La Neuralink di Elon Musk è quasi pronta ad accogliere volontari

La startup ha presentato un robot progettato per impiantare elettrodi ultrasottili e flessibili nelle profondità del cervello.

di Charlotte Jee

La Neuralink ha annunciato di aver realizzato elettrodi filiformi ultrasottili (più di un capello umano) da impiantare nel cervello per rilevare l’attività dei neuroni. La procedura viene eseguita da un robot sotto la direzione di un neurochirurgo. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’azienda dichiara che il robot ha impiantato questi elettrodi in 19 animali con un grado di successo dell’87%. I dispositivi avrebbero registrato dati da 1.500 neuroni in contemporanea, ma i dati non sono ancora accessibili. Qui la presentazione completa e qui i documenti scritti.

La tecnologia è stata ufficialmente sperimentata su ratti, ma durante l’evento Musk si è lasciato sfuggire il fatto che è stata anche testata su scimmie. “Una scimmia è riuscita a controllare il computer con il solo cervello,” ha dichiarato. La Neuralink è convinta che il nuovo sistema sarà in grado di leggere e trasmettere grandi quantità di informazioni. Elon Musk ha fondato Neuralink nel 2017 con l’obiettivo di rendere gli esseri umani competitivi in un mondo in cui l’intelligenza artificiale li ha superati. Ha finora investito $100 milioni nella società.

La Neuralink prevede di iniziare a condurre test della nuova tecnologia su volontari umani nel secondo trimestre del 2020, previa approvazione della FDA. La procedura prevede di perforare nel cranio dei volontari quattro fori da 8 millimetri da cui far passare gli elettrodi che trasferiranno i dati neuronali a un impianto posto dietro l’orecchio. L’impianto invierà quindi le informazioni a un computer. Il progetto è molto ambizioso e quantomeno improbabile.

Durante la presentazione, Musk ha parlato di fusione con una futura intelligenza artificiale. “Anche in presenza di una IA benigna, saremo lasciati indietro. Con un’interfaccia cervello-macchina ad alta larghezza di banda, avremo la possibilità di partecipare alla corsa,” ha specificato.

Ciononostante, secondo Matthew McDougall, neurochirurgo capo della Neuralink, il sistema è invece “destinato solo a pazienti con gravi malattie mediche incurabili”, pensato per individui affetti da paralisi completa a causa di lesioni del midollo spinale superiore. Non è chiaro esattamente come gli impianti possano trattare questo tipo di condizioni. La Neuralink dovrà rispondere a questa ed altre domande se mai riceverà l’approvazione a procedere.

Immagine: AP / MIT Technology Review

(lo)

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