La ESA progetta di intercettare una nuova cometa

“Comet Interceptor” lascerà la Terra nel 2028 e viaggerà per milioni di chilometri alla ricerca di una cometa accessibile ed interessante.

di Konstantin Kakaes

La ESA intende lanciare tre piccoli veicoli spaziali per intercettare una cometa che farà visita al sistema solare interno. Quale, ancora non è stato deciso.

I tre veicoli che comporranno Comet Interceptor viaggeranno assieme ad Ariel, un osservatorio più grande progettato per lo studio dell’atmosfera di pianeti in orbita attorno a stelle lontane. Per scegliere il proprio obbiettivo, gli ingegneri che hanno progettato l’Interceptor contano sulle informazioni che verranno raccolte dal nuovo telescopio gigante in costruzione nel deserto cileno.

La cometa prescelta dovrà essere sufficientemente lontana da noi per dare agli scienziati il tempo di calcolare una rotta d’intercettazione. Sperano che l’oggetto adatto possa essere identificato almeno due o tre anni prima che l’Interceptor raggiunga un luogo chiamato L2, ad un milione e mezzo di chilometri circa dalla Terra (circa quattro volte la distanza tra noi e la Luna).

Una volta individuata una cometa in viaggio su di una traiettoria adeguata, i tre veicoli si lasceranno L2 alle spalle per inseguirla nel sistema solare. I tre veicoli che compongono l’Interceptor si divideranno poco prima di incontrare la cometa.
Due dei veicoli passeranno vicino al nucleo della cometa (la componente centrale solida), nella speranza di poter raccogliere abbastanza dati da permettere la comprensione della struttura sia del nucleo che della coda della cometa. Uno di questi veicoli verrà costruito dall’agenzia spaziale giapponese, mentre il secondo dalla ESA stessa. Il terzo veicolo, sempre costruito dalla ESA, viaggerà accanto alla cometa a distanza di sicurezza (tra i 100 e i 1.000 chilometri) con funzioni di supporto e di trasferimento dei dati.

Non è la prima volta che la ESA ed altri enti spaziali intercettano una cometa, ma la dozzina di veicoli lanciati in passato sono stati diretti verso comete che avevano già orbitato diverse volte il sistema solare. Questa è la prima volta che si cercherà di intercettare una nuova arrivata in arrivo da regioni distanti del sistema solare o addirittura da fuori di esso.

Gli astronomi sono quasi tutti d’accordo sul fatto che almeno parte dell’acqua della Terra debba essere arrivata con le comete, ma ancora non sanno quanta. L’analisi di comete in arrivo dai confini del sistema solare potrebbero dare una risposta a questo dubbio , come ad altri.

(lo)

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