La semifinale tra Germania e Francia ha fatto registrare un’audience media di 6,2 milioni di telespettatori e un picco di 7 milioni nel paese transalpino. Il dato testimonia che lo scetticismo intorno al calcio femminile è ormai alle spalle
Quasi 28.000 spettatori alla semifinale del Campionato Europeo femminile tra Germania e Francia. È stata una gara di alta qualità e combattuta, con le tedesche che alla fine hanno avuto la meglio sulle più tecniche francesi. In finale incontreranno l’Inghilterra, la nazione ospitante i campionati. Finora, la Germania ha vinto otto dei 12 Campionati Europei femminili, ma il vincitore già c’è ed è il calcio internazionale femminile.
Stiamo parlando di un mondo completamento diverso dalla versione maschile. Gli spettatori del calcio “per eccellenza” stanno progressivamente diminuendo e invecchiando, a differenza di quello femminile che propone prezzi molto più abbordabili e livelli di sicurezza e fair play impensabili per quello maschile. Non a caso spesso metà degli spettatori sono costituiti da bambini. Alla semifinale, donne e ragazze erano in maggioranza e l’alcol giocava un ruolo del tutto marginale. Inclusività, partecipazione e diversità erano le parole d’ordine, invece di partigianeria e intemperanza dei tifosi.
Inopinatamente, la Football Association bandì il calcio femminile in Inghilterra nel 1921 e ci sono voluti più di 70 anni prima che l’organo di governo lo abbracciasse nuovamente. Nel frattempo, il profilo pubblico dello sport femminile nel Regno Unito è aumentato considerevolmente. Nel 2015, per la prima volta, la BBC, l’emittente nazionale britannica, ha coperto in diretta il Campionato mondiale di calcio femminile in Canada.
In Inghilterra, circa 8 milioni hanno guardato in Tv la semifinale vinta dall’Inghilterra contro la Svezia. L’ultima volta che i campionati europei femminili si sono svolti nel Regno Unito, nel 2005, le partite sono state giocate in sedi minori nel nord dell’Inghilterra, con scarsa copertura televisiva. Si tratta di un “cambiamento epocale” nell’atteggiamento del governo britannico, delle compagnie televisive e del pubblico britannico nei confronti dello sport femminile? O semplicemente una risposta commerciale alla scarsità di sport maschile in diretta, sui canali non in abbonamento? O un sovrapporsi delle due cose?
Come riportato da “The Conversation”, in alcuni lavori pubblicati di recente, John Williams, del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Leicester, ha condotto una ricerca online sulle reazioni degli spettatori alla copertura televisiva del Campionato mondiale femminile del 2015. Alcuni uomini, una minoranza sostanziale, erano molto critici nei confronti del tempo dedicato dalla televisione all’evento, sostenendo che superava di gran lunga l’interesse pubblico per lo sport femminile. Per loro, una piccola “lobby politicamente corretta” stava assicurando uno spazio immeritato a un tipo di calcio “dallo scarso valore”. “Molti tifosi di calcio sono misogini”, ha detto un altro intervistato, “con un pregiudizio permanente così radicato che difficilmente potrà cambiare”.
Altri intervistati che hanno assistito alle partite di calcio femminile hanno evidenziato gli aspetti positivi del gioco e del suo impatto sociale: “I club sembrano incoraggiare le famiglie e i bambini a partecipare in prima persona agli eventi che si tengono prima della partita“, ha detto una di loro, che ha aggiunto: “l’atmosfera è fantastica, senza alcun tipo di contrapposizione o linguaggio volgare”.
In molti hanno sostenuto che il gioco femminile è semplicemente diverso, non inferiore, a quello maschile. Con le parole di un tifoso “accanito”: “Guardo il calcio da una vita e lo stereotipo che il calcio femminile sia lento e noioso è anacronistico. Sono stili diversi tra uomo e donna, come si verifica in tanti altri sport. Ma il desiderio di chi assiste allo spettacolo è sempre lo stesso: vuoi che la tua squadra vinca, ma ancor più vuoi divertirti e provare un’emozione forte, nel rispetto di tutti gli altri”.
Il calcio femminile ha oggi molte più risorse in Inghilterra ed è anche promosso consapevolmente dalla Federcalcio come una versione più “pulita” dello sport. Nel gioco delle donne si nota la mancanza di simulazione e un livello più alto di rispetto e sportività. Questi aspetti sono evidenti anche nel calcio giovanile: le ragazze sono molto più rispettose dell’arbitro rispetto ai maschi.
E’ possibile che man mano che le migliori giocatrici inizieranno a guadagnare stipendi più alti, gli aspetti negativi identificati nel calcio professionistico maschile inizieranno a comparire con più frequenza anche nel calcio femminile. Come ha mostrato la partita tra Germania e Francia, per esempio, si sono visti tentativi consapevoli da parte delle giocatrici di ingannare l’arbitro. Comunque, i problemi delle sedi dei club piccole, scadenti, difficili da raggiungere non sono stati ancora risolti. Il futuro del calcio femminile richiederà maggiore copertura stampa e televisiva e allora avrà tutte le carte in regola per fornire nuovi modelli alle ragazze che vogliono fare sport.
Fotografia: Pixabay, Makamuki0
(rp)