La Cina del gas parte dai trasporti

Mentre il dibattito sulle energie “pulite” risulta ancora discorde, Pechino prevede un incremento dal 4 al 10 per cento della quota di gas naturale nel mix energetico, puntando soprattutto a diffondere questa risorsa come carburante per il parco veicoli sia pubblico che privato.

di Lifan Li (Fonte Abo/Oil)

Gli esiti del referendum britannico sulla “Brexit” hanno determinato, verso la fine di giugno 2016, un calo del prezzo del petrolio, drasticamente limitato per il continuo rimbalzo delle quotazioni degli ultimi mesi.

In Cina, il dibattito sulla Brexit e sul prezzo del greggio non ha ancora trovato risposte convincenti. CNOOC e BP hanno sottoscritto contratti di fornitura di Gas Naturale Liquido (GNL) per 20 miliardi di dollari; la stessa CNOOC e la Tullow Oil, che collaborano da tempo nel campo dell’esplorazione dei nuovi giacimenti, della compravendita di petrolio e di servizi ingegneristici connessi, condividono dei progetti di cooperazione per lo sviluppo del petrolio e del gas in Uganda.

La Cina rimane comunque molto preoccupata per la sicurezza e la redditività degli investimenti energetici cinesi d’oltremare. Sebbene la Brexit coinvolga la quinta economia del mondo, non provocherà l’estromissione dall’UE della catena d’approvvigionamento mondiale di greggio, nonostante gli impatti negativi sul contesto economico, finanziario e politico del vecchio continente, e in generale, del mondo.

Gli effetti della Brexit avranno comunque serie ripercussioni sulle fluttuazioni del prezzo del greggio. La forza del dollaro USA non aiuta le esportazioni cinesi, così come non incentiva la libera circolazione di beni e persone.

Le misure che, nel complesso, la Cina ha adottato per ridurre la domanda del greggio cinese allo scopo di evitare un’ulteriore diminuzione del prezzo del petrolio, così come il suo contributo agli impegni internazionali per il cambiamento climatico, determineranno, da parte di Pechino, un maggior controllo sulle importazioni di petrolio, un aumento delle importazioni di gas naturale, con lo spostamento dei propri interessi energetici dal Medioriente all’Asia Sudorientale e al Sud America.

Il logoramento del mercato energetico in Cina: confusione o incomprensioni? 

Contestualmente al G20 dell’Energia, che si è svolto a Pechino il 29-30 giugno, si è svolta, sempre nella capitale cinese, anche la Giornata del Gas Naturale, per la prima volta ospitata congiuntamente dall’Unione Internazionale del Gas e dal comitato del summit G20.

Nella transizione del modello energetico mondiale, il gas naturale è responsabile di una rimodulazione dell’assetto energetico mondiale. Secondo le statistiche ufficiali, con una disponibilità a livello mondiale di 750 miliardi di metri cubi di gas naturale, rispetto al consumo attuale, lo sfruttamento sostenibile di tale risorsa potrebbe durare più di 200 anni.

Con il rafforzamento della tutela dell’ambiente, la riduzione delle emissioni di CO2 e la formazione di un vasto consenso nel mondo sull’importanza crescente di questa tematica, il gas naturale è tra le principali risorse di energia pulita, prescelta da un numero di paesi sempre maggiore.

Durante la Giornata del Gas del G20, gli intervenuti hanno espresso unanime consenso sul fatto che il mercato cinese del gas diventerà uno dei più promettenti del mondo. Un risultato importante di questo appuntamento è stato il “Comunicato di Pechino”, in cui si ribadiscono gli incrementi della domanda di energie rinnovabili; tutti i partecipanti sono concordi sul fatto che i paesi del G20 hanno adottato molte energie rinnovabili ed avanzate, come nucleare, gas naturale e altri combustibili fossili, in base alle condizioni in cui ogni paese sviluppa la scelta energetica che gli è più congeniale; lo scopo principale del “Comunicato di Pechino” è d’incoraggiare e promuovere la raccolta e la diffusione di dati sull’energia di alta qualità, mentre il G20 fornirà a sua volta un maggiore supporto per la costruzione d’impianti per l’energia pultia, migliorando la trasparenza e l’efficienza del mercato.

Nel summit COP21 del 2015 a Parigi la Cina si è impegnata a promuovere con forza il cambiamento energetico, accelerando il ricorso dello sviluppo della produzione di gas naturale e energia non fossile. Entro il 2020, la quota di energia non fossile rispetto al consumo primario totale d’energia raggiungerà il 15%, mentre il gas dovrebbe arrivare al 10%. Tuttavia, lo sviluppo di quest’ultima risorsa incontra delle difficoltà. La politica energetica di Pechino ha sollecitato un dibattito interno che manifesta posizioni confusamente contrapposte, carenti di una visione unitaria; ma sono problemi che vanno aldilà dell’attuale periodo di crisi economica.

