La Papua Nuova Guinea ha imposto un bando di un mese su Facebook

L’interruzione è volta a contrastare il proliferare di profili fasulli e contenuti inappropriati.

di Erin Winick

Il paese impedirà ai residenti di accedere al social network per cercare ripulirne la piattaforma.

Perché? Stando al governo, il periodo verrà impiegato per filtrare profili fasulli e rimuovere contenuti pornografici. “Così facendo potremo permettere agli utenti reali di utilizzare il social network in maniera responsabile”, ha detto su Post Courier, una pubblicazione locale, il ministro delle comunicazioni Sam Basil.

Eppure, solamente il 12 percento del paese utilizza Facebook. La decisione di bloccare una qualcosa che viene utilizzato da meno di un ottavo della popolazione pare una misura alquanto drastica.

Perché conta: La messa al bando di Facebook viene solitamente attuata in prossimità di una campagna elettorale, oppure viene imposta indefinitamente, come nel caso della Cina. Come spiegato al Guardian da Aim Sinpeng, un esperto di digital media e politica dell’Università di Sydney, “Questi problemi con Facebook vengono trattati anche in altri paesi; il fatto che la Papua Nuova Guinea abbia deciso di aderire a questa pratica dimostra quanto questi timori si siano diffusi”.

(MO)

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