La CIA punta sui brevetti per attirare talenti

Il nuovissimo laboratorio federale, i CIA Labs, offre all’agenzia di spionaggio civile americana la possibilità senza precedenti di fare profitti con le invenzioni che provengono dal personale interno.

di Patrick Howell O’Neill

L’agenzia di spionaggio più famosa d’America ha un importante concorrente che sembra non riuscire a battere: la Silicon Valley. Da sempre un luogo in cui la tecnologia all’avanguardia viene ricercata, sviluppata e realizzata, la CIA mira a essere leader in campi come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia. Tuttavia, reclutare e trattenere il talento in grado di costruire questi strumenti è una sfida complessa, soprattutto perché un’agenzia di spionaggio non può eguagliare gli stipendi, la reputazione e il sistema di brevetti della Silicon Valley.

La soluzione dell’agenzia sono i CIA Labs, una nuova divisione che tenterà di reclutare e trattenere esperti tecnologici con un cocktail di incentivi. In base alla nuova iniziativa, annunciata oggi, gli ufficiali della CIA potranno per la prima volta depositare pubblicamente brevetti sulla proprietà intellettuale su cui lavorano e dividere una parte dei profitti con la stessa agenzia. Dawn Meyerriecks, che dirige il settore scientifico e tecnologico dell’agenzia, afferma che lo scenario migliore è che la ricerca e lo sviluppo dell’agenzia potrebbero finire per ripagarsi da soli.

“In questo modo si aiuta a garantire il dominio degli Stati Uniti, in particolare dal punto di vista tecnologico”, afferma Meyerriecks. “Un passaggio davvero fondamentale per la sicurezza nazionale ed economica. Inoltre, favorisce un utilizzo democratico della tecnologia, rendendola disponibile a tutti”.

Non è la prima volta che l’agenzia lavora per commercializzare la tecnologia che ha contribuito a sviluppare. L’agenzia sponsorizza già la propria società di venture capital, In-Q-Tel, che ha finanziato Keyhole, la tecnologia alla base di Google Earth. Meyerriecks afferma che la CIA mantiene rapporti con una varietà di altri venture capitalist con lo stesso obiettivo. 

L’agenzia lavora anche a stretto contatto con altri gruppi governativi a progetti di ricerca avanzata di intelligence, come IARPA,  per svolgere costose ricerche di base che il settore privato e il mondo accademico non possono affrontare. I CIA Labs propongono ora una strategia diversa, vale a dire sfruttare le risorse interne per diventare un partner di ricerca per il mondo accademico e industriale.

I funzionari che sviluppano nuove tecnologie presso i CIA Labs potranno brevettare, concedere in licenza e trarre profitto dal loro lavoro, con un guadagno personale del 15 per cento sulle entrate complessive per la nuova invenzione con un limite di 150.000 dollari all’anno. In questo modo si potrebbe raddoppiare la maggior parte degli stipendi dell’agenzia e rendere il lavoro più competitivo con la Silicon Valley.

I CIA Labs stanno esaminando aree tra cui l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati, la biotecnologia, i materiali avanzati e il calcolo quantistico ad alte prestazioni. Un problema immediato, spiega Meyerriecks, è che l’agenzia ha difficoltà a gestire la quantità di dati che raccoglie. I militari e le agenzie di intelligence di tutto il mondo si occupano di una moltitudine di sensori come, per esempio, il tipo di tecnologia presente sui droni. 

I sensori della CIA registrano montagne incalcolabili di dati al secondo, egli dice. I funzionari vorrebbero sviluppare un’enorme potenza di calcolo in un sensore relativamente piccolo e a bassa potenza in modo che lo smistamento possa essere eseguito rapidamente sul dispositivo invece di essere rimandato a un sistema centrale.

Ovviamente, i tentativi di sviluppare una nuova tecnologia inevitabilmente si scontrano con domande su come verrà effettivamente utilizzata, specialmente in un’agenzia che è stata a lungo uno strumento fondamentale del potere americano. Alcune invenzioni sono state indiscutibili: durante la Guerra Fredda, dice Meyerriecks, l’agenzia ha contribuito a sviluppare batterie agli ioni di litio, una fonte di energia innovativa ora ampiamente diffusa. 

Più di recente, tuttavia, durante la guerra al terrorismo, l’agenzia ha investito risorse per far avanzare la nascente tecnologia dei droni che ha reso l’assassinio segreto abilitato dalla tecnologia l’arma preferita da ogni presidente americano dall’11 settembre, nonostante le controversie ancore vive sulla sua potenziale illegalità.

(rp)

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