vengono garantite piccole imperfezioni grafiche e una leggera variabilità da una lettera all’altra, che rendono ancora più realistico il falso prodotto dal robot.

Altre società (HandWrittenMail, This custom thanks, …) garantiscono invece la scrittura a opera di autentici scribi in carne e ossa, ma ad un prezzo leggermente superiore. Perché oggi, a differenza di una volta, il lavoro “a mano” costa più di quello “a macchina”!

Immagine: Scrivere con una penna attiva aree cerebrali diverse da quelle attivate quando si scrive sulla tastiera.

(gv)

Related Posts
Total
0
Share