La pandemia ha reso la vita più difficile per i non udenti

Il mondo tecnologico sta cercando la soluzione ai problemi che i collegamenti video stanno creando a chi non è in grado di sentire.

di Tanya Basu

Circa un mese dopo l’inizio dell’isolamento sociale, Shaylee Mansfield – un’attrice sorda di 11 anni di Austin, in Texas – ha pubblicato un video su Twitter (si veda link). “Non riesco a capire cosa dicono le persone che seguo su Instagram”, spiega con i segni mentre guarda vari video. Perché succede? Non ci sono didascalie!”

Il video di Shaylee ha ottenuto migliaia di “Mi piace” e retweet, anche se nessuna risposta ufficiale – ancora – da Instagram. “Non è giusto che Shaylee, una sorella sorda, e Ivy, una sorella udente, non possano guardare insieme lo stesso video”, dice la loro madre, Sheena McFeely (a sua volta non udente, come lo è il padre, Manny Johnson).

McFeely afferma che la nuova dipendenza dalle chat video durante la pandemia ha reso la navigazione sociale e lavorativa molto più difficile per coloro che sono non udenti o con problemi di udito.

“Ora è diventato un problema più grande di quanto non fosse in epoca pre-coronavirus”, sostiene McFeely. Il mondo della tecnologia sta cercando di migliorare l’accessibilità a questi contenuti. Il 21 maggio, Google ha annunciato che il suo servizio di chat video, Google Meet, includerà ora funzionalità di sottotitoli che trascrivono una conversazione in pochi secondi. 

Un portavoce di Zoom afferma che l’azienda ci sta lavorando da tempo e ha sottolineato le sue attuali funzionalità di accessibilità, tra cui i sottotitoli. Anche le app per non udenti stanno facendo progressi. Una di queste è Ava, creata da Thibault Duchemin, che è cresciuto con genitori sordi e ha spesso gestito la comunicazione per loro. 

Pre-pandemia, era una delle app più votate per la trascrizione in diretta di conversazioni, telefonate e videochiamate, con una funzione che consente la personalizzazione del testo nelle riunioni per migliorare l’IA in tempo reale.

Nelle prossime settimane, Ava introdurrà una casella mobile che sottotitola automaticamente le conversazioni in qualsiasi video chat, che si svolga in Microsoft Teams, Google Meet o altrove. “Avremmo dovuto rilasciare [l’aggiornamento dei sottotitoli live] a settembre”, afferma Duchemin, ma la crisi lo ha costretto ad accelerare i tempi. 

Questi aggiornamenti sono rivolti principalmente agli utenti non udenti o con problemi di udito, ma anche altri potrebbero trarne beneficio. Duchemin afferma di aver ricevuto un feedback positivo sull’uso dei sottotitoli da studenti che saltano le lezioni in classe e usano trascrizioni per recuperare il ritardo e persone che hanno cattive connessioni video. 

Ma i sottotitoli non risolvono tutti i problemi. Howard Rosenblum, CEO della National Association of the Deaf, afferma che la sua organizzazione ha fatto pressioni, con scarso profitto, per gli interpreti LIS e le trascrizioni audio per tutte le trasmissioni relative alla pandemia (i briefing giornalieri del presidente Trump mancano ancora dei traduttori LIS). 

Questo divario si estende anche alla sanità pubblica e al mondo delle informazioni. “Le notizie non sono accessibili a molte persone non udenti o con problemi di udito, in particolare quelli che usano la LIS come lingua principale, che è distinta dall’inglese”, afferma Rosenblum.

Questo problema è particolarmente acuto negli ospedali, dove il distanziamento sociale significa che gli interpreti non sono a portata di mano e le maschere per il viso rendono impossibile la lettura delle labbra, creando interruzioni della comunicazione che sono potenzialmente pericolose per i pazienti che non riescono a capire cosa viene detto. 

Queste difficoltà hanno spinto la National Association of the Deaf a creare una guida per la comunicazione ospedaliera che includa suggerimenti tra cui avere penne e carta, e caricabatterie per tablet, per aiutare le persone a comunicare senza interpreti.

Una soluzione semplice è l’uso di maschere trasparenti. Negli Stati Uniti, Safe ’n’ Clear produce maschere mediche con una sezione di plastica trasparente sulla bocca in modo che i pazienti possano vedere le labbra del personale medico che le assiste.

Un’altra azienda, ClearMask, è stata avviata nel 2017 dopo che una dei fondatori Allysa Dittmar, che è non udente, è stata portata in chirurgia senza un interprete. “È stato orribile”, ha dichiarato al “Johns Hopkins Magazine” nel 2018.

La domanda è aumentata durante la pandemia di coronavirus, afferma Ditmar. A partire dal 16 maggio, le richieste sono aumentate di 566 volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con l’azienda che ha fornito ordini all’ingrosso di 10.000 maschere ciascuno per gli ospedali e le comunità bisognose. Safe ‘n’ Clear ha esaurito costantemente le scorte e afferma di non essere in grado di evadere gli ordini per luglio. 

Sono nati sforzi amatoriali per colmare le lacune. Ashley Lawrence, una studentessa non udente alla Eastern Kentucky University, ha raccolto oltre 3.000 dollari per la campagna GoFundMe finalizzata alla cucitura di maschere trasparenti.

Forme di volontariato simile si stanno organizzando in tutto il mondo. I video di YouTube spiegano alle persone come creare tali maschere da zero (si veda link). Le maschere fai-da-te non sono perfette (si veda link). Spesso non sono sufficientemente alte in termini di qualità da consentire alle persone non udenti di leggere le labbra in modo efficace. Possono mancare del materiale filtrante, che è difficile da inserire con il film trasparente intorno alla bocca. I lati della maschera a volte si muovono quando le persone parlano e l’approccio a misura unica non tiene conto di facce di dimensioni diverse. 

In effetti, le linee guida sulle FAQ di ClearMask riconoscono questo fatto e auspica “altre soluzioni, come interpreti della lingua dei segni o didascalie, per garantire un accesso completo e inclusivo”. Ma proprio come le normali maschere per il viso sono meglio di niente

L’uso di maschere trasparenti potrebbe anche favorire chi ha un udito normale, per esempio i bambini ricoverati in ospedale che potrebbero vedere il sorriso rassicurante di chi hanno intorno o gli interpreti del linguaggio dei segni che fanno affidamento sul fatto che i loro movimenti delle labbra sono visibili per comunicare con efficacia. “Facciamo tutti affidamento su segnali visivi critici per comunicare”, afferma Dittmar.

Duchemin, tuttavia, afferma che i sottotitoli mobili, la trascrizione in tempo reale e le maschere chiare sono solo un primo passo per colmare il divario comunicativo: “Tutto si muove nella giusta direzione, ma ancora si vede poco”.

McFeely è d’accordo. Dice che Shaylee, sua figlia non udente, ha bisogno di un interprete alle feste di compleanno ed è frustrata per non riuscire a comunicare con altri bambini. Soprattutto, in questi giorni la mancanza di didascalie e maschere trasparenti impedisce a Shaylee di accedere a quella che è diventata la vita “normale” dei bambini, dalle banali feste di compleanno ai video e podcast. “L’informazione è uno strumento potente. Nutre la conoscenza. Collega le persone”, conclude McFeely. “Senza, come si impara e si cresce?”

Immagine: Ms Tech / Anna Shvets /Pexels

(rp)

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