Lo sviluppo energetico cinese manifesta un andamento ancora incerto. Innanzitutto, il nucleo centrale di questa strategia rimane un dilemma: carbone o gas naturale, se la tecnologia per la generazione di energia pulita dal carbone avrà successo. Secondo, come implementare i 400 miliardi RMB d’investimento di capitale che lo stato intende impiegare nel settore energetico. Il Consiglio di Stato, la Commissione per lo Sviluppo Nazionale e le Riforme (NDRC) e la Rete Nazionale non hanno ancora assunto una posizione unanime in merito.

Tredici piani energetici quinquennali hanno chiaramente incentivato l’utilizzo del gas naturale dall’attuale 6% a meno del 10%, con un consumo che ha raggiunto i 400 miliardi fino alla fine dell’anno, proseguendo con l’implementazione dei progetti di energia distribuita e di gas naturale, ecc. Tuttavia, la Rete Nazionale non intende proseguire la produzione di energia distribuita, riluttante al gas naturale. Terzo, la Cina non implementerà il settore del gas naturale al punto da renderlo la prima fonte di energia (detta anche l’energia primaria).
Nel corso della Giornata del Gas Naturale del G20 a Pechino, gli esperti cinesi hanno proposte di sviluppare il gas naturale come la principale risorsa del futuro. In realtà, non sono state definite né delle politiche ambientali specifiche né delle politiche di supporto.
Quarto, “Internet+Energia” e “energia distribuita” rimane ancora solo teoria o può diventare pratica? Il modello “Internet+Energia” della Cina è solo un modello concettuale. Internet è uno strumento, e ora i Big Data rappresentano solo un grappolo di dati disorganizzati, come sappiamo tutti, la principale caratteristica dell’energia distribuita è che si basa sul gas naturale come energia primaria, se l’energia distribuita è la direzione dello sviluppo energetico cinese, lo Stato dovrà inevitabilmente rinunciare alla Rete Nazionale, così come gli impianti d’energia termica che circondano le città.

La relazione tra l’energia distribuita e la Rete Nazionale serve a colmare un vuoto o al riciclo o per l’efficientamento energetico, invece che la completa sostituzione.

Un futuro più strategico per il gas naturale in futuro?

I tredici piani nazionali quinquennali hanno mirato a promuovere la rivoluzione energetica, sostenendo la produzione energetica e il cambiamento nell’utilizzo degli schemi, ottimizzando la struttura dell’approvvigionamento energetico, migliorando l’efficienza energetica, costruendo un sistema energetico pulito, a basse emissioni, sicuro, moderno ed efficiente.

Fino alla fine del 2015, la capacità di generazione di nuova energia della Cina con risorse non fossili rappresentava circa il 40% della quota mondiale; la capacità di generazione degli impianti idroelettrici, eolici e solari, collocava il Paese al primo posto nel mondo. Ma lo status quo della Cina evidenzia una politica ancora contraddittoria, per una serie articolata di ragioni.

Innanzitutto, il numero di residenti che usa il gas non avanza, a causa del basso tasso di crescita della popolazione. Secondo, il gas industriale non cresce significativamente nell’attuale crisi del settore, con il settore energetico che stenta a crescere ulteriormente, anche a causa dell’alto costo degli impianti a gas naturale. Terzo, l’energia distribuita non può aumentare molto, per le ragioni precedenti. L’energia distribuita è solo un complemento di una rete relativamente vasta e lo sviluppo su larga scala non è possibile in futuro. Quarto, la generazione d’elettricità dal gas naturale non può essere aumentata di molto. La Cina dispone di sufficiente elettricità, senza carenze di generazione d’energia, come il carbone, l’acqua, il vento e la luce.
Le proprietà del gas naturale, visto che questa materia prima è un carburante, permettono di incidere direttamente sui livelli di efficientamento energetico. Il gas naturale è oltretutto una fonte di energia “pulita” e maggiormente rispettosa dell’ambiente. Anche per questo il gas viene utilizzato soprattutto nel settore dei trasporti, mentre si affida al carbone la generazione di elettricità.

La Cina ha fortemente incoraggiato il gas naturale come carburante per i taxi, i bus ibridi, i veicoli a GNL e le navi a GNL, e queste misure rappresentano uno sbocco funzionale per l’impiego dei 400 miliardi di RMB di investimento per la promozione dell’uso del gas naturale; il numero di veicoli a GNL dovrebbero presto attestarsi a 1/3 o 1/4 del totale; i veicoli a GNL rappresentano la migliore tecnologia di transizione per i trasporti, anche se la tecnologia dei veicoli elettrici ibridi non può essere replicata per il trasporto merci.

L’articolo è disponibile anche su abo.net

Cliccando sui link seguenti potrete accedere direttamente alla versione digitale in italiano e in inglese della rivista OIL

(SA)

Related Posts
Total
0
Share