Probabilmente, le minacce più efficaci di Obama nei confronti di Putin per la questione Ucraina non sono le sanzioni, ma accettare la proposta di chi vuole esportare Shale gas anziché consumarlo solo negli USA.
di Alessandro Ovi
Probabilmente, le minacce più efficaci di Obama nei confronti di Putin per la questione Ucraina non sono le sanzioni, ma accettare la proposta di chi vuole esportare Shale gas anziché consumarlo solo negli USA. La produzione di shale gas negli Stati Uniti continua ad aumentare. La protesta ecologista crea alcuni aumenti di costo soprattutto nel trattamento delle acque di fracking (vedi “Tutta la verità sul fracking” e “Ecco un modo per risolvere lo sporco problema del fracking“), ma la differenza di prezzo rispetto a quello del mercato europeo è ancora così grande che le pressioni dei produttori per avviare l’esportazione con navi, come già fa il Qatar, è molto forte.Per ora, la scelta del Governo è stata quella di favorire, e per anni, l’uso interno, a prezzi molto bassi, per sostituire il carbone nella produzione di energia elettrica e incentivare il rilancio di tutte le produzioni industriali “energy intensive” (vedi “Lo Shale gas alimenterà un boom della manifattura negli Stati Uniti“) che avevano lasciato gli Stati Uniti e ora hanno già cominciato a tornare.Il processo richiederebbe anni per arrivare a valori significativi ma potrebbe avere, grazie al solo effetto annuncio, un impatto serio sulle previsioni dell’economia russa, tutta sostenuta dalla vendita a prezzi stabilmente alti del gas. Potrebbe essere la prima volta che una decisione improvvisa di cambio di politica energetica finirebbe per avere un effetto deterrente superiore a quello delle sanzioni.Su questa stessa linea si stanno già muovendo i paesi dell’Europa dell’Est una volta parte dell’Unione Sovietica. Gli Ambasciatori a Washington del cosiddetto Gruppo di Visegrád (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, e Slovacchia), stanno conducendo un profondo sforzo diplomatico nei confronti di Washington per convincere i legislatori ad aprire le esportazioni del gas americano verso i loro paesi, allo scopo di diminuire la loro dipendenza dal gas russo. In una recentissima lettera ai due presidenti della Camera e del Senato John Booemer e Harry Ried hanno presentato questa specifica richiesta per i propri paesi che già godono di trattati di libero scambio con gli Stati Uniti. La tesi di Mike Orkutt, malgrado la correttezza dei suoi dati, non affronta tuttavia l’obiettivo strategico di dissuadere la Russia dal fare pressioni su paesi dell’Est Europa col